Uno dei film più recenti di quel Molière contemporaneo che è Woody Allen si intitola Wonder Wheel − La ruota delle meraviglie ed è girato in uno dei Luna Park più famosi al mondo, quello che occupa una parte di Coney Island, la penisola a Sud di Brooklyn, spiaggia tra le più frequentate dai newyorkesi. Dentro il Luna Park e avendolo comunque come sfondo si sviluppa la storia del film secondo lo stile di Woody che, con l’ausilio della splendida fotografia di Vittorio Storaro, spesso indugia in suggestive inquadrature del gigantesco parco divertimenti e della spiaggia circostante.
Coney Island e il suo Luna Park è stato sempre un luogo di irresistibile attrazione e affezione per moltissimi fotografi e anche l’italiano Maurizio Coppolecchia (Milano, 1955) artista e operatore culturale poliedrico è stato irrimediabilmente attratto al fascino del luogo.
Nasce così il suo lavoro 2009 Luna Park dell’anima – Coney Island Brooklyn, esposto attualmente, a cura di Giovanna Fiorenza e Roberto Mutti, presso il Palazzo del Broletto di Pavia. Si tratta di una selezione di 52 fotografie di vari formati che compongono una panoramica intrigante dello strano, magico luogo. Stilisticamente la chiave per Coppolecchia non poteva che essere Pop, con colori forti, rutilanti, per accentuare quella esagerazione mediatica e pubblicitaria tipica di certi ambienti americani, un po’ stile Las Vegas: le inquadrature spaziano da campi lunghi ai dettagli in una insistente ricerca di quello che si potrebbe definire il genius loci, con ambienti e atmosfere dove realtà e finzione convivono chiassosamente per offrire alla vasta ed eterogena platea di fruitori popolari e della piccola borghesia uno di quegli ambienti dove si coltivano le illusioni e la vita appare allegra e colorata. Nelle fotografie di Coppolecchia non c’è la luce malinconica di Storaro nel film di Allen, ma una luce quasi sempre dura, tesa a esaltare la consistenza di forme e colori.
Una consistenza variabile, a tratti illusoria, che spesso si appiattisce in campiture decise di colori quasi come un dipinto Pop. Gli scenari e gli ambienti ritratti destano ancora meraviglia in noi europei anche se dal dopoguerra abbiamo accolto molte delle modalità pubblicitarie americane con l’invenzione di immensi scenari di questo tipo che la globalizzazione ha poi maggiormente diffuso. Ma, sotto questo aspetto, gli Stati Uniti continuano a primeggiare creando giganteschi ambienti e scenari pubblicitari, se non addirittura vere e proprie città come la citata Las Vegas, dove si ha davvero l’impressione di calarsi in un’altra dimensione, dove tutto è esagerato, rutilante, eccessivamente kitsch.
Un altro aspetto da sottolineare sono le rapide trasformazioni che questi scenari subiscono nel tempo e a questo proposito Giovanna Fiorenza, in uno dei testi in catalogo, scrive: «Coney Island fotografata nel 2009, nel momento della sua decadenza estrema dove suo malgrado informa un’estetica dell’abbandono, dove avviene uno shift temporale in cui il tempo si sospende e per un attimo si ferma. Attraverso la visione degli scatti percepiamo un luogo vissuto da tutti, dove si realizza il vero melting pot fra culture ed etnie diverse in una possibile convivenza».
Coppolecchia con il suo lavoro ha saputo leggere e riproporre fotograficamente la complessità di questo luogo e Roberto Mutti, in un altro testo in catalogo scrive: «[…] In tal modo, con uno sguardo rigoroso immune da ogni cedimento retorico e un ricorso a molte riprese audaci come versi sincopati, l’autore crea una vera e propria estetica dell’abbandono».
Maurizio Coppolecchia
2009 Luna park dell’anima − Coney Island Brooklyn
A cura di Giovanna Fiorenza e Roberto Mutti
Testi di Valeria Cerobolini, Giovanna Fiorenza e Roberto Mutti
Palazzo del Broletto
Piazza della Vittoria 14-15, Pavia
2 luglio – 2 ottobre 2022
Ingresso libero
Orari di apertura
Da giovedì a domenica dalle 17.00 alle 21.00
Catalogo di pagine 47, formato cm 23×32 edito dal Comune di Pavia.
Info: t. 0382-399424 cultura@comune.pv.it
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Nato nel 1950 nel Salento, Pio Tarantini ha compiuto studi classici a Lecce e poi Scienze Politiche all’Università Statale di Milano, dove vive dal 1973. Esponente della fotografia italiana contemporanea in quanto autore e studioso ha realizzato in quasi cinquanta anni un corpus molto ricco di lavori fotografici esposti in molte sedi italiane pubbliche e private.
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