Info
Linda Acunto è nata a Napoli nel 1990. Ha studiato fotografia all’Istituto Europeo di Design di Roma, concludendo il percorso triennale con un progetto fotografico in memoria delle vittime innocenti della criminalità comune e organizzata di Napoli, la sua città natale. Il progetto è stato realizzato con la collaborazione di varie associazioni e fondazioni, tra cui LIBERA (Associazioni, nomi e numeri contro le mafie) ed è stato presentato in varie città (Napoli, Roma, Oxford). Per proseguire gli studi, ha partecipato a diversi workshop tra cui un laboratorio di fotografia curato da Giuseppe Lanci, master in direzione della fotografia, presso il Centro Sperimentale di Cinematografia. Attualmente sta frequentando un master in fotogiornalismo contemporaneo.
La Grande Caldera
Non c’è altro posto al mondo dove la storia, il mito e le leggende si radicano e prosperano in una magica combinazione con la natura stessa dei luoghi. I Campi Flegrei sono un luogo incantevole e il primo a “cantarne” il fascino e la sua magia fu Virgilio.
Situata nel golfo di Pozzuoli, a ovest dalla città di Napoli, la caldera dei Campi Flegrei, dal greco letteralmente “campi ardenti”, denota la natura vulcanica dell’area nella quale è presente un’attività di sottofondo, sismica e deformativa che ha fatto salire la zona ad un livello di allerta di attenzione.
Nella caldera dei Campi Flegrei non c’è un semplice vulcano centrale con la caratteristica forma a cono che domina il paesaggio e che ti da una certa consapevolezza del rischio e un maggior grado di “accettazione consapevole” del territorio in cui si vive. La sua conformazione è molto particolare; il vulcano c’è ma non si vede. Ed è proprio sulla pancia in movimento di questo gigante che l’urbanizzazione è molto intensa; praticamente è all’interno dell’area vulcanica stessa. Gli abitanti dei Campi Flegrei sono consapevoli di abitare un territorio irrequieto e vivono con sentimenti contrastanti che passano dall’amore e la speranza per la propria terra all’ansia di doverla abbandonare.
Proposta per CONFINI
“Il 25 novembre del 2018 sono diventata madre ed ho scoperto una nuova relazione, una relazione che ha annullato tutto ciò che ero prima portandomi ad una sorta di rinascita. L’essere madre ha cambiato totalmente la mia percezione della realtà, del tempo, della casa, del mio corpo. Non esistono confini per una madre e, se esistono, questi sono superati.
Vorrei realizzare un progetto di tipo personale che parli di questo sconfinamento naturale, questo uscire fuori da ogni limite per aprirsi alla maternità.”
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