INTERVISTA “Non fotografi sulla fotografia”: PATRIZIA TAPPERO – Coordinatrice didattica delle Arti Visive
1) Raccontaci di te
Sono una donna indipendente ma non negli affetti che considero importantissimi nella mia vita.
Lavoro ormai da tanti anni in una scuola di alta formazione di Design e Comunicazione in qualità di coordinatrice didattica dell’area dedicata alle Arti Visive (Fotografia, Grafica, Illustrazione)
2) Quindi anche se non usi la fotocamera tu vivi “in mezzo” alla fotografia, dico bene?
Proprio così. Considerata la mia professione la fotografia è oggetto di lavoro quotidiano pur non avendo conoscenze tecniche, a pensarci è davvero curiosa come situazione.
3) Quali sono i fotografi celebri (italiani e non italiani) che conosci e che apprezzi?
Ho avuto la fortuna di conoscere Gianni Berengo Gardin grazie ad un incontro presso la nostra scuola e ho potuto apprezzare la persona e l’opera, stessa cosa vale per Giovanni Gastel che ha portato la sua eleganza a tutti noi. Un altro autore è Koudelka. mi ha colpito particolarmente in una mostra visitata qualche anno fa alla Fondazione Merz. Apprezzo moltissimo Martin Parr per l’ironia che traspare dai suoi lavori.
4) Usi molto i social? Quanto per lavoro e quanto non per lavoro?
Non uso i social, a malapena whatsapp, quando stacco dal lavoro desidero staccare proprio la spina.
5) La fotografia è una delle espressioni che più ha subito la mutazione tecnologia, come ti immagini il suo proseguo nel futuro? Come fotograferemo?
Sono convinta che la macchina fotografica così come la conosciamo sarà obsoleta e forse i cellulari, o qualcosa di simile, diventeranno sempre più potenti e performanti. Nel futuro magari si potrà memorizzare immagini anche solo usando gli occhiali da sole (sono già in commercio ho visto…)
6) Usi lo smartphone per fare le fotografie o hai anche una fotocamera? La sai usare?
Uso solo lo smartphone senza grande attenzione, la fotocamera non la so usare. Penso che oggi ci sia un esubero dello “scatto” che spesso diventa autoreferenziale e fa perdere il valore dell’immagine. Detesto le persone che si fanno continuamente i selfie.
La fotografia per me è cogliere un attimo, un’emozione, ma può anche diventare un’immagine che riesce a comunicare una situazione, una visione sociale, politica, ecc. E poi ci sono i ricordi, che le fotografie cristallizzano e ti fanno rivivere ogni qualvolta le guardi.
7) Quante fotografie realizzi in un giorno o in una settimana con qualsiasi mezzo? Che tipo di fotografie realizzi?
Sinceramente devo dire che faccio pochissime fotografie, in vacanza sono già più attiva a prendere ricorsi o momenti, oppure se mi colpisce un’immagine in particolare che mi trovo davanti.
Ho anche imparato a fare foto a capi d’abbigliamento per chiedere il parere a persone con le quali condivido un gusto estetico, ecco questa cosa mi diverte molto
8) Hai conoscenza sul diritto di autore delle fotografie?
Vagamente, non ho mai approfondito l’argomento.
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Fotografo ritrattista. Venti anni di esperienza nella fotografia di “people” spaziando dal ritratto per celebrity, beauty, adv e mantenendo sempre uno sguardo al reportage sociale.
Ha coordinato il dipartimento di fotografia dell’Istituto Europeo di Design ed è docente di Educazione al linguaggio fotografico presso la Raffles School, Università di design di Milano.
Il suo portfolio comprende lavori autoriali e commerciali per FIAT, Iveco, Lavazza, Chicco, Oréal e la pubblicazione di quattro libri fotografici: “Ecce Femina” (2000), “99 per Amnesty” (2003),
“La Soglia. Vita, carcere e teatro” (premio reportage Orvieto Prof. Photography Awards 2005),
“Go 4 it/Universiadi 2007”.
Ha curato l’immagine per vari personaggi dello spettacolo, Arturo Brachetti, Luciana Littizzetto, Fernanda Lessa, Antonella Elia, Neja, Eiffel65, Marco Berry, Levante …
Negli ultimi anni ha spostato la sua creatività anche alle riprese video, sia come regista che come direttore della fotografia, uno dei suoi lavori più premiati è il videoclip “Alfonso” della cantautrice Levante (oltre otto milioni di visualizzazioni).
Ha diretto il dipartimento di fotografia dello IED di Torino ed è docente di “Educazione al linguaggio fotografico” presso la RM Moda e design di Milano.
Paolo Ranzani è referente artistico 4k in merito al progetto “TORINO MOSAICO” del collettivo “DeadPhotoWorking”, progetto scelto per inaugurare “Luci d’Artista” a Torino.
E’ stato nominato da Giovanni Gastel presidente AFIP Torino.
Nel 2019 il lavoro fotografico sul teatro in carcere è stato ospite di Matera Capitale della Cultura.
Pubblicati e mostre:
“Ecce Femina” (2000),
“99 per Amnesty” (2003),
“La Soglia. Vita, carcere e teatro” (premio reportage Orvieto Prof. Photography Awards 2005),
“Go 4 you/Universiadi 2007” ,
Premio 2005 per il ciack award fotografo di scena
Premio 2007 fotografia creativa TAU VISUAL
Premio 2009 come miglior fotografo creativo editoriale
Ideatore e organizzatore del concorso fotografico internazionale OPEN PICS per il Salone del Libro di Torino – 2004
Dal 2017 scrive “Ap/Punti di vista” una rubrica bimestrale di fotografia sul magazine Torinerò.
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