



I problemi ecologici, di salute e sociali creati a Taranto dalla più grande acciaieria d’Europa, attuale ArcelorMittal, ex-ILVA e nata a metà degli anni Sessanta nel capoluogo ionico come Italsider, costituiscono da molti anni un terreno aspro di discussioni e battaglie. Una matassa difficile da dipanare perché tutti i gravissimi danni alla salute causati dalla gigantesca cattedrale nel deserto costruita accanto alla città vanno a scontrarsi con le esigenze dell’economia della città e della zona circostante. Chiudere l’ILVA significherebbe buttare in mezzo a una strada migliaia di famiglie che vivono dell’occupazione che la grande azienda e l’indotto offrono al territorio: la strada da seguire è quella di un immediato e totale ammodernamento che elimini i problemi causati dalla fabbrica. Ma un ammodernamento così radicale ha dei costi molto alti che ne rallentano o ridimensionano la realizzazione a scapito degli abitanti della zona.
Su questo problema – oltre alle inchieste della magistratura, a quelle giornalistiche e alle proteste della popolazione – i fotografi e gli artisti in genere hanno dedicato sempre molta attenzione producendo nel corso degli anni interessanti documentazioni e opere d’arte di diversa natura.
Un altro contributo all’argomento nasce a Ruvo di Puglia, una cittadina a Nord-Ovest di Bari, tra il mare e l’Alta Murgia, dove nel Nuovo Teatro Comunale è stata allestita una mostra “Ilvarum Iaga − Cento disegnatori contro la strega rossa” accompagnata da “Cade la pioggia ma che fa”, una photonovel a cura di Mauro Ieva.
Ieva concentra l’azione del suo racconto in un pomeriggio trascorso al quartiere Tamburi di Taranto, tristemente famoso per la sua vicinanza all’area dell’ILVA di cui purtroppo raccoglie i frutti più velenosi dell’inquinamento, pagando un prezzo altissimo in termini di malattie e vite umane perdute. L’azione fotografica si svolge durante una partita di calcio di ragazzini, i cosiddetti pulcini, che avviene sotto una pioggerella leggera ma insistente: ed è proprio l’effetto della pioggerella che rende difficoltosa la prestazione degli imberbi giocatori su un campo pesante ma nello stesso tempo li salvaguarda in parte dagli effetti delle polveri dell’acciaieria impedendone la volatizzazione.
Ieva mette insieme i fotogrammi di questo reportage accostandoli e impaginandoli come avviene per le pagine delle graphic novels, costruendo una storia semplice e delicata con l’obiettivo di interessare e coinvolgere un pubblico variegato, non specialistico, mirando alla sostanza e al fine del progetto. Ieva si è avvalso, nella composizione delle pagine della sua photo-novel, di didascalie che sono citazioni da interventi giornalistici o saggistici dello scrittore e giornalista tarantino Alessandro Leogrande, prematuramente scomparso ma che ai problemi della sua città ha rivolto sempre molta attenzione. E questo aggancio letterario di Ieva – che nella sua vita ha sempre lavorato nel mondo dei libri – lo si ritrova anche nelle finalità del progetto, come viene dichiarato dai curatori delle due mostre: il progetto “ha anche il fine di raccogliere fondi per attivare il Progetto “Nati Per Leggere al Quartiere Tamburi”: allestire piccole biblioteche negli studi pediatrici del quartiere dove poter leggere e regalare un libro ai bambini che attendono la visita, spiegando ai genitori l’importanza della lettura ad alta voce per lo sviluppo emozionale e cognitivo dei bambini stessi al fine di contrastare i possibili effetti della esposizione agli inquinanti neurotossici”.
“Cade la pioggia ma che fa”, una photonovel a cura di Mauro Ieva e “Ilvarum Iaga − Cento disegnatori contro la strega rossa”.
Due mostre di disegni e fotografie
Ingresso gratuito, visibile fino al 6 gennaio 2022.
Nuovo Teatro Comunale Ruvo di Puglia (Bari)
Via Sandro Pertini, 70037 Ruvo di Puglia BA
Altri articoli di questo autore
Stefano Di Marco – Le pietre di scarto
Cieli e rami, acque e luci nelle fotografie di Fabiana Bassetti
Fino all’ultimo miglio
Lo spazio del Sacro di Gianni Zanni
Le montagne di carta di Gianni Maffi
Il fascino di un fiume nelle fotografie di Pino Pavone
Le fotografie surreali di Mario Cucchi
Le “Mappe arboree” di Alessandro Vicario
BuonaDomenica#191 “Lui”, il senzatetto stanziale e il primo maggio di Pio Tarantini
Novecento volte Eugenio Allegri: un volume pregiato da realizzare

Nato nel 1950 nel Salento, Pio Tarantini ha compiuto studi classici a Lecce e poi Scienze Politiche all’Università Statale di Milano, dove vive dal 1973. Esponente della fotografia italiana contemporanea in quanto autore e studioso ha realizzato in quasi cinquanta anni un corpus molto ricco di lavori fotografici esposti in molte sedi italiane pubbliche e private.
La sua ricerca di fotografo eclettico si è estesa in diversi ambiti, superando i vecchi schemi dei generi fotografici a partire dal reportage, al paesaggio, al concettuale… Leggi tutto
No comment yet, add your voice below!