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La fotografia dell’Umano di Saverio Miceli in mostra al Gutenberg

di PHocus Magazine

SGUARDI 40 scatti 40 storie 40 racconti senza parole. In mostra dal 22 al 27 maggio Liceo  Galluppi – Catanzaro
Ritratti di donne che raccontano la propria storia senza parlare, utilizzando esclusivamente la forza espressiva dello sguardo. Sono fotografie scattate per strada, catturate in maniera complice ma senza posa, istantanee di incontri occasionali. Ed unici.
Sono immagini di volti, di sguardi, di espressioni e di sorrisi che raccontano o aiutano ad immaginare la storia di quella donna, di quella gente, di quei posti.
Osservare queste foto, incontrare questi sguardi significa perdersi nel ricordo delle atmosfere di quei luoghi, nei suoni, nei rumori, nei profumi.
Riosservarle il giorno dopo significa immaginare e poi reimmaginare una volta ancora una storia diversa, riscrivendola in sintonia con il proprio mutato stato d’animo.
Sono figure che esprimono nella loro spontaneità e semplicità, una forza enorme e diventano simbolo, esempio, icona.
Icona di donna in gravidanza in contesti sociali e sanitari difficili come in India, in un villaggio Masai, in Madagascar.
Icona di maternità laica di mamma lavoratrice e di mamma-bambina.
Icona di nonna premurosa e attenta nei confronti del nipotino, uguale in tutto il mondo, oppureaustera come queste nonne Uzbeke, austere ma pronte però ad aprirsi e a restituire un sorriso di fronte al sorriso del fotografo.

Icona di allegria, follia, forza, entusiasmo, energia, colore, come le ragazze Cos-play in Giappone, a Rio de Janeiro, o le spose di Samarcanda.
Icona, testimonianza di realtà lavorative in contesti sociali molto difficili come l’insegnante-eroina in un villaggio di un’isola sperduta nel Madagascar.
Icona della lotta e della protesta per il riconoscimento dei diritti negati: Il diritto alla salute in India o in Africa.
Il diritto alla libertà di espressione della mente e del corpo, simboleggiato dalla lotta in Iran all’obbligo dell’hijab.

Il diritto alla verità reclamato dalle Madri di Plaza de Mayo, madri dei desaparecidos scomparsi in Argentina tra il 76 e l’83 durante la dittatura militare.
Sono racconti senza parole di vite sospese tra l’illegalità e la tolleranza, tra la rabbia e la rassegnazione, tra l’allegria e la disperazione, tra la protesta e la speranza, tra fame e miseria, tra morte e sopravvivenza.

 

L’ultima foto ritrae il momento magico della nascita. Rappresenta un ipotetico sbarco in una sala parto di un qualsiasi luogo del Pianeta Terra. Un punto di arrivo ma soprattutto un punto di partenza di un viaggio che il nostro eroe si appresta a compiere. Il percorso non sarà facile. Il destino nasce spesso già segnato dalla realtà esistente nel luogo e nella comunità sociale in cui la nascita avviene. Ci vuole fortuna a nascere in un posto anziché in un altro. Benvenuto sulla terra. In bocca al lupo. Sarà dura ma bisogna crederci

 

Saverio Miceli – ginecologo, passione per ecografia e fotografia vive e lavora a Catanzaro

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