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Guida rapida per la fotografia infrarosso

di Domenico Addotta

Versione 1.0 del 12-04-2021

La guida e le foto qui presenti sono state realizzate da Domenico Addotta. Questa guida sarà completata e aggiornata a cadenza regolare, integrando altro materiale e inserendo altri doverosi approfondimenti. Occhio quindi al numero di versione e alla data riportati in prima pagina in alto a destra, se avete una precedente versione, scaricate la nuova versione aggiornata.

PRESENTAZIONE

Davvero difficile presentarsi, parlare di sé non è mai semplice e quindi eviterò di dilungarmi troppo. Mi chiamo Domenico Addotta, sono un grande appassionato di fotografia da oltre 30 anni e da qualche anno mi sono cimentato nella fotografia infrarosso. Inizialmente per curiosità, utilizzando dei filtri IR. Poi ho iniziato a prenderci gusto e ho fatto modificare una serie di fotocamere in mio possesso con cui, ancora oggi pratico questo tipo di fotografia.

Ho fondato un gruppo dedicato alla fotografia infrarosso, dove ogni mese organizziamo concorsi fotografici, workshop e uscite fotografiche, covid permettendo, e siamo a totale disposizione degli iscritti per quesiti e dubbi.

Se vi fa piacere ci trovate qui: https://www.facebook.com/groups/infraredpassion

Perchè questa guida? Perché tutti i nuovi iscritti al gruppo Infrared Passion porgono sempre le stesse domande e noi diamo sempre le stesse risposte. Perché vuole essere da aiuto a chi vuole entrare in questo magico mondo e soprattutto perché mi piace parlare di fotografia infrarosso.

Ovviamente quello che troverete in questa guida è frutto della mia esperienza sul campo, qualcuno magari già “navigato” potrà storcere il naso su determinate mie affermazioni, ma la bellezza della fotografia infrarosso è che possiamo arrivare a ottenere delle ottime fotografie seguendo diversi percorsi. Non voglio quindi fare il guru di turno, ma voglio soltanto dare una reale mano a chi è interessato a questo genere fotografico. L’argomento è davvero vastissimo, ma per iniziare va più che bene una guida breve ma chiara e spero che questa lo sia.

Mi piace presentarmi con uno scatto infrarosso, scattato con fotocamera modificata IR in Full Spectrum e filtro da 850nm:

INTRODUZIONE

Con questa guida pratica alla “fotografia infrarosso” vi introdurrò in un magico mondo, quello della fotografia “invisibile” agli occhi umani: la “fotografia infrarosso”. Osservando questi scatti si rimane affascinati dal loro aspetto onirico e fiabesco, dovuto in particolare al fogliame, che assume delle colorazioni biancastre o altre tonalità in base alla concentrazione della clorofilla presente nelle foglie. I raggi infrarossi vengono riflessi dalla clorofilla e il fogliame diventa quasi come uno specchio, riflettendo questa luce. In basso due esempi di fotografia infrarosso post-prodotti in FALSE COLOR (poi vi spiego cosa significa):

Vi prometto che non entrerò mai in tecnicismi, teorie della luce, teorie della Fisica e Ingegneria Ottica, perché altrimenti tutto si complicherebbe troppo e la lettura diventerebbe lunga e noiosa

ORIGINI DELLA FOTOGRAFIA INFRAROSSO

La fotografia infrarosso ha origini molto lontane ed è stata sin dall’inizio utilizzata per fini scientifici e di ricerca. All’epoca venivano utilizzate pellicole particolari per le fotocamere analogiche. Era complicatissimo scattare con queste pellicole e ancora più complicato era svilupparle. Questo non ha impedito a tanti fotografi di sperimentare questa tipologia di fotografia anche per fini artistici, il nostro caso.

Con il passaggio al digitale si è aperto un mondo, consentendo praticamente a tutti noi fotografi di poterci cimentare in questa tipologia di scatti.

