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In viaggio con Gigi

di Tommaso Le Pera

…Uno però lo ricordo con particolare affetto e ammirazione: Gigi.
Gigi Proietti, scomparso recentemente, purtroppo, lasciando un vuoto incolmabile nell’universo teatrale non solo nazionale.
La mia collaborazione con Gigi comincia nel 1976 con il suo famosissimo “A me gli occhi, please!”, spettacolo ormai considerato cult, scritto con Roberto Lerici e presentato al Teatro Tenda di Piazza Mancini, a Roma. Forse il primo one man show che ancora oggi costituisce uno dei più grandi successi del teatro italiano d’ogni tempo. Basti pensare che lo spettacolo sarebbe dovuto rimanere in scena per una sola settimana e invece replicò per ben quattro mesi consecutivi con oltre 250.000 spettatori, proprio come i grandi spettacoli di New York, Londra o Parigi.

I miei scatti fotografici hanno documentato tanti, tantissimi suoi spettacoli sia come regista che come protagonista assoluto in una sarabanda infinita di ruoli, di personaggi, di frizzi, lazzi, canzoni e macchiette come con nessun’altro.
Gigi come i petroliniani Gastone e Archimede, come Pietro Ammicca e Toto, il Cavaliere Nero, Gigi-Cirano, Gigi- Il Bugiardo, Gigi-Gaetanaccio, Gigi Romolo, Servio Tullio, Anco Marzio, Tarquinio Prisco e il Superbo e tutti gli altri Re di Roma, Gigi-Kean. Gigi, Gigi, Gigi e ancora Gigi, sempre diverso, sempre divertente e avvincente, col suo entusiasmo e la sua generosità verso il suo pubblico. Un pubblico che lo segue e che lo adora, che ha imparato a memoria tutte le gag più esilaranti dei suoi Cavalli di Battaglia e, in coro, le anticipa nel mentre le propone. Un pubblico che alla fine di ogni suo spettacolo non lo vuole far andare via e chiede, pretende un bis dopo l’altro che lui concede, e si concede, senza risparmio divertendo e divertendosi.

Con Gigi si era instaurato un rapporto di profonda amicizia che travalicava quello professionale e, quando possibile, ci si frequentava anche al di fuori dei teatri.

Sprigionava allegria ed energia da tutti i pori e non solo sul palcoscenico anzi, nel privato, forse era ancora più divertente. Amava la buona cucina e il buon bere e la sera, dopo teatro, a cena, si scatenava ancora di più. Ad un certo punto della serata, inevitabilmente, spuntava fuori una chitarra che, instancabilmente, non mollava fino all’alba deliziando tutti con la sua inconfondibile voce e la sua verve.
Ma ci si divertiva di più quando, negli spostamenti da una città all’altra durante le tournée o nel ritorno a casa, si era in “Viaggio con Gigi”. Lui non guidava mai e ti teneva sveglio e sulla corda, senza tregua, con un continuo di battute, barzellette, aneddoti, citazioni, imitazioni.
Viaggi che ti auguravi non finissero mai!

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