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…il teatro.

di Tommaso Le Pera

Sono ormai più di quarant’anni che la mia vita professionale è interamente dedicata al teatro. Come ho detto varie volte anche per me stesso è incomprensibile stabilire il perché mi è scaturita questa passione, ormai maniacale, anche e soprattutto perché durante gli anni trascorsi a Sersale, il mio paese di origine, per ovvie ragioni logistiche, non avevo mai avuto occasione di assistere ad uno spettacolo teatrale.

Confesso che in principio, quando dentro di me prendeva corpo l’idea di abbandonare i confini di un quotidiano, fatto di atmosfere monotone e provinciali, ho rischiato di salire su una giostra in forte movimento, tutto intorno a me ruotava un mondo dai contorni non molto chiari, imbarazzanti; io, pur deciso ad abbandonare la Calabria mi sentivo strano, quasi ridicolo. Mi sembrava di entrare in un sogno senza risveglio. Fortunatamente non è stato un sogno.

Una volta arrivato a Roma, l’unica città dove ritenevo si potesse seriamente fare questo lavoro, ho cominciato a fotografare qualsiasi forma di spettacolo che mi si presentava. Non conoscevo nessuno ed ovviamente nessuno mi conosceva e, con una sfrontatezza che non mi riconosco, m’intrufolavo in ogni dove, con la macchina fotografica sempre in mano, alla ricerca del personaggio famoso.

Ho cominciato col fotografare al Folkstudio, il mitico locale di Via Garibaldi, fucina e trampolino di lancio per artisti di vario genere dove sono passati alcuni dei nomi più famosi dello spettacolo. Per fare qualche esempio, a quei tempi si esibivano personaggi come Antonello Venditti, Francesco De Gregori, il nostro Otello Profazio ma anche Jaques Breil e perfino un praticamente sconosciuto Bob Dylan.

Poi mi sono avvicinato al cinema ed alla televisione ma il teatro era la mia passione e, per non essere fuorviato da altri generi, ad un certo punto ho deciso di dedicarmici a tempo pieno.

In tutti questi anni avrò fotografato non meno di 4000 spettacoli che è una cosa disumana. Un impegno costante, esclusivo e totale, che magari mi ha privato di tante altre cose ma mi ha dato tante soddisfazioni e mi ha gratificato enormemente

La cosa bella e interessante del mio lavoro è che il mio non è un lavoro. Potrebbe sembrare un paradosso ma è la verità. Non nascondo che è molto faticoso e, per certi versi, stressante; viaggi (quasi sempre di notte), alberghi (non sempre a 5 stelle), ristoranti (non sempre all’altezza del nome), incontri (e scontri) con registi e attori, letture dei testi, studi, visione di prove interminabili. Tutto sempre di corsa perché, anche se per uno spettacolo teatrale c’è una progettazione di mesi, se non di anni, si arriva alla conclusione sempre con il fiato in gola. Gli ultimi giorni prima del debutto sono i più frenetici e faticosi dove tutto sembra non funzionare e tanto bisognerebbe cambiare. Poi invece non è così; al debutto, per un universalmente riconosciuto “miracolo divino” va tutto bene, tutto funziona, la tensione si stempera e sono tutti contenti. Nonostante tutte queste difficoltà, però, questo è il lavoro che mi sono cercato, costruito e realizzato e non lo cambierei con nessun’altro. Le ragioni sono tante; giri il mondo, vedi posti sempre diversi, respiri arte e cultura e soprattutto hai modo di conoscere e frequentare persone interessanti e particolari.

Uno, cento, mille visi, con le espressioni più varie hanno sfilato davanti a me su una passerella non immaginaria in oltre 50 anni di frequentazioni teatrali. Personaggi noti e meno noti. Eduardo e Peppino De Filippo, Romolo Valli, Vittorio Gassman, Mariangela Melato, Giorgio Albertazzi, Marcello Mastroianni, Claudia Cardinale, Gabriele Lavia, Aroldo Tieri, Valeria Moriconi . Praticamente tutto il teatro italiano senza trascurare i giovani talenti e le compagnie minori.

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