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…la fotografia.

di Damiano Errico

..ero un pittore, la mia fotografia nasce dai miei studi artistici, ispirati dai grandi maestri d’arte. I concetti che cerco sono il rapporto tra Sacro e Profano, tra Tormento ed Estasi. Trovo una fotografia meravigliosa che unisce la materia con l’anima.

Da bambino disegnavo sempre, a 14 anni dipingevo. All’età di 20 anni ho iniziato a scattare foto. Ho capito che matite, pennelli, colori, macchine fotografiche sono solo oggetti, sono strumenti come un traduttore, danno forma ai nostri pensieri, al nostro intelletto. Le mie fotografie esistono già nella mia mente.

Quando guardo una scultura, o un dipinto, inizio a viaggiare con l’immaginazione, trovo una moltitudine di ispirazioni, fino ad avere una visione che si avvicina molto alla mia foto finale. Devo solo reinterpretarla, quindi credo che il lavoro più complesso sia nella nostra mente, lo scatto della foto è la parte finale, è la sintesi di tutta la nostra cultura e del nostro intelletto.

Quando scatto una fotografia, tutte le opere d’arte che ho studiato e che ho osservato sono disponibili per ispirarmi. Ma il mio progetto non è copiare un’opera d’arte, bensì aggiungere il mio stile personale con la modernità dei tempi. Quindi il mio lavoro più importante è studiare, osservare e infine fotografare. Tutto il mio studio è conservato nella mia mente: sono un fotografo da 30 anni, la mia ultima fotografia contiene 30 anni di studi .E’chiaro che pittori e scultori mi ispirano, ma ho trovato fonti di ispirazione anche tra i fotografi.

Sono stato fortunato perché sono stato allievo di Mimmo Jodice, un grande maestro della fotografia internazionale, con lui ho apprezzato le statue classiche, osservando le mani, la postura, lo sguardo, da lui ho capito l’importanza delle luci e dei volumi, la magia del bianco e nero.
Michelangelo Buonarroti sosteneva che la sua scultura esisteva già nel blocco di marmo, era solo necessario rimuovere il marmo in eccesso e tirare fuori l’idea. Questo è un concetto prezioso che può essere applicato a tutte le ricerche: le foto esistano già, dobbiamo essere noi a trovarle e come le troviamo? attraverso la ricerca, attraverso la sperimentazione, ma soprattutto attraverso gli studi dei maestri.

Di solito lavoro su progetti. Per lunghi periodi leggo, osservo e studio, quindi accumulo molta energia mentale e poi inizio a scattare foto.

Il mio è un processo di meditazione, una lunga meditazione per poi agire. Accumulo esperienza e poi agisco. Anche il rapporto con le modelle è importante, cerco di coinvolgerle nella mia ricerca: vediamo insieme alcuni lavori, poi decidiamo come fare le foto. Ma spesso capita che il mio progetto iniziale subisca delle variazioni perché durante la sessione fotografica ricevo nuovi stimoli.

L’arte è magia perché conosci solo i punti di partenza, non conoscerai mai l’arrivo, questa si chiama ricerca.
La mia luce è naturale, di solito è la luce della finestra, anche se inserisco un pannello diffusore tra la luce e il modello in modo da avere una morbidezza davvero eccezionale. Anche quando sono fuori cerco di fotografare con la luce del sole, utilizzando sempre un filtro con pannello diffusore. Prima lavoravo spesso con il flash, anche all’aperto, ma in questo periodo prediligo la luce naturale. L’importante è saper gestire tutte le luci, perché ogni luce va amata, rispettata. Sono arrivato a questa luce osservando la luce nelle opere dei grandi maestri, studiando i loro atelier e le loro ambientazioni. Insomma, un viaggio nella storia dell’arte!

Da quando ero un pittore, e questo è stato fondamentale per la mia fotografia, il “viaggio” attraversa tutti i miei studi artistici e la mia manualità pittorica, riportando questa esperienza nella mia macchina fotografica. Parto da una fotografia per portarla in una dimensione pittorica. Sono convinto che la fotografia sia come tutte le altre discipline artistiche, quindi deve coniugare l’aspetto estetico con un contenuto, e noi europei abbiamo un grande patrimonio culturale nel DNA, abbiamo il compito di continuare il percorso che i grandi maestri hanno lasciato in eredità.

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