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Lavorare con la fotografia, realtà o utopia?

di Erik Colombo

Buongiorno a tutti, è un piacere fare la vostra conoscenza, mi chiamo Erik Colombo e oggi voglio parlarvi di un argomento molto sentito tra le nuove generazioni che volgono i loro primi sguardi al mondo del lavoro. Se avete appena terminato gli studi in qualche facoltà artistica oppure avete avuto la sfortuna, o la fortuna dipende dai punti di vista, di dovervi reinventare ma non sapete come muovere i primi passi in questo mondo, siete nel posto giusto.

Premettiamo una cosa, questo ambiente è saturo di concorrenti, ma cosa vuol dire la parola “concorrenza”? E soprattutto, si può utilizzare questo termine in un ambito artistico? Andiamo con ordine.

 “Concorrenza: competizione, spec. tra persone o enti che cercano di affermarsi in un determinato settore commerciale”

 Questo è quello che recita il nostro dizionario e ha ragione, ovviamente, ma secondo me ci sono molte più sfaccettature, molte più sfumature in questa tavolozza di colori del classico bianco e nero. Un concorrente è davvero solo chi fa il nostro lavoro? Quale è la differenza tra concorrente e collega, o collaboratore? Queste sono le domande che dobbiamo farci nell’esatto momento in cui vogliamo affacciarci a questa professione. Lavorando in un ambito artistico il cliente che vi contatterà in futuro lo farà per due motivi principalmente: o gli siete piaciuti, o avete un prezzo concorrenziale. Se parliamo del secondo caso scartate quel cliente. L’arte non si misura in base a un preventivo, il vostro tempo non si valuta al ribasso, non vendetevi mai. Se invece parliamo del primo caso e ve lo auguro, sarà perché avrà visto in voi qualcosa, quel qualcosa che non ha visto in altre persone, perché avrete suscitato in lui delle emozioni tramite le vostre fotografie così forti da fargli dire “voglio lui/lei, lui/lei e nessun altro/a” come se fosse l’inizio di un grande amore.

Mi rendo conto di parlare per assolutismi e per concezioni di non facile applicazione nella vita reale, ma seguite il mio ragionamento: se io sono sicuro di me stesso, della mia arte, del mio potenziale, di quello che ho da dire, perché devo pensare alla concorrenza? Ho davvero tempo da perdere guardando l’operato di altre persone, oppure preferisco investire le mie giornate per crescere umanamente e professionalmente? 

Viviamo in un paese che purtroppo ha una mentalità ottusa da questo punto di vista, dove un possibile collega diventa un concorrente, ci hanno insegnato a pensare “mors tua vita mea”, ma io vi chiedo, non c’è davvero spazio per lavorare insieme e vivere di arte? Credetemi, le possibilità ci sono, io ne sono la prova.

Ho 27 anni e sono davvero felice di potervi dire “io vivo di arte, vivo di passioni” e fidatevi che non ho nulla di speciale in più di voi, come ce la sto facendo io potete farcela anche voi.

Non ho mai pensato al prossimo come un rivale, ma come un collega, una persona dalla quale imparare e apprendere il più possibile non solo lavorativamente ma anche umanamente. Avevo solo 19 anni quando ho iniziato a lavorare nel mio primo studio fotografico, studiavo e lavoravo, pulivo lo studio, preparavo i set fotografici, spostavo e collegavo cavi, stiravo gli abiti per le campagne di moda e accoglievo la clientela, la macchina fotografica era allora un miraggio, una piccola oasi nel deserto. Sapete quando ho scattato la mia prima fotografia in quello studio? Avevo 22 anni compiuti e paradossalmente è stato facile come respirare. Spesso abbiamo la fretta di prendere in mano l’attrezzatura, di andare sul campo, ci scordiamo la bellezza dell’attesa e il piacere che può darci il desiderio dell’appassionarsi a questo mondo, ignoriamo quanto si può imparare anche solo osservando in silenzio. Non smettete mai di studiare, oggi ho 27 anni e ho aperto il mio studio fotografico, ho una mia azienda che offre servizi a 360° per la cura dell’immagine dal privato alle grandi aziende e, come voi, sono partito dal niente. Volete sapere la cosa più bella di questa realtà 100% made in Italy? Sapete chi sono i miei collaboratori? Tutti miei studenti. Per coloro che non mi conoscessero io sono un docente special guest Canon, insegno in italia e all’estero per alcuni tra i migliori brand al mondo di fotografia tra cui Leofoto, NiSi, X-Rite e molti altri. Questo mi ha permesso di venire in contatto con davvero centinaia di persone in tutta la nazione e, tra queste, chi mi ha veramente dimostrato di amare questo mondo ho deciso di prenderlo sotto la mia ala e di offrirgli la stessa occasione che era stata offerta a me all’epoca, ovvero di lavorare quando ero poco più di un ragazzino con la patente. Oggi il mio studio fotografico vanta ben 5 fotografi e videomaker, un dronista con patente, un assistente per la sala di posa, un art director, un grafico, un social media manager e un web developer.

Sapete qual’è il consiglio che posso darvi? Credete in voi stessi. Studiate, mettetevi in gioco e soprattutto vi auguro di trovare tante persone che provino a farvi desistere. Che tentino ogni giorno di farvi mollare con le solite frasi qualunquiste riguardante qualche aneddoto che hanno sentito al bar del paese, travisato di bocca in bocca detto da qualche malalingua con il fegato avvelenato da una sconfitta di troppo, perché è proprio grazie a loro che troverete la forza di muovere i primi passi in questo mondo e fidatevi che ne vale la pena.

Nel prossimo articolo voglio darvi cinque consigli pratici che potrete applicare per farvi strada in questo mondo, sempre basati sulla mia esperienza.


È stato un vero piacere fare la vostra conoscenza, a presto,

Il vostro Erik

 

 

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