Ciao Gianpiero, come possiamo presentarti in poche righe?
Mi chiamo Gianpiero Perone e nella vita faccio il comico principalmente, il cabarettista. Dopo di che, all’occorrenza, scrivo canzoni, canto, presento, recito, insegno e chi più ne ha più ne metta.
Che rapporto hai con la fotografia fuori dal tuo mestiere?
E’ un’arte che mi piace, mi sorprende. Sono curioso e osservo molto. Quando trovo un’immagine che mi colpisce la studio, l’apprezzo e a volte ci fantastico su. Spesso le immagini sono spunti di partenza per riflessioni o pezzi comici.
Che rapporto hai con la fotografia nel tuo mestiere?
Devo averci a che fare “per forza”. Dal momento in cui Sali su di un palco e ti sottoponi al giudizio di un pubblico, in un certo senso, tutto diventa immagine. Spesso mi riguardo in pose ed espressioni strane, a volte mi ci riconosco e altre no.
Quali sono i fotografi (italiani e non italiani) che conosci e che apprezzi?
Vedo molte mostre e ce ne sarebbero tanti, Salgado, LaChapelle, Berengo Gardin e ovviamente tu Paolo Ranzani che mi ritrai per i miei spettacoli da circa 20 anni!
Usi molto i social? Quanto per lavoro e quanto non per lavoro?
Uso principalmente Facebook, più adeguato alla mia età forse, e Instagram. Ci passo molto tempo, soprattutto per lavoro. Sono veicolo pubblicitario per dare voce alle iniziative che ognuno di noi prepara. I social li uso molto meno dal punto di vista personale, diciamo che mi espongo il giusto. Preferisco dare risalto all’aspetto lavorativo e artistico.
La fotografia è una delle espressioni che più ha subito la mutazione tecnologia, come ti immagini il suo proseguo nel futuro?
Immagino un mondo sempre più misto di verità e finzione, dove sarà difficile distinguere (e lo è già ora) cosa è vero e cosa no. Mi fa un po’ paura in un certo senso la capacità di poter alterare la realtà, truccare le carte e mistificare. Credo anche sia un processo che non ha vie di ritorno, ho l’impressione che dovremo adattarci, non si torna indietro.
Usi lo smartphone per fare le fotografie o hai anche una fotocamera?
Non ho mai avuto la passione per fare le foto per cui mi limito all’utilizzo del telefono. Non ho una macchina fotografica mia, mi appassiona poco anche se poi quando vedo certi posti e certe foto il desiderio un po’ viene.
Quante fotografie realizzi in un giorno o in una settimana?
Direi mediamente meno di una decina al giorno tutte da telefono, a volte solo per documentare un momento o una situazione particolare. Spesso non c’è alcun intento artistico, sono foto di servizio. Far vedere come hanno parcheggiato, quanta coda c’è davanti alla posta ecc
Hai conoscenza sul diritto di autore delle fotografie?
Assolutamente no.
Novità sul tuo lavoro? Puoi darci qualche news?
Oltre a girare l’Italia con i miei spettacoli posso dirti che è appena uscito il mio nuovo libro, il terzo, dal titolo “In poche righe”, sono 49 racconti brevi scritti durante il lockdown. Sono storie che spero possano far ridere ma anche far riflettere.
Grazie.
CONTATTI:
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Instagram – gianpieroperone
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Fotografo ritrattista. Venti anni di esperienza nella fotografia di “people” spaziando dal ritratto per celebrity, beauty, adv e mantenendo sempre uno sguardo al reportage sociale.
Ha coordinato il dipartimento di fotografia dell’Istituto Europeo di Design ed è docente di Educazione al linguaggio fotografico presso la Raffles School, Università di design di Milano.
Il suo portfolio comprende lavori autoriali e commerciali per FIAT, Iveco, Lavazza, Chicco, Oréal e la pubblicazione di quattro libri fotografici: “Ecce Femina” (2000), “99 per Amnesty” (2003),
“La Soglia. Vita, carcere e teatro” (premio reportage Orvieto Prof. Photography Awards 2005),
“Go 4 it/Universiadi 2007”.
Ha curato l’immagine per vari personaggi dello spettacolo, Arturo Brachetti, Luciana Littizzetto, Fernanda Lessa, Antonella Elia, Neja, Eiffel65, Marco Berry, Levante …
Negli ultimi anni ha spostato la sua creatività anche alle riprese video, sia come regista che come direttore della fotografia, uno dei suoi lavori più premiati è il videoclip “Alfonso” della cantautrice Levante (oltre otto milioni di visualizzazioni).
Ha diretto il dipartimento di fotografia dello IED di Torino ed è docente di “Educazione al linguaggio fotografico” presso la RM Moda e design di Milano.
Paolo Ranzani è referente artistico 4k in merito al progetto “TORINO MOSAICO” del collettivo “DeadPhotoWorking”, progetto scelto per inaugurare “Luci d’Artista” a Torino.
E’ stato nominato da Giovanni Gastel presidente AFIP Torino.
Nel 2019 il lavoro fotografico sul teatro in carcere è stato ospite di Matera Capitale della Cultura.
Pubblicati e mostre:
“Ecce Femina” (2000),
“99 per Amnesty” (2003),
“La Soglia. Vita, carcere e teatro” (premio reportage Orvieto Prof. Photography Awards 2005),
“Go 4 you/Universiadi 2007” ,
Premio 2005 per il ciack award fotografo di scena
Premio 2007 fotografia creativa TAU VISUAL
Premio 2009 come miglior fotografo creativo editoriale
Ideatore e organizzatore del concorso fotografico internazionale OPEN PICS per il Salone del Libro di Torino – 2004
Dal 2017 scrive “Ap/Punti di vista” una rubrica bimestrale di fotografia sul magazine Torinerò.
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