
Sono ormai più di quarant’anni che la mia vita professionale è interamente dedicata al teatro. Come ho detto varie volte anche per me stesso è incomprensibile stabilire il perché mi è scaturita questa passione, ormai maniacale, anche e soprattutto perché durante gli anni trascorsi a Sersale, il mio paese di origine, per ovvie ragioni logistiche, non avevo mai avuto occasione di assistere ad uno spettacolo teatrale.
Confesso che in principio, quando dentro di me prendeva corpo l’idea di abbandonare i confini di un quotidiano, fatto di atmosfere monotone e provinciali, ho rischiato di salire su una giostra in forte movimento, tutto intorno a me ruotava un mondo dai contorni non molto chiari, imbarazzanti; io, pur deciso ad abbandonare la Calabria mi sentivo strano, quasi ridicolo. Mi sembrava di entrare in un sogno senza risveglio. Fortunatamente non è stato un sogno.
Una volta arrivato a Roma, l’unica città dove ritenevo si potesse seriamente fare questo lavoro, ho cominciato a fotografare qualsiasi forma di spettacolo che mi si presentava. Non conoscevo nessuno ed ovviamente nessuno mi conosceva e, con una sfrontatezza che non mi riconosco, m’intrufolavo in ogni dove, con la macchina fotografica sempre in mano, alla ricerca del personaggio famoso.
Ho cominciato col fotografare al Folkstudio, il mitico locale di Via Garibaldi, fucina e trampolino di lancio per artisti di vario genere dove sono passati alcuni dei nomi più famosi dello spettacolo. Per fare qualche esempio, a quei tempi si esibivano personaggi come Antonello Venditti, Francesco De Gregori, il nostro Otello Profazio ma anche Jaques Breil e perfino un praticamente sconosciuto Bob Dylan.
Poi mi sono avvicinato al cinema ed alla televisione ma il teatro era la mia passione e, per non essere fuorviato da altri generi, ad un certo punto ho deciso di dedicarmici a tempo pieno.
In tutti questi anni avrò fotografato non meno di 4000 spettacoli che è una cosa disumana. Un impegno costante, esclusivo e totale, che magari mi ha privato di tante altre cose ma mi ha dato tante soddisfazioni e mi ha gratificato enormemente


La cosa bella e interessante del mio lavoro è che il mio non è un lavoro. Potrebbe sembrare un paradosso ma è la verità. Non nascondo che è molto faticoso e, per certi versi, stressante; viaggi (quasi sempre di notte), alberghi (non sempre a 5 stelle), ristoranti (non sempre all’altezza del nome), incontri (e scontri) con registi e attori, letture dei testi, studi, visione di prove interminabili. Tutto sempre di corsa perché, anche se per uno spettacolo teatrale c’è una progettazione di mesi, se non di anni, si arriva alla conclusione sempre con il fiato in gola. Gli ultimi giorni prima del debutto sono i più frenetici e faticosi dove tutto sembra non funzionare e tanto bisognerebbe cambiare. Poi invece non è così; al debutto, per un universalmente riconosciuto “miracolo divino” va tutto bene, tutto funziona, la tensione si stempera e sono tutti contenti. Nonostante tutte queste difficoltà, però, questo è il lavoro che mi sono cercato, costruito e realizzato e non lo cambierei con nessun’altro. Le ragioni sono tante; giri il mondo, vedi posti sempre diversi, respiri arte e cultura e soprattutto hai modo di conoscere e frequentare persone interessanti e particolari.
Uno, cento, mille visi, con le espressioni più varie hanno sfilato davanti a me su una passerella non immaginaria in oltre 50 anni di frequentazioni teatrali. Personaggi noti e meno noti. Eduardo e Peppino De Filippo, Romolo Valli, Vittorio Gassman, Mariangela Melato, Giorgio Albertazzi, Marcello Mastroianni, Claudia Cardinale, Gabriele Lavia, Aroldo Tieri, Valeria Moriconi . Praticamente tutto il teatro italiano senza trascurare i giovani talenti e le compagnie minori.


