Sono oramai diversi anni che la fotografia fa parte della mia vita: ero un bambino delle elementari quando ho iniziato ad armeggiare con macchine fotografiche. La passione, come capita spesso da ragazzi, ha avuto fasi altalenanti per qualche anno, fino a sfociare in una vera e propria ragione di vita dai 18 anni in poi. Solo negli ultimi anni però ho raggiunto la consapevolezza di essere fotografo e non di fare il fotografo.
Grazie a questa consapevolezza, molte cose nel mio modo di essere e di fare sono cambiate, sia nella vita privata che nell’essere fotografo, ed anche molte delle mie attrezzature fotografiche hanno subito questo cambiamento: una sorta di evoluzione. Per anni ho prediletto attrezzature, macchine fotografiche ed obiettivi, che ritenevo utili per fare il fotografo, ho cambiato diverse reflex e diverse ottiche, ricordo però di aver sempre avuto nella mia borsa un 50 mm f1.8, ho sempre avuto un’attrazione istintiva di avere quest’ottica, ma quasi sempre il mio “cinquantino” restava nella borsa inutilizzato, restava in panchina a favore dell’utilizzo di obiettivi più versatili, zoom di varie lunghezze focali. Lui restava li a prendere polvere e, alla fine, stanco di vederlo inutilizzato, lo vendevo o permutavo per acquistare altro, permutavo l’essere a vantaggio del fare: soffocavo il mio istinto fotografico, fotografavo per gli altri e non per me. Come dicevo prima ultimamente le cose sono cambiate, ora fotografo più per me stesso, per realizzare la mia personale visione del mondo, fotografo per raccontare ciò che vedo e non mi limito più a guardare in modo superficiale il mondo che mi sta attorno.
Ognuno di noi ha la sua ottica preferita, l’ottica che è il reale congiungimento tra la realtà che abbiamo davanti ed il nostro essere fotografi, insomma l’ottica che ci completa e ci permette di esprimerci al meglio, l’ottica perfetta. Se ognuno di noi controllasse tutti gli scatti fatti in un anno vedrebbe che, anche se abbiamo usato uno zoom, c’è una lunghezza focale ricorrente, credo che quella sia la nostra lunghezza focale perfetta, quella che ci fa stare in armonia con l’universo che ci circonda, almeno per me è stato così.
Penso che oramai si sia capito che io ho trovato nel 50 mm la mia focale perfetta, una focale che mi restituisce la visione che ho del mondo, una focale che prediligo soprattutto nel ritratto. So che l’85 mm è l’ottica da ritratto per eccellenza, io amo fare ritratti ambientati, mi piace raccontare la persona che ho di fronte non solo attraverso il loro sguardo, ma anche attraverso il loro mondo, il loro ambiente.
Quando studiavo fotografia, e nelle fotocamere trovavi i rullini e non il sensore, mi dissero che il 50 mm era l’ottica che più si avvicinava alla visone dell’occhio umano, ed era anche l’ottica standard che trovavi in dotazione alla reflex. Con l’avvento del digitale (almeno sulle fotocamere full frame) le cose non sono cambiate! Comunque è questa la mia ottica perfetta, quella che mi permette di raccontare ciò che vedo al meglio. Da quando ho cambiato il mio modo di guardare il mondo su una delle mie reflex monto un’ottica Nikon 50 mm f1.4, sento che insieme ci completiamo, credo di aver trovato una lente che ha un ottimo rapporto qualità prezzo, un ottimo sfocato ed una grande nitidezza, dopo anni di zoom ho messo finalmente pace nel mio universo fotografico. La grande apertura di questa lente, accoppiata all’ottima tenuta agli alti ISO della mia reflex, mi permette di realizzare le mie visioni fotografiche in modo totalmente diverso da quello che facevo prima, mi riconosco di più nelle mie fotografie e quando fotografo mi sento più sereno e soddisfatto.
Sia chiaro, non sto dicendo che il 50 mm sarà la mia ottica preferita, perfetta, per tutta la vita, sicuramente arriverà un tempo in cui cercherò visioni diverse, in cui avrò necessità di variare i miei punti di vista, i miei soggetti. Arriverà un tempo in cui avrò necessità e voglia di raccontare altro ed in altro modo, ma fino a quando questo non capiterà, mi godrò fino in fondo le fotografie che sto scattando, senza rimpianti o insoddisfazioni, consapevole che sono le fotografie che voglio fare, non quelle che devo fare.
In conclusione permettetemi un consiglio: non stancatevi mai di sperimentare, e non scendete mai a compromessi tra quello che il mondo si aspetta da voi e quello che voi volete da voi stessi. Cercate la soluzione che vi permetta di esprimervi al meglio e soprattutto che vi renda soddisfatti di ciò che fate, solo così le vostre fotografie saranno l’espressione della vostra passione, e scattare vi renderà felici. Se credi di non aver trovato ancora ciò che può renderti un fotografo felice, se credi che le tue insoddisfazioni possano dipendere da una attrezzatura fotografica non adeguata alle tue esigenze, alle tue visoni, allora visita la pagina di Cine Sud e trova ciò che fa per te…
Fotografare è un po’ come suonare: ci deve essere armonia tra il musicista e lo strumento, se vogliamo sentire della buona musica.
Tiziano Grillo
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Autoscattiamoci… [Tiziano Grillo]
Tiziano Grillo
La mia biografia ad oggi sta tutta in questa foto scattata da una bimba di 5 anni, Alma De Luca. In questa foto ci sono io, uno che non si è preso mai troppo sul serio, sia nella vita che nella fotografia, pronto ancora a giocare, una persona, un fotografo che cerca ancora la sua strada la sua meta. Un fotografo che spera di riuscire a raccontare qualcosa con le sue Fotografie… Staremo a vedere.
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