Bio
Marcello Coslovi (Scandiano, 1992), è laureato in Giurisprudenza presso UNIMORE e vive a Modena. Nel 2021 si è diplomato con lode al termine del Corso Biennale in fotografia presso la scuola di fotografia Spazio Labo’ di Bologna, dove attualmente lavora come assistente alla didattica. Formatosi negli studi sui diritti umani e su tematiche sociali, Coslovi esplora le problematiche legate alla diversità umana e alla condizione di marginalità sociale di determinati gruppi. La sua pratica è caratterizzata da una natura collaborativa e da un approccio immersivo negli argomenti che tratta. È interessato all’uso del mezzo fotografico sia come ponte per stabilire delle relazioni con individui appartenenti a comunità di cui non fa parte, sia per mettere in discussione la separazione strutturale tra le persone. Dal 2020, Coslovi sta lavorando al progetto personale The wrong side of the tracks, sul tema della segregazione della comunità ghanese in una precisa area di Modena al di là della ferrovia. Con questo progetto, è stato selezionato come “GUP Fresh Eyes 2021 Talent”; ha vinto come “Miglior Portfolio Assoluto” a Fotografia Europea 2021. Inoltre, è stato tra i finalisti del “Premio Marco Pesaresi 2021” ed è inserito nella shortlist del “Kassel Dummy Award 2022”. È tra i finalisti, anche, della nona edizione di “Giovane Fotografia Italiana” e del “Gomma Photography Grant 2021, nella categoria “Main Prize”
The wrong side of the tracks
The wrong side of the tracks è una espressione americana con cui si indica quella parte della città al di là dei binari della stazione dove abitano le persone più povere; si tratta, di solito, di afroamericani. Sono partito da qui per fare una riflessione sulla mia città, Modena, in Italia. A Modena la ferrovia ha tagliato fuori dal paesaggio urbano, creando una sorta di confine, un quartiere di periferia che gravita intorno a Viale Gramsci, oggi abitato in prevalenza da stranieri.
In quest’area, tra gli anni ‘20 e ’40 del Novecento si erano insediate le principali fabbriche della città, intorno alle quali sono state in seguito costruite le prime residenze popolari che, intorno agli anni ‘60, si sono estese senza una pianificazione, in un modo semi spontaneo, per dare alloggio a una ondata migratoria dall’Italia Meridionale. Sul finire degli anni ’80 si è insediata nell’area una comunità di albanesi e successivamente di nordafricani, che sono via via andati ad affiancarsi, e poi quasi a sostituirsi, agli italiani. Negli stessi anni si è formata una comunità ghanese, oggi la seconda in Italia per numero di abitanti.
The wrong side of the tracks è un progetto che si avvicina a quest’ultima comunità, a cui, in tempi recenti, si è mescolata quella nigeriana, e indaga il suo rapporto con il territorio. Viale Gramsci oggi è il centro di questa nuova geografia dove la condivisione dello stesso spazio tra le comunità resta difficile e tesa perché si basa su pregiudizi e sulla impermeabilità dei gruppi stessi, entro un perimetro di segregazione reale, anche se non fisicamente palese.
Etichettati dagli abitanti italiani come “stranieri”, indipendentemente dal tempo di permanenza a Modena e dalla loro specifica origine, e privati quindi della loro identità, i membri della comunità ghanese sono destinati all’isolamento sociale che genera una grave mancanza di comunicazione con gli altri abitanti del quartiere.
A pochi passi dalla stazione, sospesi come in una sala d’attesa prima di iniziare un nuovo viaggio, probabilmente verso la sognata Inghilterra, le persone della comunità vivono in una quotidiana precarietà e con una forte percezione di isolamento. La costante conferma dell’impossibilità di mettere radici a Modena, e essere dunque solo di passaggio, lascia le persone a vivere in uno stato di perenne estraniazione.
The wrong side of the tracks è un progetto in fase di sviluppo concepito durante il percorso di studi della scuola di fotografia di Spazio Labo’. L’editing e la supervisione del progetto sono a cura di Laura De Marco.
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