Quando passano i titoli di coda nei film mi è capitato spesso di sentir sussurrare al vicino:
“Ma chi è sto Direttore della Fotografia? E’ quello che fa le foto del film???”
Ecco,…no!
Proviamo a chiarire qualche dubbio.
Sono molti i mestieri un po’ ignoti che compaiono a fine film quando tutti si alzano, ad esempio… il produttore, anzi, i vari produttori, cosa producono? E perché ce n’è uno esecutivo, uno di linea, uno associato, un co- produttore.. La segretaria di edizione cosa edita? Gli attrezzisti sono ginnasti del set? L’operatore è un chirurgo specializzato? Il macchinista é uno che aspetta in macchina? Il runner è quello che corre… ma dove va? Cos’è un soggetto cinematografico? E soprattutto… è poco raccomandabile? Cos’è un set? E perché non c’è un ot e un nov?
Si lo so, ho esagerato… ma tant’è che una domanda di queste vi sarà venuta qualche volta!
Quindi anche solo per fare bella figura con gli amici alla prossima serata al cinema sorbitevi questo glossario cinematografico
Non che io sia un professore in materia, ma avendo avuto un paio di incarichi sui set, come fotografo di scena, ad esempio per il film “Se devo essere sincera” (di Davide Ferrario con Luciana Littizzetto) ammetto che solo lì ho scoperto una marea di informazioni che neanche io conoscevo.
Incominciamo aprendo il dizionario cinematografico:
Film: successione di sequenze; la sequenza è una successione di scene; la scena è una successione di piani; il piano è una successione di fotografie; la fotografia è un’immagine.
Fotografia: dal greco “scrivere con la luce”
Fotografo di scena: colui che documenta attraverso la realizzazione di fotografie quello che accade sul set. Le immagini serviranno sia per documentazione interna alla produzione sia all’ufficio stampa e alla pubblicità del film stesso.
Fotografia cinematografica: tecnica con cui si ottiene la costruzione dell’immagine per mezzo di opportune forme di luci e della disposizione di tutti gli elementi presenti sul set.
Con la direzione fotografica si realizzano visivamente le richieste artistiche del regista.
La particolare «illuminazione» degli elementi, i luoghi, le scenografie, gli attori, i costumi e il trucco definiscono l’atmosfera del film.
E poi vorrei cedervi una citazione di uno dei più grandi Direttori della Fotografia che l’Italia ha regalato al mondo.
“Io credo che ognuno di noi dia una parte della propria vita quando tenta di scrivere con la luce la storia di un film; proprio come fa l’autore musicale con le note, lo sceneggiatore con le parole, così facciamo noi scrivendo con la luce” .
Vittorio Storaro. (Oscar alla fotografia con “L’ultimo imperatore” “Apocalypse Now” e “Reds” premiati con l’Oscar alla Fotografia, e l’indimenticabile “Ultimo tango a Parigi” e tantissimi altri film diretti da grandissimi registi )
Spesso i registi si occupano anche di altre mansioni oltre ovviamente alla regia, possono ricoprire incarichi di produzione o di sceneggiatura e anche collaborazioni al montaggio, possono essere autori del soggetto (breve racconto che illustra a grandi linee la trama) a volte il regista fa anche l’attore principale del film, ma se c’è una carica che si guardano bene dal ricoprire è il Direttore della Fotografia.
Colui che dirige la luce. Il regista della luce e spesso anche dell’inquadratura.
E’ per forza di cose il braccio destro del regista, il suo confidente, il collaboratore più importante.
Possiamo riassumere in lui tre responsabilità, illuminare la scena, impostare con il regista l’inquadratura e curarsi di far impostare il giusto diaframma all’assistente dell’operatore (l’operatore è colui che sta effettivamente dietro la camera da presa e che materialmente esegue la ripresa), inoltre decide il tipo di obiettivo da utilizzare e gli eventuali filtri e in precedenza ha stabilito che pellicola utilizzare. In accordo con il regista dirige anche gli operatori, i macchinisti (tecnici addetti al trasporto ed al montaggio delle macchine e degli accessori di ripresa, progettano e costruiscono apparecchiature per realizzare riprese particolarmente difficili) gli elettricisti e per finire deve operare a stretto contatto con lo scenografo, i costumisti, i capo truccatori/parrucchieri etc.
Insomma il set cinematografico è una potente e super organizzata macchina, in cui ogni ingranaggio ha un ruolo ben definito e ogni anello è importantissimo, si vive in una vera e propria gerarchia piramidale e per ovviare a errori di comunicazione gli ordini vengono passati da livello a livello utilizzando il sistema militare. Per capirci…. il regista non comunicherà mai un problema tecnico/elettrico a chi dovrà effettivamente risolverlo, ma lo dice al direttore della fotografia che lo dice al capoelettricista che lo dice al caporeparto che lo dice al caposquadra che lo dice all’elettricista che lo dice al suo assistente. Più o meno va così per le gradi produzioni, ed ognuno è responsabile di chi gli sta “sotto”.
Alcuni registi devono la propria fortuna grazie anche alle atmosfere che l’autore delle luci ha conferito alla storia narrata nel film e infatti alla cerimonia degli Oscar vi è la categoria “Oscar alla Fotografia”.
D’altra parte il sapore, la magia, i colori o i non colori, il senso di surreale o di quotidianità, l’espressività e il sogno, la suspence del buio e la meraviglia della gioia e tutto quello che inconsciamente viene colto dal pubblico è dovuto alla tecnica artistica del direttore della Fotografia.
