I miei ricordi fotografici nascono in ambito familiare.
Per casa giravano una Nizo FA3 super8, una pesantissima Zenith Krasnogorsk K3 16mm e una macchina fotografica per me ancora punto di riferimento assoluto: la Nikon S3 35mm Rangefinder a telemetro.
Con questa piccola, per me preziosissima, macchina fotografica ho scattato le prime fotografie sotto l’attentissima guida di mio padre.
Ricordo esattamente dove me l’affidò fra mille raccomandazioni. Eravamo al matrimonio di mio zio a St. Moritz, in Svizzera e per il gran freddo, il ragioniere, così lo chiamavamo, non riusciva a scattare ed allora a nove anni scattai le prime foto, sulla neve dove i bianchi splendevano più che mai e le persone non volevano stare all’interno di quel piccolo schermo.
Mi ritrovai a girare più volte la leva di caricamento cercando di mettere sempre dietro le mie spalle il sole come mi aveva consigliato mio padre. Solo dopo tanti anni compresi come mai tutte quelle figure che non volevano entrare dentro il mirino erano perfettamente a fuoco e mi si aprì il mondo antico e sempre attuale della messa a fuoco in iperfocale. Grazie a quel ricordo, grazie a quella piccola macchina che ancora tengo gelosamente custodita, oggi, anche con le più nuove digitali, la mia fotografia si basa su quella tecnica ed anche forse il cardine del mio modo di fare fotografia.
Questo lavoro oggi è attraversato da tecniche ed attrezzature formidabili, da software per la gestione della postproduzione che fanno miracoli anche quando hai quasi sbagliato lo scatto ma credo che il rapporto intimo che si acquisisce con la conoscenza delle tecniche native della fotografia possa oggi fare la differenza.
Con queste poche nozioni ho iniziato a vivere di fotografia, non ho potuto fare scuole ne seguire corsi anche se ne avrei avuto la possibilità frequentando i migliori fotoreporter della scena romana e non solo. Sono un operaio della fotografia. Mi testo con la luce e con le persone cercando di mettere a frutto i primi consigli paterni e quelli di tanti amici con cui ho avuto il privilegio di lavorare.
Le cose che più mi interessano sono il tempo, il diaframma e il sentimento che mi danno le persone che incontro durante il mio lavoro.
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Oreste Montebello
Provo a raccontare con la fotografia tutto quello che ho sentito, quello che ho letto e quello che hanno raccontato a pochi e che pochi hanno visto.
Mi piace raccontare storie quotidiane di uomini e donne che vogliono farsi conoscere per quelli che sono realmente, nelle loro case, con i propri figli, sul posto di lavoro. Fotografo in modo discreto cercando di trasmettere con i miei lavori le sensazioni del momento in cui decido di spingere quel bottoncino cromato, il resto si compone naturalmente davanti ai miei vetri grazie ad un rapporto che cerco di tessere con le persone e con la scena fino al punto di far parte di essa senza che io stesso diventi elemento di disturbo.
Sono nato a Soverato il 9 novembre del 1965 e ho vissuto prima a Roma e poi in giro per l’Europa. Ho fotografato le grandi realtà metropolitane di Roma, Milano, Parigi, Barcellona, Madrid, Cádiz, Vienna. Ho testimoniato gli sfaceli dei nazionalismi nell’area balcanica a cavallo fra la fine degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta. Ho fotografato il cinema, il teatro e la musica underground della scena romana. Le lotte sindacali e studentesche che hanno attraversato il nostro paese dal 1981 fino agli anni della Pantera. I delitti della Roma Capitale: dal caso del Canaro della Magliana al giallo di Via Poma con l’assassinio di Simonetta Cesaroni. Il ferimento di Marta Russo alla Sapienza e la successiva vicenda giudiziale incentrata sulle contorte personalità di Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro. Ancora la cronaca quotidiana e le cronache rosa del mondo televisivo con inseguimenti ed appostamenti a questa o quell’altra diva del momento. Insomma posso dire di aver dato il mio contributo al fotogiornalismo nazionale con storie belle e meno belle. Negli anni in cui ho svolto la mia attività di fotogiornalista ho appreso molto dai colleghi che incontravo per strada sui casi più disparati ma anche nelle agenzie, fucina di grandi talenti fotografici e giornalistici.
Ho lavorato per:
La Repubblica, Il Messaggero, Il Tempo, Il Venerdì della Repubblica, Corriere della Sera Sette, Panorama, Espresso, Liberation, El Pais.
Per le agenzie foto giornalistiche:
La Presse, Masterfoto, DuFoto, Reporter Associati, F3Press, Sigma, De Bellis e tante altre agenzie non degne di menzione…
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