È in corso a Castelfranco Veneto la mostra Private Portraits di Joe Oppedisano, un autore affermato da molti anni che, tra i tanti suoi lavori, ha privilegiato sempre l’interesse per le persone attraverso l’antico ambito del ritratto.
Di origine calabrese (è nato a Gioiosa Ionica nel 1954) ma emigrato da bambino con la famiglia a New York ha avuto la sua formazione nella Grande Mela per poi tornare definitivamente in Italia iniziando la professione di fotografo.
Attivo in un primo periodo a Milano ha realizzato importanti campagne pubblicitarie ma inseguendo sempre un percorso parallelo orientato a una fotografia non commerciale. Interessato ad alcune dinamiche sociali ha orientato buona parte della sua ricerca verso la ritrattistica non soltanto intesa nel senso della fotografia diretta, da cogliere al volo, ma concepita più come operazione di allestimento, di messa in scena da realizzare di solito nell’ambiente di vita o di lavoro dei soggetti prescelti.
In questo ambito nascono diversi progetti, sia nei contenuti che nello stile: dai reportage in chiave di ritratto – tra i più recenti quelli che esegue sugli artisti di strada e in particolare al festival annuale dei buskers a Ferrara – a ritratti concepiti e realizzati strizzando l’occhiolino alle esperienze delle avanguardie artistiche. Ecco allora i suoi ritratti di personaggi noti e meno noti ottenuti attraverso assemblaggi di molti fotogrammi che vanno a comporre strani puzzle, tra il cubismo e la destrutturazione della figura di sapore surrealista.
La mostra di Castelfranco Veneto consiste in una selezione di questi ritratti, insieme a qualche fotografia di paesaggi urbani scomposti: una sintetica panoramica della sua produzione che conferma ancora una volta la versatilità dei suoi linguaggi. Al proposito Renzo Margonari, nel presentare questi lavori di Joe, scrive tra l’altro: “Tutto ciò […] è il modo più consono per rispondere attivamente e in positivo al rapido mutare del paesaggio interiore dell’uomo contemporaneo ma anche della realtà ambientale, del sistema che condiziona la visione soggettiva.”
Affermazione condivisibile da chi scrive questa nota: da molto tempo sostengo che bisogna superare, nella fotografia contemporanea, il concetto di stile nella sua forma chiusa, sempre uguale, che costringe il fotografo in una gabbia formale e contenutistica: questa scelta facilita sicuramente la riconoscibilità dell’autore ma, secondo il mio modesto parere, penalizza la capacità di cambiare registro stilistico, adeguandolo alle necessità di ogni progetto.
Joe Oppedisano
Private Portraits
Galleria del Teatro Accademico Castelfranco Veneto
Fino all’8 dicembre 2021
Mercoledì Giovedì Venerdì: – dalle 16.00 alle 19.00
Sabato e domenica: dalle 10.30 alle 12.30 – dalle 16.00 alle 19.00
www.joeo.com
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