
Un fantastico libro fotografico dal titolo
“Contact High: A Visual History of Hip Hop”
Ideato, organizzato e scritto da VIKKI TOBAK.
Volume edito da: edito da Clarkson Potter
L’hiphop è uno dei generi musicali più popolari al mondo, i suoi attori principali, i rapper, sono diventate le personalità più influenti della cultura mainstream, addirittura un Premio Pulitzer vinto da Kendrick Lamar: per chi non lo conoscesse è un celebre rapper, cantautore e produttore discografico statunitense.
Il libro racconta gli albori e approfondisce un tema molto dibattuto e cioè come è accaduto che un’intera cultura sia riuscita a diventare dominante, passando anche per l’imposizione di canoni estetici e visivi che parevano inconciliabili con il grande pubblico, e che invece poi sono diventati mainstream.
Devo specificare che non è un libro soltanto di fotografie ma la raccolta delle immagini è così incredibile che ci si appassiona a leggere e a guardare senza sosta. Oltre a saggi, interventi, ricordi, interviste ai più importanti esponenti del genere musicale ci si sofferma sui racconti dei fotografi che hanno realizzato le immagini più iconiche.
Quando artisti e fotografi riuscivano a entrare in sintonia si creava una vera e propria magia. Molti di loro sono diventati famosi assieme, e questa è una cosa successa solo con l’hip hop.
E’ anche necessario ricordare che molti dei fotografi che hanno iniziato a collaborare con gli allora ignoti artisti non avevano una preparazione professionale, erano amici e dilettanti in un tempo in cui si potevano fare le cose senza imposizione e quindi sperimentare senza limiti. Queste immagini, inconsapevoli allora, adesso ci raccontano un percorso interessantissimo su identità, cultura, razza e tutto quello che l’hip hop ha manifestato quale parte di una documentazione culturale più ampia.
Con la visione dei provini a contatto provenienti da questi archivi, immagini originali e mai editate, è possibile capire come i fotografi abbiano pensato i set fotografici, le sequenze, le scenografie, quante immagini preparatorie e da quali diverse prospettive hanno deciso di raccontare gli artisti.
Alcuni dei fotografi presenti nel libro hanno iniziato come tour manager o semplici confidenti; Estevan Oriol con i Cypress Hill o Jorge Peniche con Nipsey Hussle. Alcuni, come Gordon Parks, erano già leggende quando hanno cominciato a scattare l’hip hop, ma la maggior parte di quelli coinvolti nel progetto diranno, prima di tutto, di essere fan della musica e della cultura.
E’ noto a tutti che quando fai le cose con passione, con forte dedizione perché ami quello che stai facendo, quello che restituisci al mondo è molto più profondo di una fotografia bidimensionale, lì dentro c’è il racconto di una vita, di una storia. Quella dell’HipHop ad esempio.

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Fotografo ritrattista. Venti anni di esperienza nella fotografia di “people” spaziando dal ritratto per celebrity, beauty, adv e mantenendo sempre uno sguardo al reportage sociale.
Ha coordinato il dipartimento di fotografia dell’Istituto Europeo di Design ed è docente di Educazione al linguaggio fotografico presso la Raffles School, Università di design di Milano.
Il suo portfolio comprende lavori autoriali e commerciali per FIAT, Iveco, Lavazza, Chicco, Oréal e la pubblicazione di quattro libri fotografici: “Ecce Femina” (2000), “99 per Amnesty” (2003),
“La Soglia. Vita, carcere e teatro” (premio reportage Orvieto Prof. Photography Awards 2005),
“Go 4 it/Universiadi 2007”.
Ha curato l’immagine per vari personaggi dello spettacolo, Arturo Brachetti, Luciana Littizzetto, Fernanda Lessa, Antonella Elia, Neja, Eiffel65, Marco Berry, Levante …
Negli ultimi anni ha spostato la sua creatività anche alle riprese video, sia come regista che come direttore della fotografia, uno dei suoi lavori più premiati è il videoclip “Alfonso” della cantautrice Levante (oltre otto milioni di visualizzazioni).
Ha diretto il dipartimento di fotografia dello IED di Torino ed è docente di “Educazione al linguaggio fotografico” presso la RM Moda e design di Milano.
Paolo Ranzani è referente artistico 4k in merito al progetto “TORINO MOSAICO” del collettivo “DeadPhotoWorking”, progetto scelto per inaugurare “Luci d’Artista” a Torino.
E’ stato nominato da Giovanni Gastel presidente AFIP Torino.
Nel 2019 il lavoro fotografico sul teatro in carcere è stato ospite di Matera Capitale della Cultura.
Pubblicati e mostre:
“Ecce Femina” (2000),
“99 per Amnesty” (2003),
“La Soglia. Vita, carcere e teatro” (premio reportage Orvieto Prof. Photography Awards 2005),
“Go 4 you/Universiadi 2007” ,
Premio 2005 per il ciack award fotografo di scena
Premio 2007 fotografia creativa TAU VISUAL
Premio 2009 come miglior fotografo creativo editoriale
Ideatore e organizzatore del concorso fotografico internazionale OPEN PICS per il Salone del Libro di Torino – 2004
Dal 2017 scrive “Ap/Punti di vista” una rubrica bimestrale di fotografia sul magazine Torinerò.
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