E siamo giunti alla fine del viaggio. E’ stato un bellissimo viaggio che spero di essere riuscito a condividere adeguatamente con tutti voi, sia attraverso le mie parole che le mie fotografie.
Spero altresì di essere riuscito nel mio intento di riportare l’esperienza fotografia ad un livello e più concreto e meno “ossessivo”.
Mi aspettava una piacevole sorpresa: avrei incontrato una persona conosciuta proprio tramite il gruppo Facebook Micro4/3 Italia, residente a Stigliano che, saputo della mia presenza in zona, ha voluto conoscermi dal vivo.
L’appuntamento con Pietro era fissato per dopo cena ma, prima di lasciare Aliano, dovevo ancora fare una ultima cosa: procurarmi una copia di un libro che avevo adocchiato in una vetrina in paese e che aveva subito attirato la mia attenzione.
Dopo alcuni tentativi, trovando sempre l’ingresso chiuso, ho chiesto informazioni ad un paio di persone che stazionavano lì vicino e sono così venuto a sapere che quella attività era gestita dal parroco di Aliano, don Pierino.
Prima di rientrare a Stigliano, quindi, ho tentato una ultima sortita, ma anche questa fu vana: la porta era ancora chiusa. “Starà finendo di dire messa” sento dire da qualcuno vicino a me. Ed infatti, pochi minuti dopo lo vedo arrivare, in compagnia di un giovane assistente. Ci accomodiamo alla sua scrivania, circondati da tante edizioni di “Cristo si è fermato ad Eboli” pubblicate in ogni lingua del mondo, riproduzioni di quadri di Levi e altri cimeli.
Tra una chiacchiera e l’altra (perdendo completamente il senso del tempo che trascorreva), spiegando il motivo della mia presenza e quindi del mio viaggio, trascorre quasi un’ora: don Pierino è un fiume in piena e scopro essere il vero “motore” di Aliano (come mi confermerà Pietro la sera stessa).
Chiacchiera dopo chiacchiera vengo a scoprire che è il diretto successore di don Trajella, uno dei personaggi più caratteristici del libro di Levi e che non solo ha avuto il piacere di conoscere Carlo in persona in uno dei suoi viaggi (da uomo libero) ad Aliano ma si è fatto, a sua volta, portavoce dell’eco del libro in tutti questi anni.
Quasi tutte le attività di richiamo che si svolgono ad Aliano portano la sua firma: il festival letterario che si svolge ogni anno dedicato a Carlo Levi, la pinacoteca, il museo, i progetti scolastici di scambio con gli istituti di arte di tutta la regione… non c’è attività che non abbia in don Pierino il proprio promotore, senza dimenticare la rivista la Voce dei Calanchi di cui è fondatore e direttore.
Il tempo scarseggiava, non potevo purtroppo approfondire ulteriormente alcuni argomenti – introdotti con decisione da don Pierino – che non mi erano sfuggiti: ne avevo comunque saputo abbastanza per dedurre che sotto alcuni aspetti il capolavoro di Levi si fosse dovuto piegare a interessi decisamente più editoriali che legati alla realtà dei fatti, soprattutto nella descrizioni di certi personaggi che andrebbero invece rivalutati alla luce della verità storica: il libro che volevo prendere ( e che ho preso) era – per puro caso – proprio dedicato a questo argomento: un documento sui reali personaggi descritti nel libro di Levi, intitolato “Gente di Gagliano – ritratti di personaggi leviani” di V. Angelo Colangelo.
Sarà una lettura interessante, me lo sento!
E’ ormai notte mentre ripercorro a ritroso la strada fatta e non posso quindi godere della meravigliosa vista del paesaggio. Ho però modo di rimuginare sulla giornata e soprattutto su quell’ultima chiacchierata. È in questo momento che mi rendo conto che c’è una forte continuità tra il mondo descritto nel libro e quello attuale: quello che stavo cercano erano proprio le persone stesse di Aliano. Se don Pierino è il successore di Trajella significava che tanti degli uomini presenti nel paese erano bambini ai tempi dell’esilio di Carlo Levi ad Aliano e quindi parte integrante di quel mondo descritto nel libro.
Erano loro l’anello di congiunzione tra quel mondo lontano e il presente.
La mattina seguente sarei tornato quindi ad Aliano a cercare persone, a parlare con loro e fare qualche ritratto, ascoltando le loro parole (ma di questo vi ho già parlato, anticipandovelo).
Dopo cena, come da programma, sono visto con Pietro. “Ti va di fare due passi, ti mostro Stigliano vecchia” e così mi addentro, chiacchierando di fotografia, nel centro storico di Stigliano, un bellissimo labirinto di strade e stradine che convergono nella piazza con la chiesa madre e un bell’ affaccio sulla valle.
L’indomani mattina si ripete lo stesso copione del secondo giorno, con la differenza che questa volta sapevo dove attendere l’alba: corro subito al belvedere sulla strada panoramica e immortalo un cielo infuocato davvero bellissimo.
Prima di tornare e passare tutta la restante mattinata ad Aliano decido di esplorare in diurna il centro storico di Stigliano, subito dopo colazione.