Perché si parla di luce invisibile? Come vediamo i colori? Che cosa sono i colori? Partiamo con il dire che i colori che vediamo sono una limitatissima parte delle onde elettromagnetiche presenti in natura. E cosa sono le onde elettromagnetiche? Crediamo di non conoscerle, ma fanno parte della nostra vita quotidiana: ci permettono di ascoltare la radio, di guardare la TV, di utilizzare il forno a microonde, di effettuare chiamate con il cellulare, di navigare su internet con il WiFi di casa, di fare gli esami ai raggi X in ospedale e tanto altro. Queste onde si misurano in nanometri e in particolare il nostro occhio percepisce un’area che va da 400nm a 720nm circa, all’interno della quale sono rappresentati tutti i colori a noi conosciuti e visibili della luce proveniente dal sole, vedi figura qui in basso:

Noi ovviamente siamo interessati alla luce emessa dal sole e su quella concentremo i nostri sforzi. La luce solare va dall’ultravioletto all’infrarosso, passando appunto per lo spettro visibile che voglio meglio rappresentare qui:

Partiamo dai raggi UV, vi ricordano qualcosa? Ci avrete fatto caso quando avete deciso di farvi una bella lampada abbronzante in un centro estetico o ancora quando dal vostro parrucchiere/barbiere trovate un particolare contenitore che emette luce violetta dove vengono risposti gli strumenti di lavoro (per sterilizzarli), ma soprattutto ci avrete fatto caso quando avete acquistato un filtro UV per il vostro obiettivo, in genere per proteggere la lente da graffi, ditate e sporcizie varie e che non inficia minimamente le foto che effettuerete con la vostra fotocamera.

Lo spettro invisibile, quello che a noi interessa, ha inizio da 720nm e comprende l’irradiazione infrarossa solare.

Le fotocamere digitali in commercio sono progettate per funzionare correttamente catturando solo lo spettro visibile, motivo per cui le case produttrici inseriscono davanti al sensore un vetrino/filtro che va a tagliare tutto quello che non serve e che in linea generale porta a falsare i colori, facendo perdere dettaglio, definizione e alterando la corretta messa a fuoco, in quanto i raggi infrarossi mettono a fuoco in maniera differente sul piano focale.

Ma perché la case produttrici inseriscono questo filtro davanti al sensore? Perché il sensore, a differenza dell’occhio umano, riesce a catturare anche lo spettro invisibile e in particolare l’infrarosso. Questo filtro però non taglia completamente l’irradiazione infrarossa e questo gioca a nostro favore.

Purtroppo, e vi dirò dopo perché purtroppo, anche le ottiche sono create e sviluppate per dare il meglio di sé nello spettro visibile all’occhio umano.

A questo punto la domanda nasce spontanea… Posso scattare fotografie infrarosso con la mia fotocamera (compatta, mirroless, reflex…)? La risposta è SI e ci sono diverse strade da percorrere per raggiungere il nostro obiettivo: o attraverso dei particolari filtri o effettuando una modifica alla vostra macchina.

Il vetrino/filtro fissato davanti al sensore non taglia del tutto l’irradiazione infrarosso e questo ci consente, attraverso l’ausilio di appositi filtri IR da montare sulla lente, di poter oscurare completamente lo spettro visibile e catturare soltanto lo spettro invisibile, con qualche accorgimento. Nel prossimo capitolo parleremo dei filtri IR.

FILTRI INFRAROSSO (IR)

Sul mercato troverete davvero di tutto e anche con vari tagli IR, dal classico 720nm fino al filtro da 950nm. Esistono anche filtri da 590nm e da 680nm, ma in questo caso passa anche un po’ di spettro visibile. Noi ci concentreremo sempre a partire da 720nm, se vogliamo scattare infrarosso al 100%, l’infrarosso vero.

Le marche per eccellenza che hanno sin da subito sviluppato questo genere di filtri sono Hoya e Kolari, ma ovviamente esistono tante altre case produttrici che si sono positivamente cimentate nella produzione.

Vi anticipo subito che sia i filtri Hoya che Kolari (punti di riferimento per questo genere fotografico) sono piuttosto costosi e con qualche euro in più è possibile effettuare direttamente la modifica definitiva alla vostra fotocamera digitale, togliendo il famoso vetrino/filtro, con tutti i benefici del caso e risolvendo tante complicanze (ne parliamo nel prossimo capitolo).

Personalmente ho provato, con risultati molto positivi, anche i filtri Zomei che utilizzo per la mia fotocamera Canon G1x Mark II Full Spectrum. Sono molto economici e si avvicinano di molto alla qualità dei filtri Hoya. Si arriva a risparmiare anche oltre l’80% e ve li consiglio caldamente se volete avvicinarvi a questo mondo, investendo davvero poco, anche solo 20 euro.

