Come possiamo presentarti in poche righe?
Sono giornalista e Photo editor, curo mostre, eventi e incontri soprattutto sulla fotografia, mi occupo di progetti per l’editoria e di organizzazione, coordinamento ed editing di progetti fotografici. Ma allo stesso tempo mi piace molto scrivere e quello che amo di più sono le interviste dirette con i personaggi della fotografia, dell’arte , della critica, della letteratura e della cultura più in generale. La mia qualifica di Presidente dei Photoeditor, il GRIN (Gruppo Redattori Iconografici Nazionale) mi aiuta a rapportarmi con gli altri photoeditor, è uno stimolo costante a creare nuove iniziative corali oltre al Premio Amilcare Ponchielli e a Prima Visione, la mostra in collaborazione con la Galleria Bel Vedere di Milano.
Che rapporto hai con la fotografia fuori dal tuo mestiere?
È una passione e uno tra i miei interessi primari. Seguo fotografi, eventi, mostre, nuove espressioni e nuovi stili e ricerco anche attraverso i social le diverse tendenze artistiche internazionali. Sono curiosa e, come un’immaginaria collezionista, assaporo il piacere delle scoperte.
Che rapporto hai con la fotografia nel tuo mestiere?
Il mio rapporto con i fotografi è ottimo e la mia massima soddisfazione resta l’assegnazione di servizi fotografici ad hoc che si tratti di viaggi, di still life o di ritratti. Lamento la riduzione dei budget e la contrazione dei prezzi e mi sta stretto il doversi adattare certe volte nella ricerca a foto mediocri ma già presenti sui siti delle agenzie e impossibili da realizzare per mancanza di fondi.
Il cambio analogico / digitale subito dalla fotografia, ha cambiato qualcosa nel tuo lavoro?
No dal punto di vista dei servizi fotografici. I tempi si sono velocizzati e a parte il lavoro di post-produzione si riescono ad avere in redazione i commissionati dopo pochi giorni dall’incarico. Parlo naturalmente dei fotografi professionisti con cui ho occasione di lavorare.
Cosa ne pensi della fotografia Italiana?
Trovo che gli italiani, come diceva sempre un mio Direttore, hanno la bellezza sempre sotto gli occhi e quindi nel DNA e credo che la fotografia italiana si esprima molto bene attraverso tanti autori di diverse generazioni e sia affermata non solo in Italia ma anche all’estero. Un esempio sono i nomi italiani presenti su testate come il New York Times Magazine o anche vincitori dei premi mondiali più prestigiosi.
E di quella estera?
Ci sono talenti eccezionali in Usa come nel Regno Unito, in Francia come in Spagna, basta frequentare i vari Festival internazionali per capirlo ma è interessante scoprire anche nuovi bravi autori in Sudamerica, come in Africa o in Australia.
Usi molto i social? (se sì, quali, quanto tempo si dedichi e perchè?)
Sì. Da Facebook a Instagram, da Twitter a Linkedin e in questa tempo di pandemia ci dedico molto tempo, forse anche troppo ma mi serve anche in questo caso come aggiornamento di news e di fotografia.
Il futuro della fotografia come lo immagini?
La fotografia è un mezzo, un’espressione dell’arte e quindi seguirà i cambiamenti del futuro e si adatterà alle nuove realtà della società e del pianeta.
Cosa ne pensi delle problematiche inerenti al diritto d’autore per i fotografi Italiani?
È fondamentale la difesa dei diritti d’autore non solo nei giornali ma su tutta la Rete, sui siti web e nel campo del collezionismo.
Altri articoli di questo autore
HIROSHI SUGIMOTO – Tradurre il tempo in immagini
Paolo Ranzani: Il viaggio del Ritratto Fotografico (Breve storia e istruzioni per l’uso)
OLIVIERO TOSCANI : LA CACCA E’ L’UNICA COSA CHE SI FA SENZA COPIARE GLI ALTRI.
Adolfo Porry-Pastorel. Fotogiornalismo e piccioni viaggiatori
I ritratti di Teatri di Patrizia Mussa
SOPHIE CALLE “La fotografia come testimone di me stessa”
Marino Parisotto è morto. E lo ha fatto in un silenzio assurdo.
Vittorio Storaro – L’armonia e il conflitto tra luce, ombra e colori
André Kertész, prima di Bresson di Capa e di Brassai.
Fotografo ritrattista. Venti anni di esperienza nella fotografia di “people” spaziando dal ritratto per celebrity, beauty, adv e mantenendo sempre uno sguardo al reportage sociale.
Ha coordinato il dipartimento di fotografia dell’Istituto Europeo di Design ed è docente di Educazione al linguaggio fotografico presso la Raffles School, Università di design di Milano.
Il suo portfolio comprende lavori autoriali e commerciali per FIAT, Iveco, Lavazza, Chicco, Oréal e la pubblicazione di quattro libri fotografici: “Ecce Femina” (2000), “99 per Amnesty” (2003),
“La Soglia. Vita, carcere e teatro” (premio reportage Orvieto Prof. Photography Awards 2005),
“Go 4 it/Universiadi 2007”.
Ha curato l’immagine per vari personaggi dello spettacolo, Arturo Brachetti, Luciana Littizzetto, Fernanda Lessa, Antonella Elia, Neja, Eiffel65, Marco Berry, Levante …
Negli ultimi anni ha spostato la sua creatività anche alle riprese video, sia come regista che come direttore della fotografia, uno dei suoi lavori più premiati è il videoclip “Alfonso” della cantautrice Levante (oltre otto milioni di visualizzazioni).
Ha diretto il dipartimento di fotografia dello IED di Torino ed è docente di “Educazione al linguaggio fotografico” presso la RM Moda e design di Milano.
Paolo Ranzani è referente artistico 4k in merito al progetto “TORINO MOSAICO” del collettivo “DeadPhotoWorking”, progetto scelto per inaugurare “Luci d’Artista” a Torino.
E’ stato nominato da Giovanni Gastel presidente AFIP Torino.
Nel 2019 il lavoro fotografico sul teatro in carcere è stato ospite di Matera Capitale della Cultura.
Pubblicati e mostre:
“Ecce Femina” (2000),
“99 per Amnesty” (2003),
“La Soglia. Vita, carcere e teatro” (premio reportage Orvieto Prof. Photography Awards 2005),
“Go 4 you/Universiadi 2007” ,
Premio 2005 per il ciack award fotografo di scena
Premio 2007 fotografia creativa TAU VISUAL
Premio 2009 come miglior fotografo creativo editoriale
Ideatore e organizzatore del concorso fotografico internazionale OPEN PICS per il Salone del Libro di Torino – 2004
Dal 2017 scrive “Ap/Punti di vista” una rubrica bimestrale di fotografia sul magazine Torinerò.
No comment yet, add your voice below!