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Josef Koudelka: Zingari

di PHocus Magazine

Zingari, in edizione tascabile, è la versione aggiornata del celebre titolo. Si tratta del campione originale di Cikáni (termine ceco per “zingari”) preparato da Josef Koudelka e dal grafico Milan Kopřiva nel 1968 che avrebbe dovuto essere pubblicato a Praga nel 1970. Rispetto all’edizione di grande formato la prima italiana – pubblicata nel 2011 da Contrasto in tiratura limitata, quella che più si avvicinava all’idea originaria del libro, con le fotografie in verticale riprodotte a piena pagina e quelle in orizzontale su due, questa nuova versione è totalmente aggiornata nel formato, nella copertina e nella veste grafica. Presenta, inoltre, due nuovi testi firmati da Stuart Alexander e Will Guy.

Cikáni costituisce il primo nucleo della carriera da fotografo di Koudelka, mai rinnegato, come molti tendono a fare, e anzi ripreso oggi dallo stesso autore, che lo ripensa e lo ridisegna personalmente per una versione inedita in brossura. Il progetto editoriale nasceva già nel 1968, ma il fotografo lo porta avanti per anni tra rocambolesche avventure legate alla pubblicazione del titolo, che arriverà solo molto tempo dopo nel 1975 e in America. Il fotografo lasciò la Cecoslovacchia proprio nel 1970, dopo aver documentato l’invasione russa della citta nell’agosto del 1968. Il libro non fu mai pubblicato. Questa versione comprende 109 fotografie scattate in quella che era la Cecoslovacchia (Boemia, Moravia e Slovacchia), Romania, Ungheria, Francia e Spagna tra il 1962 e il 1971.

Nel tascabile Zingari, Josef Koudelka riesce a dare un nuovo impatto a un titolo che aveva già segnato la storia della fotografia. Cambiando la struttura del volume, infatti, il fotografo ha il potere di interagire con il lettore. Zingari presenta tutte le immagini a destra, delle stesse dimensioni e con pagina bianca a fronte, impedendo così la giustapposizione delle fotografie e – quindi – aprendole ancora di più all’interpretazione. Questo progetto cambia e prende vita nelle nostre mani costringendoci a ruotare il libro nell’osservazione di immagini verticali e orizzontali.

L’attrazione per gli zingari arrivò a Koudelka dalla musica gitana, quando ancora lavorava come ingegnere aeronautico e la fotografia era solo una passione. Cominciò a visitare gli insediamenti degli zingari e, quindi, a fotografarli cercando di cogliere con l’obbiettivo il fascino della loro cultura, il significato delle loro vite, la loro umanità profonda. Gli zingari cecoslovacchi, a un passo dalla fine, costretti politicamente all’assimilazione alla società moderna, appaiono in queste immagini con una potente carica drammatica.

Zingari, in versione tascabile, è ora una nuova riflessione su un popolo e sulla loro condizione, ancora molto contestata e che ha ancora molto da raccontare.

Josef Koudelka nasce in Cecoslovacchia nel 1938. Il suo primo impiego è quello di ingegnere aeronautico; nel 1962 comincia a fotografare gli zingari nel tempo libero, fino a diventare un fotografo professionista alla fine degli anni Sessanta. Immortala l’invasione sovietica di Praga del 1968, pubblicando i suoi scatti con le iniziali P.P. (Prague Photographer). Nel 1969 l’Overseas Press Club gli assegna, a titolo anonimo, la Medaglia d’Oro Robert Capa per la fotografia. L’anno successivo Koudelka lascia la Cecoslovacchia come richiedente asilo politico e poco dopo entra nell’agenzia fotografica Magnum Photos. Gypsies – il primo di una dozzina di libri tra cui Exiles (1988), Chaos (1999), Invasion 68: Prague (2008) e Wall (2013) – viene pubblicato nel 1975. Nel corso della sua carriera Koudelka ha vinto prestigiosi premi come il Prix Nadar (1978), il Grand Prix National de la Photographie (1989), il Grand Prix Cartier-Bresson (1991) e l’Hasselblad Foundation International Award in Photography (1992). I suoi lavori sono stati protagonisti di importanti mostre al Museum of Modern Art e all’International Center of Photography di New York; all’Hayward Gallery di Londra; al Museo d’Arte Moderna Stedelijk di Amsterdam, al Palais de Tokyo di Parigi; all’Art Institute di Chicago; e infine al Museo di Arti Decorative e alla Galleria Nazionale di Praga. Nel 2012 è stato nominato Commandeur de l’Ordre des Arts et des Lettres dal ministro francese per la Cultura e le Comunicazioni. Attualmente vive tra Parigi e Praga.

 

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