Come potete notare, questi filtri sono quasi completamente neri e si fa davvero fatica a osservare il mondo attraverso se non ponendoli direttamente davanti al sole.

All’aumentare dei nanometri il filtro diventa sempre più scuro e si fa sempre più fatica a osservare attraverso di loro il mondo che ci circonda.

Non solo. Con l’aumentare del taglio IR, già a partire da 850nm, perdiamo tutte le informazioni relative al colore. Verranno sostanzialmente fuori, da 850nm in poi, fotografie in bianco e nero con dettagli e contrasti unici.

Ecco perché sono stati costruiti e progettati filtri che non si limitano a tagliare lo spettro luminoso solo da 720nm.

Personalmente scatto molte fotografie con l’ausilio di filtri IR da 850nm e 950nm, particolarmente adatti nella fotografia paesaggistica e di architettura. Anche se il filtro preferito per me rimane sempre il 720nm

SCATTARE FOTOGRAFIE INFRAROSSO CON FOTOCAMERA NON MODIFICATA

Da qualche parte bisogna pure cominciare, non credi? Ci sono diverse strade da percorrere per cimentarsi in questa tipologia di foto… la prima, la più facile anche in termini economici, è quella di utilizzare dei filtri appositamente progettati e costruiti allo scopo. La seconda è quella di effettuare una profonda modifica alla vostra fotocamera (ne parlerò nel prossimo capitolo). Le due soluzioni vi porteranno più o meno allo stesso risultato, con dei pro e dei contro da tenere a mente. Iniziamo con la prima opzione, oggetto di questo capitolo, ovvero scattare con una fotocamera digitale non modificata tramite l’utilizzo di filtri IR da montare davanti alla vostra lente.

Questa fotografia è stata scattata con una fotocamera digitale non modificata, con il bilanciamento del bianco impostato su AUTO e un filtro IR da 720nm, con l’ausilio di un cavalletto e 30 secondi di esposizione. La foto scaricata sul pc è come la vedete sopra (RAW). Ovviamente il bilanciamento del bianco è errato (poi vi spiegherò perché), ma si corregge facilmente con qualsiasi programma di post-produzione.

E’ opportuno scegliere come punto di bianco il fogliame o le nuvole (utilizzando il classico strumento contagocce).

In seguito alla correzione sul bilanciamento la foto diventa così:

Benvenuti nel mondo dell’infrarosso. Si, le foto infrarosso sono queste qui. Cosa vi aspettavate? Cieli blu? Acqua, fiumi, laghi e oceani di colore blu? Nossignore. Questa è una fotografia infrarosso in TRUE COLOR, cioè in “vero colore”. Ma allora tutte le foto che si vedono in giro per il web con dei bellissimi corsi d’acqua o dei superbi cieli blu con le nuvole bianche e cotonate? Come è possibile?

E’ possibile perché utilizzando la tecnica dello Swap Channel (che vedremo nei prossimi capitoli), possiamo far tornare del loro colore originale o meglio del colore che noi attribuiamo al cielo o l’acqua, il blu.

Questa tecnica trasforma la foto precedente e la porta a essere più vicina ai nostri canoni visivi, ma in questo caso parliamo di fotografia infrarosso in FALSE COLOR, ovvero “falso colore”, proprio perché andiamo totalmente a stravolgere ciò che la fotocamera ha catturato:

Ovviamente è questione di gusti, a me piacciono moltissimo le fotografie in FALSE COLOR e nel 90% dei casi effettuo questo passaggio. Ma adoro anche le TRUE COLOR, che però non vengono “capite” e “apprezzate” dalla maggior parte delle persone. Alcuni addirittura pensano che si tratti del famoso filtro software SEPPIA, presente anche su molte fotocamere e su tutti i programmi di postproduzione.