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Tommaso Le Pera

Nasce a Sersale (CZ) e si trasferisce a Roma all’età di 20 anni, dove attualmente vive e lavora. E’ stato definito “ Il Fotografo del teatro italiano” per eccellenza. Dopo una prima esperienza in campo cinematografico (quasi tutta la saga degli “spaghetti western”) e televisivo (alcuni dei più importanti sceneggiati), attratto dal mondo teatrale, abbandona questi settori per dedicarsi unicamente a quella che è la sua passione: il teatro di prosa. Comincia col fotografare e proporre le sue immagini a quelli che calcano la pedana del Folkstudio, il mitico locale di Via Garibaldi a Roma, fucina e trampolino di lancio per artisti di ogni genere. Gli anni ’60-’70 sono il periodo della cosiddetta Avanguardia Teatrale. Le “cantine” romane” sono piene di gruppi alla ricerca di un nuovo e moderno modo di esprimersi teatralmente. Tommaso Le Pera, usando fotografare durante lo spettacolo, senza interrompere il corso naturale della recita, inventa e propone la tecnica della fotografia dinamica e in movimento che è la sua carta vincente. Le sue immagini sono perfettamente aderenti a quel tipo di teatro fuori dai canoni; gli spettacoli di Memè Perlini, Giancarlo Nanni, Giancarlo Sepe, Vasilicò, Mario Ricci, offrono innumerevoi spunti ed occasioni per quelle fotografie “nuove”. Ma ben presto si accorgono di lui anche quelli che operano nel teatro ufficiale, quindi si occupa degli spettacoli di Eduardo e Peppino De Filippo, di Romolo Valli e Giorgio De Lullo, Gassman, Albertazzi, la Moriconi, Gianrico Tedeschi, Lavia, Mariangela Melato, Gigi Proietti, Eros Pagni, Antonio Calenda. Praticamente tutto il teatro italiano senza trascurare le compagnie minori e i giovani talenti. E’ molto apprezzato all’estero, in Germania, in Francia e negli Stati Uniti dove si reca frequentemente chiamato da formazioni locali per la realizzazione di servizi fotografici a spettacoli. Per tanti anni fotografo ufficiale del Festival di Spoleto e di Benevento, ma anche di altre rassegne storiche come Taormina, Siracusa, Todi, Asti, con più di 4500 spettacoli fotografati, detiene ormai il più vasto archivio mondiale di teatro.
A livello editoriale, oltre che con riviste del settore, collabora regolarmente con le maggiori testate italiane. E’ stato uno del fondatori, nonché consulente iconografico, della rivista di teatro “Prima Fila”. E’ autore di diversi libri sul teatro. Tanto ha pubblicato Tommaso nel corso della sua carriera (Pirandello, Shakespeare, Goldoni), ma ancor più che la passione condivisa per la “più umana delle Arti” come definisce il Teatro la scrittrice Dacia Maraini, ha fatto nascere il progetto ARTSIPARIO-LEGGI IL PALCOSCENICO con la casa editrice Manfredi Edizioni. Specializzata in edizioni d’arte moderna e contemporanea, dal 2015 la Manfredi inizia anche a collaborare con Tommaso Le Pera per la realizzazione e stampa di libri dedicati ai grandi nomi del palcoscenico, per l’appunto, consapevoli entrambi, editore e fotografo, che nulla resta dopo lo spettacolo se non le fotografie di scena e la loro memoria in un libro. E così da MARIANGELA MELATO, GABRIELE LAVIA, ANTONIO CALENDA, GIGI PROIETTI e TATO RUSSO (ultimo pubblicato nel 2018) l’Autore mette in stampa un excursus di grandi nomi che hanno fatto la storia del teatro italiano, con numerose e famose pièce che si disvelano tra pagine e immagini di alta qualità editoriale. Molte sono state le mostre realizzate in questi anni e sue fotografie sono conservate in musei ed esposte in gallerie d’arte in Italia e all’estero.
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