Presso la Centrale Montemartini di Roma, una nuova mostra dell’Archivio Luce esplora alcune delle più iconiche strutture architettoniche italiane, dal Gazometro di Roma al Lingotto di Torino.
L’esposizione, intitolata Architetture Inabitabili, si terrà dal 24 gennaio al 29 settembre 2024 e presenta otto architetture italiane particolarmente significative, luoghi non abitati ma che custodiscono ricordi e suggestioni collettive. Curata da Archivio Luce Cinecittà, la mostra si svolge nella prima centrale elettrica di Roma, oggi sede del museo Centrale Montemartini.
La mostra documenta queste costruzioni attraverso fotografie e filmati provenienti dall’Archivio Luce e da altre importanti istituzioni come l’Archivio Alperia, il CISA Andrea Palladio, la Fondazione Benetton, e la Fondazione Burri.
I fotografi e le architetture protagoniste
Tra le circa 150 immagini in esposizione spiccano i lavori di celebri fotografi italiani come Gianni Berengo Gardin, Ferdinando Scianna, Guido Guidi e Gianni Leone, affiancati da autori internazionali del calibro di Steve McCurry e Mark Power. Francesco Jodice e Silvia Camporesi contribuiscono con opere inedite, create appositamente per questa mostra, alcune delle quali hanno ispirato la copertina del catalogo.
Le otto architetture raccontate includono il monumentale Gazometro di Roma, il Memoriale Brion ad Altivole (TV) di Carlo Scarpa, e il suggestivo campanile sommerso di Curon nel lago di Resia. Tra le altre opere in mostra troviamo il Cretto di Gibellina di Alberto Burri, il Lingotto di Torino, e la Torre Branca di Milano, progettata da Gio Ponti.
Francesco Jodice e la Torre Branca
Riguardo il suo lavoro sulla Torre Branca, Francesco Jodice racconta: “Nel mio contributo al progetto Architetture Inabitabili ho cercato di esplorare il significato simbolico della Torre per Milano. Attraverso riferimenti letterari e cinematografici, ho voluto restituire un’atmosfera surreale e dare centralità a questa architettura rispetto al suo contesto urbano, creando un dialogo tra natura e architettura”.
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