Una foto storica. Lui guardò la fotocamera e anche le sue guardie si misero a ridere.

Riccardo Aguiari, Martina Boiardi e Guglielmo Nicolini da Fiorenzuola (Piacenza) nel 2013 furono protagonisti del selfie che fece il giro del mondo.
Era il 23 agosto 2013 quando tre quindicenni piacentini – Riccardo, Guglielmo e Martina – si avvicinarono a Papa Francesco durante un’udienza privata nella Basilica di San Pietro e, con l’ardire tipico dei teenager, gli chiesero: «Puoi fare una foto con noi?». La risposta del Pontefice fu un sorriso e un gesto semplice: si accostò ai ragazzi, guardò la fotocamera del cellulare di Riccardo e si lasciò immortalare in quello che, a tutti gli effetti, fu il primo selfie della storia con un Papa. «Anche le guardie di sicurezza sorrisero davanti a così tanta spontaneità». I ragazzi, dell’oratorio di San Fiorenzo di Fiorenzuola d’Arda, erano stati accompagnati – assieme al gruppo parrocchiale – da don Alessandro Mazzoni per una gita a Roma e poi a partecipare all’udienza privata
Il 27enne Nicoli: «Quella foto è stampata e appesa in casa, a tutta la famiglia ricorda un momento indimenticabile ma non ci aspettavamo quel clamore»

«Finimmo pure sul New York Times»
L’immagine venne postata dai ragazzi sui loro social network e poche ore dopo divenne immediatamente virale con il Vaticano che la diffuse. La foto venne ripresa anche dal New York Times. La notizia attirò l’attenzione anche dei media televisivi, e i tre giovani furono invitati a raccontare l’episodio a Pomeriggio Cinque, su Mediaset.
Un gesto semplice, ma dal forte valore simbolico. Fino a quel momento, nessun Pontefice si era mai fatto ritrarre in un autoscatto. Papa Francesco, eletto solo cinque mesi prima, aveva già cominciato a mostrare quella cifra di vicinanza e umanità che avrebbe caratterizzato il suo pontificato. Quella foto fu l’emblema di un cambiamento anche nella comunicazione vaticana.
«Guardiamo sempre quella foto, un momento emozionante»
Oggi, a distanza di una dozzina di anni, i protagonisti di quel momento hanno preso strade diverse, ma in loro il ricordo è rimasto vivido. «Ci colpì il suo modo di essere parte di noi», racconta Guglielmo Nicolini, oggi 27enne e impegnato a lavorare nell’azienda di famiglia che si occupa di macchinari per il trattamento dei rifiuti. «Mia madre fece stampare la foto e la appese in casa. Ogni volta che la guardiamo, ci ricorda un momento che ci ha toccati profondamente», sottolinea Guglielmo.
Martina Boiardi, invece, è andata a vivere in Belgio, dove studia per conseguire un dottorato in ingegneria biomedica. Riccardo Aguiari, il ragazzo che ha premuto il tasto del suo smartphone per scattare il selfie, è un batterista. «Non ci aspettavamo che quella foto avrebbe fatto tutto quel clamore, è stata un’esperienza unica, che ci ha resi per un attimo parte della storia» conclude Guglielmo.
No comment yet, add your voice below!