Ho sempre cercato un mezzo per potermi raccontare.
Il mondo attorno a me, mi appariva come un contenitore di meraviglie, di storie da raccogliere e condividere.
Ho iniziato fotografando la mia famiglia: mio fratello, i miei genitori, mia nonna, gli amici di scuola. Erano i loro volti a farmi da guida attraverso emozioni e sensazioni che volevo fermare.
La mia è una storia di confine e di mescolanza: papà pugliese e mamma friulana di un paesino ai confini con la Slovenia.

Dico sempre che il mio primo confine l’ho imparato da una pietra: stava li, nel mezzo del bosco, a indicare una frontiera valicabile. Non muro, non blocco, ma punto di passaggio e di incontro.
Crescendo ho unito la mia curiosità per i mondi ai margini, per il confine, alla passione per le storie umane.
Sono diventa una reporter perché in fondo l’essere umano e il suo essere nel mondo sono la cosa che più mi affascina.


Racconto storie perchè le sento, le vivo, le voglio comprendere.
Utilizzo la parola oltre all’immagine, perchè penso che sia meraviglioso mescolare mezzi e canali per poter condividere ciò che mi circonda, ciò che circonda tutti noi.
La fotografia per me, in buona sostanza, è l’incontro con l’altro e, insieme, l’incontro con me stessa.


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