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Mare fuori

di Pierluigi Dessì

Pierluigi Dessì è Socio TAU VISUAL PROJECTS.
Altre info puoi trovarle qui: https://www.phocusmagazine.it/tau-visual-projects-chi-siamo/

Vivere su un’isola significa avere a che fare con il mare. Non si può prescindere da questo presupposto. Puoi ostinatamente percorrere a piedi, in macchina, in moto o in bici l’intera estensione dell’isola ma alla fine te lo ritroverai davanti.

Il primo ricordo che ho del mare è mediato da una fotografia. Credo di aver avuto circa tre anni e sono in braccio a mia madre che sta in piedi affianco all’auto di famiglia, una Fiat 850 di colore grigio scuro. Alle nostre spalle una ringhiera di ferro che ci protegge dal mare che sta la sotto. Nessuno di noi due guarda in camera; lei con la testa rivolta alla sua destra che sembra interessata a qualcosa laggiù, io con gli occhi strizzati forse per via del sole in faccia.

La foto la fece mio padre. Il mare stava alle mie spalle.

 

Il secondo ricordo che ho del mare è offuscato dalle bolle d’aria davanti ai miei occhi. Mi trovo a circa tre metri di profondità caduto dal materassino e sto lottando per risalire a galla quando una mano mi afferra e mi tira su. Avrò avuto all’incirca sette anni.

Da allora ho un dialogo aperto col mare, alimentato dal suo essere seducente e dal mio esserne sedotto. Non sono sicuro di avere ancora fatto pace con lui ma va bene così.

Recentemente sono andato a trovarlo sulla costa ovest e sono rimasto li, fermo sui miei piedi, ruotando lo sguardo da sinistra a destra. Ho anche provato a chiudere gli occhi per un po’ e riaprirli di colpo per provare a spaventarlo come si fa per gioco coi bambini piccoli, per vedere se almeno per un momento si fosse fatto da parte.

 

Isolitudine è un neologismo, coniato dal poeta cubano Guillermo Cabrera Infante, per esprimere un sentimento che caratterizza coloro che sono nati e abitano un’isola, come me che abito in Sardegna. Il nostro confine, la nostra linea di orizzonte è il mare, che diventa non più solo luogo di vacanze e di giochi ma anche, a volte, un elemento che ostacola e del quale non puoi non tenere conto. Ogni isola ha i suoi porti da cui partire e a cui approdare, e questo vale in senso oggettivo ma anche metaforico.

E metaforicamente possiamo dire che noi isolani siamo un’isola nell’isola di noi stessi. Come essere costantemente “divorati” da una forza opposta a se stessa; una che cerca un rifugio, un porto rassicurante, l’altra che da quel porto vuole partire verso il mare aperto. In questa doppiezza, come un Giano bifronte, dimora l’isolitudine.

N.8 fotografie formato quadrato montate in sequenza a formare una striscia 1:8. 1/8 è anche il tempo di esposizione di ciascuna fotografia.

8 è l’infinito rovesciato.

 

 

Le singole fotografie hanno valenza anche singolarmente e possono costituire 8 opere indipendentemente dall’insieme.

 

© pierluigi dessì / confnivisivi giugno 2021

Pierluigi Dessì

 

Sono nato a Cagliari nel 1964 e dal 1987 mi dedico alla fotografia. Dopo la maturità artistica mi sono specializzato in fotografia pubblicitaria nel 1988 allo IED, dove poi ho insegnato tecniche di ripresa fotografica e tecnica di stampa.

Nel 1994 ho realizzato le foto per la campagna internazionale Video On Line, primo provider in Italia, e nello stesso anno e fino al 1996 giro il centro e sud Italia per conto di IG, Società per l’Imprenditorialità Giovanile Dopo per raccontare il lavoro di circa 200 aziende.

Sempre a partire dal 1994 inizia la mia collaborazione con la casa di produzione Artevideo dove ho curato la direzione della fotografia per varie produzioni pubblicitarie e documentari.

Nel 1998 ho fondato lo studio Dessì&Monari che nell’anno 2008 diventa CONFINIVISIVI, proseguendo la collaborazione con istituzioni ed editoria regionale e nazionale. Dal 2014 al 2017 ho fatto parte del progetto “Vetrine dell’Artigianato in Sardegna” realizzando una importante ricognizione sul territorio regionale di oltre 200 attività artigiane attraverso ritratti, still life e reportage presso i vari laboratori artigianali. Sempre nel 2014 per conto della Regione Sardegna ho iniziato una serie di campagne fotografiche di catalogazione di beni artistici e demo- antropologici per ICCD, Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione.

Facendo pare del direttivo IN/ARCH-Sardegna ho promosso e organizzato una conferenza multidisciplinare attorno al tema del paesaggio contemporaneo con testimonianze di scrittori, fotografi, registi, musicisti e progettisti.

Dal 2021 porto avanti un progetto che prevede interviste a fotografi sul senso del fotografare e su cosa sia la fotografia. Mostre

La strada felice, paesaggio contemporaneo in Sardegna, 2005; Il    fuoco    di    Abramo,    2006 Guardare  il  paesaggio  contemporaneo,  2007 Mari di borgata, 2008 – 2010

Confini    (in)visibili,    2017 Terra da abitare bellezza da custodire, 2019 Killing   Me   Softly,   2020 Stay at home (Nina 2020), 2020

A immagine e somiglianza, un ritratto per comprendere il presente, 2021; Isolitudine, 2021

Padria, la misura dello sguardo, 2024.

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