Nei decenni più recenti un grande interesse ha suscitato presso generazioni di fotografi l’interesse e la pratica per la fotografia di paesaggio e di ambienti. Stare fotograficamente dentro il paesaggio, dentro i luoghi del nostro vivere quotidiano e della vita sociale e comunitaria è diventata per i fotografi una esigenza che trascende i movimenti e le mode ma risponde a una necessità di documentare visivamente scorci del mondo – siano essi paesaggi esterni o interni agli edifici – che è in continua, profonda trasformazione.

In questo filone – che come metodologia progettuale e forme stilistiche si è configurato in molte diverse maniere – si inserisce in Italia una generazione nata tra gli anni Cinquanta e i Sessanta, nella quale chi scrive questa nota si riconosce pienamente, che ha avuto punti di riferimento in alcuni autori di qualche anno più grandi, protagonisti di metodologie progettuali e impostazioni stilistiche ormai consolidate: basti ricordare nomi come Cresci, Ghirri, Basilico, Jodice per individuare percorsi visivi molto diversi tra loro e ben noti a tutti coloro che si interessano di fotografia.
Tra gli autori che praticano questi percorsi un posto particolare spetta e Stefano Di Marco: nato nel 1950, vive a Bari ed è un autore schivo, poco avvezzo alla pratica presenzialista ma dotato di uno sguardo fotografico profondo e intrigante.

I suoi paesaggi – siano essi colti nella luce del giorno o nelle più misteriose ore serali – e i suoi interni hanno sempre quel tocco in più che li distingue da molti altri autori: c’è sempre nelle atmosfere di Stefano qualcosa di misterioso, intrigante, che spinge l’occhio e la mente dello spettatore a immergersi con più attenzione in luoghi che altrimenti apparirebbero banali.

Tra i suoi lavori inediti segnalo un complesso progetto realizzato all’interno del Palazzo della Provincia di Bari, un imponente edificio in stile eclettico realizzato negli anni Trenta secondo le modalità stilistiche del Fascismo, tendenti alla grandiosità monumentale. Stefano ha potuto documentare con certosina attenzione tutti gli ambienti dell’enorme edificio, da quelli più spettacolari destinati alla fruizione pubblica a quelli più riservati degli uffici interni ai sotterranei, una miniera, questi ultimi, di archivi, oggetti vari e opere d’arte transitate in un modo o nell’altro negli eventi organizzati dall’Ente della Provincia.
Il suo sguardo sugli aspetti ambientali dell’edificio conferma la sua grande capacità di individuare scorci e dettagli particolari, che, immersi in una penombra misteriosa, suscitano nello spettatore la meraviglia dell’apparente semplicità: ambienti dove quasi sempre non c’è nulla di straordinario – pur nella singolarità del Palazzo – ma che con pochi elementi essenziali costruiscono un percorso di riflessione.

Questo aspetto diventa invece più platealmente riconoscibile nelle fotografie realizzate nei sotterranei dove, accanto a cataste di oggetti disparati – tutti materiali testimoni dell’attività dell’ente Provincia: poltroncine, pacchi, cornici, dipinti, oggetti d’arte e sculture – compaiono decine di busti e statue, probabilmente di uomini illustri o allegorie di eventi. Coperti per protezione da teli di plastica trasparente queste figure paiono animare questi spazi desolati, congelati nella loro immobilità simbolica. E Di Marco ne coglie appieno l’afflato, dando loro vita e trasportando lo spettatore delle sue fotografie in una dimensione dove la storia, la cronaca e il mistero del tempo prendono forma nella luce soffusa del presente.
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Nato nel 1950 nel Salento, Pio Tarantini ha compiuto studi classici a Lecce e poi Scienze Politiche all’Università Statale di Milano, dove vive dal 1973. Esponente della fotografia italiana contemporanea in quanto autore e studioso ha realizzato in quasi cinquanta anni un corpus molto ricco di lavori fotografici esposti in molte sedi italiane pubbliche e private.
La sua ricerca di fotografo eclettico si è estesa in diversi ambiti, superando i vecchi schemi dei generi fotografici a partire dal reportage, al paesaggio, al concettuale… Leggi tutto
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