La nostra inviata Tiziana Bonomo ci presenta uno sguardo su Arles, il Festival più importante d’Europa.
Arles, un pellegrinaggio un viaggio per devozione per ricerca come quello religioso considerato sacro. La definizione di pellegrinaggio indica un particolare tipo di viaggio, un andare finalizzato, un tempo che l’individuo stralcia dalla continuità del tessuto ordinario della propria vita, per connettersi al sacro. Ebbene sì sacro! connesso, più o meno intimamente, con la divinità in questo caso della fotografia, che impone un particolare atteggiamento di riverenza e di venerazione: “Les Rencontres d’Arles”, ogni estate, dal 1970.
Il viaggio si ripete, per quanto possibile, ogni anno per ritrovare quell’atmosfera magica fatta di combinazioni alchemiche: luce, case, anfiteatri, gente da tutto il mondo e di tutte le età, mostre eccellenti, viuzze provenzali, vento, hotel dieu, sapori, libri, incontri, artisti, curatori, giornalisti e naturalmente “fotografi”, tanti fotografi!
Il tempo di permanenza è irrilevante due, tre giorni o una settimana. Ciò che conta è sentire la dolce energia che fa guardare con più o meno velocità – a secondo del tempo a disposizione – le immagini disseminate nelle tante mostre in giro per Arles. Fa ascoltare incontri, firmare libri, parlare con tanti …. È uno stimolo alla concentrazione e alla ricerca sul senso della fotografia, delle sue potenzialità, dei suoi limiti e della fantastica possibilità di confrontarsi!! Lontano dal concetto di perfezione, il festival è più vicino all’idea di un veliero che per navigare ed esplorare lidi lontani necessita di un equipaggio numeroso, capace in tutte le sue sfumature: organizzative, amministrative, di allestimento, di forniture, comunicative, manageriali, gestionali oltre alle competenze culturali di un linguaggio che di anno in anno svela nuove facce e si presta a diverse interpretazioni. Si va per vedere la fotografia destreggiandosi tra app, brochure, opuscoli e innumerevoli servizi che rendono facile l’accesso anche a chi non è nato per andare a spasso alla ricerca della fotografia.
Il titolo del festival di quest’anno è “SOUS LA SURFACE- SOTTO LA SUPERFICIE:
agitazioni, spiriti, tracce, letture parallele e riletture sono tutte nuove prospettive alla base dell’edizione 2024 de Les Rencontres d’Arles. Fotografi, artisti e curatori rivelano le loro visioni, le loro storie, come quella della nostra umanità, a sua volta contrastata, in perenne ridefinizione, resistente, ma anche visionaria. Che siano ai margini o affermate, le storie conducono a molteplici percorsi. Tutti provengono dagli interstizi di una superficie porosa: si mescolano, si sovrappongono e si confondono. È un momento emozionante, con tante strade diverse da percorrere.”
L’emozione c’è che fa dubitare, gioire, commuovere. Per scoprire alla prossima puntata.
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“La mia tipica cena”
Dal 2015 mi dedico attivamente al progetto ArtPhotò con cui propongo, organizzo e curo eventi legati al mondo della fotografia intesa come linguaggio di comunicazione, espressione d’arte e occasione di dialogo e incontro. La passione verso la fotografia si unisce ad una ventennale esperienza, prima nel marketing L’Oreal e poi in Lavazza come responsabile della comunicazione, di grandi progetti internazionali: dalla nascita della campagna pubblicitaria Paradiso di Lavazza nel 1995 alla progettazione, gestione e divulgazione delle edizioni dei calendari in bianco e nero con i più autorevoli fotografi della scena mondiale fra cui Helmut Newton, Ferdinando Scianna, Albert Watson, Ellen von Hunwerth, Marino Parisotto, Elliott Erwitt e i più famosi fotografi dell’agenzia Magnum.
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