Il nuovo libro di Rosita Ferrato è sempre dedicato alla sua patria elettiva, Tunisi, ma nella sua ultima dimensione: aver aperto casa – sia alla medina, sia a Cartagine – ai gatti. Animali quasi sacri per la cultura locale ma bisognosi di cure e di attenzioni. Il libro è un collage di racconti, tra il divertente e l’avventuroso, delle mille peripezie dell’autrice alle prese con questi essere così affettuosi ma anche sfuggenti.
“Creature che, nel tempo, sono arrivate da me, alla spicciolata, inaspettate, sempre benvenute… Avendo ormai tanti gatti, ne osservo ogni giorno le stranezze, il carattere e il loro modo di vivere. Mi incalzano, mi adorano, mi sfiniscono, mi stupiscono, mi responsabilizzano”.
A Tunisi, i gatti sono sacri. Magari non ci sono precetti religiosi legati ai felini, né obblighi o divieti di legge su un loro status di particolare privilegio, ma sono amati e rispettati dalla popolazione. Tantissimi sono i gatti di strada – anche se, ovviamente, esiste pure il gatto domestico e, ormai, la loro presenza è così diffusa che è del tutto normale trovarli nei corridoi degli alberghi, sulle sedie dei dehors dei caffè, al mercato, sopra e sotto le panchine al parco, mollemente adagiati sulle selle dei numerosissimi motorini usati dai tunisini per muoversi. Di fatto, possono andare dappertutto: anche in chiesa. Non è raro vederne qualcuno assopito davanti al portone della moschea al-Zaytuna. Ogni zona ha la sua famiglia, un suo “tipo”, gruppi di gatti con colori simili e mille varianti sul tema. Ma entriamo in una casa, anzi in più case: in queste pagine, vi svelerò qualche segreto o qualche aneddoto delle mie famiglie di gatti, in una curiosa situazione in cui mi sono piacevolmente trovata (incastrata!) nel mio paese d’elezione, la Tunisia.
“Il bello, quando parli di gatti, è che ognuno ha la sua storia da raccontare. E nel mio libro “I gatti di Tunisi. Racconti di felina quotidianità” di storie ce ne sono tante: ci sono le mie “avventure” giornaliere, tra la Medina e Cartagine, ma ci sono anche quelle che ho raccolto nel tempo dalle tante persone che amano i gatti. Un libro i cui proventi saranno interamente dedicati alla cura e all’accudimento delle colonie di Tunisi e Cartagine.”
Biografia Autore
Rosita Ferrato è giornalista, scrittrice e fotografa, è nata e vive a Torino. Laureata in Lingue e Letteratura straniera e Lettere Moderne, avvia la carriera professionale in RAI: prima all’Orchestra Sinfonica Nazionale, quindi in via Verdi per programmi televisivi d’informazione e intrattenimento quali Il Pianeta delle Meraviglie, il telegiornale scientifico TG Leonardo, Ambiente Italia.
Nelle vesti di giornalista professionista, ha collaborato – tra l’altro – con il settimanale Grazia di Mondadori e con il periodico italo-rumeno Noua Comunitate (di cui è stata caporedattrice); con l’agenzia di stampa nazionale Redattore sociale occupandosi, come corrispondente del Piemonte e della Valle d’Aosta, prevalentemente d’immigrazione e temi sociali; con le testate Eco, Nuova società, Turin, Babelmed.
Nel 2009 pubblica “Le Piere. Madame e signorine di Torino” (Seneca Edizioni), spigliato e spietato ritratto della donna torinese elegante ma insipida, campionessa di bon-ton e conformismo. Alle anti–Piere dedica “Le Divine. Manuale per amanti, seduttrici, cortigiane e avventuriere” (2010), seguito da “I Gagà, gli eterni immaturi” (Edizioni Il Punto), il cui bersaglio sono gli uomini eternamente immaturi: il volume, presentato al Salone Internazionale del Libro di Torino 2012, completa la trilogia sui tipi umani osservati dall’autrice e che ispirano lo spettacolo “Storie di Piere e di dame” realizzato nel 2011 per le Biblioteche Civiche di Torino e allestito presso il Mausoleo della Bella Rosin, in collaborazione con Mario Brusa e il Viotti Ensemble, sestetto di musicisti dell’Orchestra Sinfonica della Rai.
Dalle esperienze di viaggio nascono le “guide emozionali” Albania, sguardi di una reporter (Lexis, 2011), Albania, un piccolo mondo antico tra Balcani e Mediterraneo (Polaris Edizioni, 2014), I tuffatori di Casablanca. Appunti sul Marocco (2017) e le mostre fotografiche Albania dopo il 1991 (in collaborazione con il fotografo Aldo Pavan, 2011), Primavera a Tunisi (2016), Marocco: il racconto, le immagini, i profumi (2017). Nel 2018 inizia la collaborazione con Riccardo Marchina, curatore dell’antologia di racconti “Spirito d’estate” per Neos Edizioni, nella quale sono stati pubblicati i racconti, L’incantesimo del grillo (2018), La metro (2019) e Effetto notte (2020).
Rosita è anche Direttrice responsabile de Il Caffè dei Giornalisti, testata che si occupa di libertà di stampa e osservatorio dei cambiamenti geo-politici in atto nei paesi del Mediterraneo. Annualmente organizza Voci scomode|Storie di chi sfida il potere: l’evento, ispirato al progetto di sensibilizzazione Presse 19 e alla Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948, rende pubbliche le testimonianze dei giornalisti costretti all’esilio. Giunto alla quarta edizione, è organizzato dal Caffè dei Giornalisti in collaborazione con il Dipartimento di Culture, Politiche e Società dell’Università di Torino e La Maison des Journalistes di Parigi, che dal 2002 ha dato rifugio a circa 300 operatori dei media provenienti da 57 paesi del mondo. L’edizione 2019 è dedicata allo Yemen, in precedenza a Iran, Siria, Turchia, Africa, Arzerbaigian, Cecenia. Ha organizzato la mostra Exile, Giornalismo esiliato.
Dal 2019 collabora con Il Corriere di Tunisi.
Per acquistare il libro:
https://www.amazon.it/gatti-Tunisi-Racconti-felina-quotidianit%C3%A0/dp/B0D9ZPT5B9
Per seguire le avventure di Rosita:
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