Il senso e il gusto artistico di questo lavoro è inscindibile dall’altissima conoscenza tecnica che bisogna avere. E’ necessario giostrarsi con disinvoltura tra luce naturale e artificiale, capire quando dare profondità all’attore o invece al luogo, quando la luce deve confondersi con la scena e quando la deve prevalere, molte volte l’illuminazione deve “correre” insieme alla colonna sonora e spesso non deve farsi vedere. Un famoso direttore della fotografia disse “Sento di aver fatto un buon lavoro quando nessuno se ne accorge”.
Infatti una accortezza che sembra semplice ma non lo è affatto, è quella di non perdere mai la direzione della luce. Un film viene girato con più scene e quindi diverse inquadrature e anche per un semplice dialogo tra due persone vengono fatte più inquadrature posizionando la macchina da presa in posti differenti, ma il pubblico deve percepire il tutto come se fosse ripreso contemporaneamente e se gli attori si trovano seduti ad un tavolo, con la finestra alle spalle di uno dei due, in tutte le scene occorrerà cambiare la luce perché il pubblico possa sempre vedere l’attore in volto ma la “sensazione” di direzione della luce non dovrà mai cambiare. Quindi il regista delle luci dovrà avere la capacità tecnica di cambiare l’illuminazione ad ogni cambio d’inquadratura ma lasciando percepire l’immutabilità del lavoro fatto. Vi sembra poco?
Qui di seguito alcune fotografie dai set di famosi film, li riconoscete?
Concludo con le altre voci dei titoli di coda che spesso sono ignote ai più.
La segretaria di edizione cura la stesura del diario di lavorazione nel quale viene annotato tutto ciò che accade sul set, dalle spese fino ai motivi delle perdite di tempo e riporta tutte le varianti effettuate alla sceneggiatura durante le riprese.
I runners sono gli autisti addetti alle commissioni, spesso urgenti, sono muniti di auto o moto. Possono anche avere il compito di portare gli attori in hotel, andarli a prendere, accompagnarli all’aeroporto etc.
Gli attrezzisti sono i responsabili di tutti gli oggetti presenti sulle scene.
Il produttore investe i soldi e pone le basi per iniziare il film, si occuperà della distribuzione e sfrutterà commercialmente l’opera. Il produttore non si occupa mai della realizzazione dell’opera ma la delega al produttore esecutivo che approva o taglia le spese e che a sua volta si affida al direttore di produzione incaricato di stilare una tabella di lavoro. Questi a sua volta delega il lavoro sul set all’assistente di produzione che, solitamente, insieme all’assistente di regia, controlla personalmente il rispetto dei tempi della tabella.
Il fonico di presa diretta si occupa della sistemazione dell’attrezzatura audio in modo che non intralci la scena per poter riprendere le voci e i rumori direttamente sul set, accertandosi che non vengano “presi” altri suoni che disturbino la registrazione.
Una preghiera ai gestori delle sale cinematografiche: Abbiate la compiacenza di lasciare finire i titoli di coda prima di accendere le luci in sala. E al pubblico a cui non interessa faccio la preghiera di alzarsi silenziosamente facendo attenzione a non intralciare troppo la vista a quella parte di pubblico che ha il piacere di prendere nota di chi ha lavorato al film o quale musica hanno utilizzato per la colonna sonora o in quale città hanno girato il film. Grazie.
Spero di aver soddisfatto alcune curiosità cinematografiche e mi auguro che d’ora in poi possiate iniziare ad apprezzare un po’ di più il lungo scorrere delle maestranze a fine film.
Vi lascio una info che sanno in pochi, il monte che compare nel logo immagine della Paramount è il Monviso, proprio quello piemontese dove nasce il fiume Po. Come è possibile?
Lorenzo Ventavoli, storico del cinema, dichiarò: «Agli inizi del ‘900 molti registi italiani si trasferirono a Berlino, mentre le maestranze del settore sbarcarono soprattutto negli Stati Uniti. Fu uno di questi operai specializzati in scenografie, un emigrante piemontese, a sottoporre ai creativi della Paramount una bozza del Monviso e venne accettata la perfetta silhouette della nostra bellissima montagna».

Paolo Ranzani, fotografo professionista del ritratto, dalla pubblicità al corporate.
Docente e divulgatore di “educazione al linguaggio fotografico”. Il ritratto rivolto al sociale è il suo mondo preferito, per Amnesty International ha ritratto personaggi celebri della cultura, della musica e dello spettacolo pubblicati nel libro “99xAmnesty”, per il regista Koji Miyazaki ha seguito per mesi un laboratorio teatrale tenutosi in carcere e ne ha pubblicato il lavoro “La Soglia”, reportage di grande effetto e significato che è stato ospite di Matera Capitale della Cultura. Scrive di fotografia per vari magazine con rubriche fisse. Dopo essere stato coordinatore del dipartimento di fotografia dell’Istituto Europeo di Design di Torino è stato docente di Educazione al linguaggio fotografico per la Raffles Moda e Design di Milano e ad oggi è docente di ritratto presso l’Accademia di Belle Arti di Genova.
Come Fotografo di scena per il cinema ha seguito le riprese di “Se devo essere sincera” con Luciana Littizzetto.
In veste di regista e direttore della fotografia ha lavorato a vari videoclip, uno dei suoi lavori più premiati è “Alfonso” della cantautrice Levante (oltre 10 milioni di visualizzazioni).
www.paoloranzani.com | Instagram: @paolo_ranzani_portfolio/
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