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Il mondo dell’immagine e la cancel culture:
Il caso Gian Butturini

di PHocus Magazine

Qualche settimana fa parlavo del libro London by Gian Butturini, preziosa testimonianza sui cambiamenti socio-culturali della città inglese a ridosso degli anni settanta: esaurito nel giro di pochissimo tempo, il libro divenne un cult introvabile, e riscoperto da Martin Parr su una bancarella, London vide finalmente nuova luce.  Da mostre internazionali a dibattiti, seminari e riflessioni, il volume di Gian Butturini venne ristampato dall’editore bolognese Damiani, con una prefazione nientemeno che di Martin Parr stesso, strenuo sostenitore di questa ‘meravigliosa gemma perduta’.

Passò poco tempo e questa gemma venne definita oltraggiosamente razzista, offensiva e chi più ne ha ne metta: dopo varie vicissitudini e aspre polemiche, il libro del buon Butturini venne ritirato dal commercio e destinato al macero, e il povero Martin Parr costretto a dimettersi dalla presidenza di un festival, oltre ad averci personalmente rimesso la faccia.

Il motivo di questo accanimento? L’accostamento di due fotografie, che non starò qui a descrivere perché se n’è già parlato fin troppo. Basta conoscere l’impegno sociale di Butturini, basta leggere la sua introduzione al libro, ma forse nella vita si danno troppe cose per scontate. Comunque quello che è successo a questo libro incarna perfettamente quella che viene definita come Cancel Culture, incarnazione del politicamente corretto ai suoi massimi termini: Cancellare qualcuno/qualcosa perché offensivo, inadatto, superato dai tempi e dalla cultura di riferimento.
Al libro venne risparmiato il macero solo grazie alla lotta dei figli del fotografo, sostenuti da un esercito di autori, giornalisti e critici, ma tuttora giace nel buio dei magazzini, dal momento che nessun editore ha più voluto distribuirlo.

Dopo i danni di questo Tsunami pseudo-culturale, le immagini di London by Gian Butturini sono di nuovo in giro, esposte sempre meno timidamente, recuperando passo dopo passo la dignità infangata di autore e relatore.
Proprio in questi giorni la mostra From London to Free Derry è visitabile presso lo Studio Cenacchi di Bologna, che per l’occasione ospiterà un imperdibile incontro online sul tema Il mondo dell’immagine e la cancel culture: per la prima volta Martin Parr interverrà in prima persona sulla vicenda, in un dibattito a più voci con i figli di Butturini e altre personalità del mondo della cultura fotografica italiana.

L’evento è online, gratuito, e consigliato nel modo più assoluto.

IL MONDO DELL’IMMAGINE E LA CANCEL CULTURE

UN DIBATTITO A PIU’ VOCI

Martedì 25 maggio 2021 ore 11,00 – diretta Facebook e Youtube

Partecipano:

MARTIN PARR

MATTEO BERGAMINI, giornalista, Direttore Responsabile di Exibart

MARTA E TIZIANO BUTTURINI, Associazione Gian Butturini

GIUSEPPE CULICCHIA, scrittore

DENIS CURTI, Direttore artistico Casa dei Tre Oci

GIGLIOLA FOSCHI, Curatrice della mostra From London to free Derry

FEDERICO MONTALDO, Avvocato e critico fotografico

Modera

JACOPO CENACCHI, titolare Studio Cenacchi Arte Contemporanea

Se ti interessa il libro, sappi che grazie ai figli di Gian Butturini ne abbiamo qualche copia in negozio:
Acquistando London non solo arricchirai la tua biblioteca fotografica con un volume raro e prezioso, ma soprattutto contribuirai in prima persona a sostenere il lavoro dell’associazione Butturini, da anni impegnata a rivendicare la memoria e i quarant’anni di impegno sociale del fotografo.

Scopri il libro qui

Puoi vedere l’incontro con i figli di Gian Butturini su Cinesudfotomagazine.com.
Clicca qui

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Non è facile trovare un buon educatore!
Appartengo ad una generazione che ha dovuto adattarsi alla scarsa offerta dei tempi. Ho avuto un solo tutor, a cui ancora oggi devo molto. Brevi, fugaci ma intensi incontri in cui il sottoscritto, da solo con lui, cercava di prendere nota anche dei respiri e trarre insegnamento da ogni singola parola.
A causa di questa carenza io e i miei coetanei ci siamo dovuti spesso costruire una visione complementare come autori, designers, critici ed insegnanti e questo ci ha aiutato a costruire qualcosa di fondamentale e duraturo.
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