«Le immagini che compongono questo volume ripercorrono momenti di vita privata e pubblica condivisi con Letizia Battaglia tra la metà degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’90: il teatro, la musica, le attività all’ospedale psichiatrico, le amicizie, i festival, l’interesse per la creazione artistica contemporanea. Insieme, ci siamo formati alla fotografia e attraverso di essa, pur mantenendo ognuno la sua personalità, il suo sguardo e il suo approccio alla realtà, non sovrapponibili ma piuttosto complementari. […]
In questo momento, in cui Letizia non c’è più, ma la sua presenza pubblica perdura e la sua immagine è appropriata in modi spesso distanti da ciò che Letizia era, questo volume vuole essere un omaggio alla sua persona, con le sue debolezze, le sue contraddizioni, la sua forza di volontà e la sua idealità.» — Franco Zecchin
«Scegliendo nel suo archivio le foto che ritraggono Letizia, Franco Zecchin convoca nel tempo interiore dell’elaborazione una donna che ha contato molto nella sua vita, una grande fotografa che con lui è stata testimone di un tempo e di una stagione terribili, e ce ne offre una visione mobile, delicata, intima. […]
È una sorta di diario, ma è anche il ritratto in movimento di una donna speciale che ha fatto della sua esistenza, in ogni istante, un romanzo.» — Roberto Andò
Franco Zecchin
(Milano, 1953) Nel 1975 si trasferisce a Palermo, dove diventa fotografo professionista, lavorando sulla mafia, la corruzione politica e le condizioni sociali in Sicilia. Nel 1980, è tra i fondatori del Centro di Documentazione contro la Mafia Giuseppe Impastato. Fa teatro e realizza film all’interno dell’ospedale psichiatrico di Palermo. Nel 1988 diventa membro nominé dell’agenzia Magnum. Tra il 1989 e il 1991 conduce un’inchiesta fotografica sui rapporti tra inquinamento industriale e salute pubblica in Slesia (Polonia). Nel 1991 inizia una ricerca fotografica sul nomadismo e l’uso delle risorse ambientali lavorando per alcuni anni su una decina di società in diverse parti del mondo. Oggi vive e lavora a Marsiglia dove, insieme alle attività di formazione alla fotografia, continua a esplorare il rapporto tra territorio e pratiche sociali attraverso la fotografia. Le sue foto fanno parte delle collezioni dell’International Museum of Photography di Rochester, del MOMA di New York e della Maison Européenne de la Photographie a Parigi.
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