La magia della storia, della cultura, delle tradizioni e dei paesaggi iraniani si specchia nelle fotografie di Masoud Mirzaei.
I paesaggi che ritrae sembrano lunari o provenire direttamente da un sogno, ma al contempo sono estremamente reali e tangibili grazie alla costante presenza di figure umane cariche di pathos, anche quando non visibili in volto.
La serie, ad esempio, che ha per protagoniste le donne iraniane le mette sempre in primo piano ma sempre interamente velate, spesso addirittura di spalle. L’Iran, come diversi altri Paesi del Medio Oriente, è una repubblica islamica in cui le prescrizioni del Corano sono seguite pedissequamente dagli 80 milioni di abitanti che popolano una nazione che è crocevia di millenni di storia e cultura.
La scelta di raffigurare le donne di schiena rivolte ad un paesaggio, magari mentre il vento muove le loro vesti, rimanda anche alla forza e alla capacità di resistenza delle donne iraniane.
Ma i soggetti ritratti da Mirzaei sono i più diversi e traggono forza espressiva e comunicativa soprattutto dal paesaggio che li circonda e dalle situazioni in cui vengono ritratti in quelli che sembrano, a tratti, dei dipinti in cui i tenui colori della natura riescono a stupire.
Ma non c’è solo l’Iran rurale nelle foto di Mirzaei. Il Paese, infatti, vanta un livello d’istruzione alto e della sua popolazione, circa il 60% è al di sotto dei 30 anni: l’evoluzione tecnologica e il progresso scientifico a cui l’Iran guarda sono così un tema narrativo interessante che ricorre nella serie di scatti più geometrici e in bianco e nero di Mirzaei.
Molti degli scatti sono ambientati e realizzati a Mashhad, la capitale del Razavi Khorasan, la più a Nord tra le 31 provincie dell’Iran. La città è una nota meta religiosa in quanto ospita il Santuario dell’Imam Reza e la moschea di Goharshad risalente al XV secolo.
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Nato a Catanzaro nel 1984, è giornalista, fotografo e consulente di comunicazione. Attualmente collabora con Gazzetta del Sud e dirige il magazine della Camera di Commercio di Catanzaro CalabriaFocus.it. Nella sua fotografia ha introdotto gli elementi della professione giornalistica concentrandosi sul reportage (anche nelle cerimonie) e sulla narrazione per immagini della realtà. Alcuni suoi reportage sulla baraccopoli di Rosarno sono stati pubblicati dal Corriere della Sera.
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