A questo punto del viaggio non ho più molto da raccontare che non abbia già detto e cercare di trasmettere certe sensazioni diventa difficile, a parole, per cui vi lascio alle ultime gallerie di foto.
Decido di concludere il mio viaggio passando fugacemente per Tursi, un altro comune nella zona dei Calanchi, ma qui la magia era finita. Tursi mi ha accolto in maniera meno ospitale rispetto a quanto vissuto ad Aliano e Stigliano: mi sono sentito un turista e non un ospite; una strana sensazione dopo quanto vissuto nelle giornate precedenti. ” e che vai a fare nel paese vecchio? non c’è niente la” mi risponde un signore cui chiedo informazioni su come raggiungere il borgo antico. Esploro un po’ il centro storico, la cattedrale e riparto, alla volta di Matera, ove avrei passato l’ultima notte.
Passo da vicino Pisticci, e vedo da lontano Craco, sempre cupa e tenebrosa, dominare la vallata mentre mi dirigo verso la Basentana, prima di risalire verso Matera.
CONCLUDO
Sono stato poco in questi posti, è vero, ma credo di aver almeno in minima parte assaporato di persona quello di cui parla Carlo Levi: della sua nostalgia di quei posti; di come un piccolo borgo di contadini abbia fatto breccia nell’animo di un cittadino di una grande città. Ho visto, seppur ammodernati, quei valori, quella ospitalità, quella cultura contadina, quel modo sereno di vivere il quotidiano, e quel senso di amicizia che altrove non c’è più.
Mi sono sentito non-estraneo con persone che non avevo mai visto prima; ho sentito la gente contenta del fatto che mi stessi interessando a loro, a cosa stessero facendo in quel momento e chi fossero. E azzardo nel dire che è un errore parlare di eredità o lascito di Carlo Levi ad Aliano, perchè qui, non è stato lasciato nulla; qui, al massimo, qualcosa è stata presa! E’ Aliano, con la sua gente, che lascia in eredità al viaggiatore che si appresta e che coscientemente sa dove guardare, qualcosa che non potrà mai più dimenticare.
E io, ad Aliano, ho deciso che ci tornerò ogni volta che potrò, ogni volta che vorrò ritrovare questa genuina realtà.
P.S. [importante]
Gran parte della bellezza di questa esperienza è dovuta al modo in cui mi sono riuscito a porre, a muovermi, ad interagire con l’ambiente e le persone e le situazioni. Non mi stancherò mai di ripetere di quanto, fondamentale, sia stata la scelta di un corredo essenziale che non ha mai lesinato qualità.
Difficile immaginare qualcosa di migliore.
RINGRAZIAMENTI:
Tutta questa esperienza non sarebbe stata possibile senza il prezioso supporto da parte di Polyphoto – Distributore ufficiale per l’Italia dei prodotti Olympus:
https://www.polyphoto.it/categorie/olympus
Ringrazio tutti coloro che ho incontrato, che mi hanno arricchito e che hanno speso anche un minuto del loro tempo per concedersi ad una chiacchiera o un mio click.
E ovviamente tutti coloro che mi hanno seguito, poi, in questa avventura leggendo il fiume di parole che ho scritto!
A chi volesse andare da quelle parti mi sento caldamente di consigliare:
- L’hotel Mariano, a Stigliano – confortevole e con un ottimo servizio
Il ristorante dell’Hotel Mariano – ottima qualità e prezzo. - La Locanda con gli occhi, ad Aliano – trattoria tipica buonissima e caratteristica (assaggiate i peperoni cruschi!!!) – sita nella casa degli americani!
- La Contessa pizzeria ristorante, a Irsina.
Ugo Baldassarre – OM System / Olympus
Fotografo e blogger, classe 78, pugliese di nascita, emiliano di adozione. Mi occupo di ritratto e fotografia in cui l’elemento umano rappresenta il fulcro della mia
OM System OM-5
OM Digital Solution, l’azienda che negli scorsi mesi ha rilevato il marchio e il settore fotografico dello storico brand Olympus, è scesa in campo con
Il paese tra i boschi – un viaggio di Ugo Baldassarre con Olympus OM1 di Ugo Baldassarre (parte prima)
“Dovresti venire al Maggio, quando c’è la festa…” non so quante volte mi sono sentito ripetere questa frase con la luce nel volto di chi
FROM PARISI WITH LOVE di Ugo Baldassarre
La particolare assonanza con la capitale francese è sempre stato motivo di simpatici malintesi quando, di ritorno dalle vacanze, si cercava di spiegare alle rispettive
Capire il formato Micro 4/3 – Parte II: il flash
Continuiamo questa serie di approfondimenti sul sistema fotografico Micro4/3 andando ad approfondire un altro grosso vantaggio intrinseco nella tecnologia del formato. Il principio da cui
Capire il formato Micro 4/3 – Parte I
Il formato Micro4/3, di cui questo sito e il nostro gruppo FB si sono fatti portabandiera, è uno standard fotografico digitale che riguarda non solo
No comment yet, add your voice below!