MADELEINE FROCHAUX, come possiamo presentarti in poche righe?
Mi occupo di comunicare e visualizzare cose. Nasco come illustratrice, a mano, poi sono passata al digitale e ho lavorato diversi anni come visualizer in agenzia e mii sono dedicata alla post- produzione fotografica come freelance.
Sviluppare idee e cercare di tradurle in immagini, immagini di diversa natura per raccontar meglio: questo quello che cerco di fare nel mio lavoro e con il mio studio di comunicazione (imperfect.it).
Che rapporto hai con la fotografia fuori dal tuo mestiere?
Nel mio lavoro la fotografia è la partenza di pixel necessaria per visualizzare qualcosa di “realistico”, inteso come non disegnato. Certo può essere un’immagine che si ritocca appena, ma spesso è la partenza per la creazione di nuove immagini che “realmente” non esistono esattamente così come scattato, da still life scattati in studio da “lucidare” a keyvisual e immagini “nuove”.
Quali sono i fotografi (italiani e non italiani) che conosci e che apprezzi?
Uh difficile citare! Ma dirò Giacomelli (quei campi!!) e Paolo Ventura per il suo lavoro narrativo e pittorico.
Usi molto i social?
Molto direi no…rispetto alla media ecco!
Sicuramente il mio iniziale uso dei social era diverso da quello di adesso, che ha una coscienza e una “struttura”. Li uso, anche per lavoro, per la comunicazione di progetti e clienti, mentre nel personale sono più trattenuta a raccontare me e il mio lavoro.
La fotografia è una delle espressioni che più ha subito la mutazione tecnologia, come ti immagini il suo proseguo nel futuro?
Ah, non lo so!
Arriveremo al 3D, dato che ormai la fotografia pare non bastare più e tutto viene catturato in video e reel.
Usi lo smartphone per fare le fotografie o anche una fotocamera?
Chiedo perdono, da due anni smartphone. Non avrei mai pensato, all’inizio ero davvero rigida su questo! Mi discolpo perché non è un uso professionale!
Quante fotografie realizzi in un giorno o in una settimana?
Direi almeno una ventina a settimana…
Hai conoscenza sul diritto di autore delle fotografie?
Conoscenza di base direi!
Vuoi dirci qualcosa che non ti ho chiesto?
Si, mi piace sottolineare che il mio lavoro digitale consente di creare immagini che sono inesistenti, che hanno la “fantasia” e la libertà che era proprio del disegno fino a che non viene realizzato, ma con il realismo della fotografia. Come ripeto sempre ai miei studenti, si sono aperte nuove frontiere per l’immagine!
Photoshop e la post sono etichettati di essere manipolatori – purtroppo l’uso più comune è quello di alterare per fini commerciali e non così etici! Ma sono tecniche e siamo noi che possiamo scegliere come usarle. Abbiamo dei nuovi mezzi con potenziali enormi per dire di più: il problema è cosa vogliamo comunicare, prima del come!
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Fotografo ritrattista. Venti anni di esperienza nella fotografia di “people” spaziando dal ritratto per celebrity, beauty, adv e mantenendo sempre uno sguardo al reportage sociale.
Ha coordinato il dipartimento di fotografia dell’Istituto Europeo di Design ed è docente di Educazione al linguaggio fotografico presso la Raffles School, Università di design di Milano.
Il suo portfolio comprende lavori autoriali e commerciali per FIAT, Iveco, Lavazza, Chicco, Oréal e la pubblicazione di quattro libri fotografici: “Ecce Femina” (2000), “99 per Amnesty” (2003),
“La Soglia. Vita, carcere e teatro” (premio reportage Orvieto Prof. Photography Awards 2005),
“Go 4 it/Universiadi 2007”.
Ha curato l’immagine per vari personaggi dello spettacolo, Arturo Brachetti, Luciana Littizzetto, Fernanda Lessa, Antonella Elia, Neja, Eiffel65, Marco Berry, Levante …
Negli ultimi anni ha spostato la sua creatività anche alle riprese video, sia come regista che come direttore della fotografia, uno dei suoi lavori più premiati è il videoclip “Alfonso” della cantautrice Levante (oltre otto milioni di visualizzazioni).
Ha diretto il dipartimento di fotografia dello IED di Torino ed è docente di “Educazione al linguaggio fotografico” presso la RM Moda e design di Milano.
Paolo Ranzani è referente artistico 4k in merito al progetto “TORINO MOSAICO” del collettivo “DeadPhotoWorking”, progetto scelto per inaugurare “Luci d’Artista” a Torino.
E’ stato nominato da Giovanni Gastel presidente AFIP Torino.
Nel 2019 il lavoro fotografico sul teatro in carcere è stato ospite di Matera Capitale della Cultura.
Pubblicati e mostre:
“Ecce Femina” (2000),
“99 per Amnesty” (2003),
“La Soglia. Vita, carcere e teatro” (premio reportage Orvieto Prof. Photography Awards 2005),
“Go 4 you/Universiadi 2007” ,
Premio 2005 per il ciack award fotografo di scena
Premio 2007 fotografia creativa TAU VISUAL
Premio 2009 come miglior fotografo creativo editoriale
Ideatore e organizzatore del concorso fotografico internazionale OPEN PICS per il Salone del Libro di Torino – 2004
Dal 2017 scrive “Ap/Punti di vista” una rubrica bimestrale di fotografia sul magazine Torinerò.
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