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INTERVISTA “Non Fotografi sulla Fotografia”. Maria Teresa Cerretelli – Photo editor, giornalista, curatrice.

di Paolo Ranzani

Come possiamo presentarti in poche righe?

Sono giornalista e Photo editor, curo mostre, eventi e incontri soprattutto sulla fotografia, mi occupo di progetti per l’editoria e di organizzazione, coordinamento ed editing di progetti fotografici. Ma allo stesso tempo mi piace molto scrivere e quello che amo di più sono le interviste dirette con i personaggi della fotografia, dell’arte , della critica, della letteratura e della cultura più in generale. La mia qualifica di  Presidente dei Photoeditor, il GRIN (Gruppo Redattori Iconografici Nazionale) mi aiuta a rapportarmi con gli altri photoeditor, è uno stimolo costante a creare nuove iniziative corali oltre al Premio Amilcare Ponchielli e a Prima Visione, la mostra in collaborazione con la Galleria Bel Vedere di Milano.

Che rapporto hai con la fotografia fuori dal tuo mestiere?

È una passione e uno tra i miei interessi primari. Seguo fotografi, eventi, mostre, nuove espressioni e nuovi stili e ricerco anche attraverso i social le diverse tendenze artistiche internazionali. Sono curiosa e, come un’immaginaria collezionista, assaporo il piacere delle scoperte.

Che rapporto hai con la fotografia nel tuo mestiere?

Il mio rapporto con i fotografi è ottimo e la mia massima soddisfazione resta l’assegnazione di servizi fotografici ad hoc che si tratti di viaggi, di still life o di ritratti. Lamento la riduzione dei budget e la contrazione dei prezzi e mi sta stretto il doversi adattare certe volte nella ricerca a foto mediocri ma già presenti sui siti delle agenzie e impossibili da realizzare per mancanza di fondi.

Il cambio analogico / digitale subito dalla fotografia, ha cambiato qualcosa nel tuo lavoro?

No dal punto di vista dei servizi fotografici. I tempi si sono velocizzati e a parte il lavoro di post-produzione si riescono ad avere in redazione i commissionati dopo pochi giorni dall’incarico. Parlo naturalmente dei fotografi professionisti con cui ho occasione di lavorare.

Cosa ne pensi della fotografia Italiana?

Trovo che gli italiani, come diceva sempre un mio Direttore, hanno la bellezza sempre sotto gli occhi e quindi nel DNA e credo che la fotografia italiana si esprima molto bene attraverso tanti autori di diverse generazioni e sia affermata non solo in Italia ma anche all’estero. Un esempio sono i nomi italiani presenti su testate come il New York Times Magazine o anche vincitori  dei premi mondiali più prestigiosi.

E di quella estera?

Ci sono talenti eccezionali in Usa come nel Regno Unito, in Francia come in Spagna, basta frequentare i vari Festival internazionali per capirlo ma è interessante scoprire anche nuovi bravi autori in Sudamerica, come in Africa o in Australia.

Usi molto i social? (se sì, quali, quanto tempo si dedichi e perchè?)

Sì. Da Facebook a Instagram, da Twitter a Linkedin e in questa tempo di pandemia ci dedico molto tempo, forse anche troppo ma mi serve anche in questo caso come aggiornamento di news e di fotografia.  

Il futuro della fotografia come lo immagini?

La fotografia è un mezzo, un’espressione dell’arte e quindi seguirà i cambiamenti del futuro e si adatterà alle nuove realtà della società e del pianeta.

Cosa ne pensi delle problematiche inerenti al diritto d’autore per i fotografi Italiani?

È fondamentale la difesa dei diritti d’autore non solo nei giornali  ma su tutta la Rete, sui siti web e nel campo del collezionismo.

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Non è facile trovare un buon educatore!
Appartengo ad una generazione che ha dovuto adattarsi alla scarsa offerta dei tempi. Ho avuto un solo tutor, a cui ancora oggi devo molto. Brevi, fugaci ma intensi incontri in cui il sottoscritto, da solo con lui, cercava di prendere nota anche dei respiri e trarre insegnamento da ogni singola parola.
A causa di questa carenza io e i miei coetanei ci siamo dovuti spesso costruire una visione complementare come autori, designers, critici ed insegnanti e questo ci ha aiutato a costruire qualcosa di fondamentale e duraturo.
Per questo motivo con Cine Sud che vanta un’esperienza di oltre 40 anni nel settore della formazione, abbiamo pensato alla possibilità di offrire dei corsi “one to one”, costruiti sulla base delle esigenze individuali e in campi disparati, che vanno dalla tecnica alla ricerca di nuovi linguaggi in fotografia.
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Massimo Mastrorillo

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