Purtroppo molti si arrendono ai primi tentativi, chi perché non riesce a fare il corretto bilanciamento del bianco, chi ha problemi con la postproduzione, chi ha una fotocamera che fatica a scattare in IR per via del vetrino posto davanti al sensore che lavora davvero “egregiamente” (facendo passare poco o nulla Infrarosso) o chi possiede delle lenti che per motivi progettuali generano degli effetti sgradevoli come hot spot centrali e altro (ne parleremo nei prossimi capitoli). Il mio consiglio è quello di non arrendervi e fare sempre tante prove fino a ottenere il risultato sperato. Passiamo ora alle pagelline per questa prima soluzione…

PERCHE’ SI

Perché costa davvero poco. Tralasciando i costosi filtri Hoya e Kolari, bastano anche 20 euro per un filtro IR economico. Armatevi di cavalletto e un po’ di sana pazienza. Fate diversi scatti di prova fino a ottenere il risultato sperato. Non dovete comprare macchine fotografiche specifiche. Non dovete fare alcuna modifica irreversibile alla vostra macchina, ma basterà avvitare il filtro alla vostra lente. Io ho iniziato così.

Perché è come quasi come avere un filtro ND1000 per ottenere delle nuvole molto particolari o l’acqua setosa, uno scatto molto creativo.

PERCHE’ NO

Perché la macchina fotografica non riesce a focheggiare correttamente e questo ci costringe a dover prima mettere a fuoco la scena con il sistema AF della fotocamera senza il filtro IR montato; bloccare la messa a fuoco; spostare la leva della messa a fuoco dell’ottica su M (manuale); avvitare il filtro IR e infine scattare. Insomma, non è semplice.

Perché le lunghe esposizioni con i filtri IR montati generano rumore anche se lavorate ai minimi ISO. Non è colpa della vostra fotocamera, è proprio l’infrarosso a generare tanto rumore sul sensore in fase di cattura.

Perché se c’è del vento o siete in un luogo con tanta gente, vi troverete foglie mosse e sbavate, tante scie nell’inquadratura per le persone che passano da li.

Perché siete obbligati a utilizzare un cavalletto, sempre e comunque, o un punto dove poggiare la vostra fotocamera per il tempo necessario, circa 30 secondi per poter raccogliere sufficiente irradiazione infrarossa.

Altro esempio di fotografia scattata con fotocamera non modificata dove possiamo intravedere a destra soggetti umani sfumati, l’acqua setosa e le nuvole e ramoscelli leggermente mossi.

SCATTARE FOTOGRAFIE INFRAROSSO CON FOTOCAMERA MODIFICATA

La seconda possibilità, quella davvero risolutiva, consiste nel far modificare una fotocamera al costo di circa 150 euro.

Come? sostituendo il vetrino originale posto davanti al sensore, con un vetrino che lavora esattamente al contrario, ovvero che taglia lo spettro visibile, lasciando passare solo lo spettro invisibile IR, o ancora con un vetrino totalmente trasparente che fa passare tutto e in questo caso si parla di modifica in FULL SPECTRUM (intero spettro luminoso).

In quest’ultimo caso (Full Spectrum) dovremo continuare a utilizzare i filtri IR, con la differenza che non ci sarà bisogno di un cavalletto e di lunghi tempi di esposizione, ma si potrà continuare a scattare a mano libera.

Il tipo di modifica che va per la maggiore è quella IR 720nm, ovvero quella di sostituire il vetrino/filtro che faccia passare solo lo spettro luminoso oltre i 720nm. In questo caso non serve altro, la macchina funzionerà normalmente, si scatta a mano libera guardando dentro il mirino ottico, con tempi uguali o anche leggermente migliori rispetto a quelli canonici.

Una volta effettuata la modifica scatterete solo foto IR 720nm. Non sarà possibile tornare indietro se non rieffettuando la modifica e rimettendo a posto il vetrino originale precedentemente rimosso e sostituito.

La modifica FULL SPECTRUM ci consente di avere una maggiore libertà di scelta nella scelta dei filtri. Potrete acquistare tutti i filtri che desiderate e montarli davanti all’obiettivo: 590nm, 680nm, 720nm, 850nm… con la massima libertà.

Ci sono però da fare delle dovute precisazioni. Nella modifica IR 720nm, nel caso si tratti di una fotocamera Reflex digitale a pentaprisma, continuerete a comporre lo scatto attraverso il mirino ottico, grazie appunto al pentaprisma delle reflex che, con lo specchio abbassato, riflette esattamente quello che vede l’obiettivo in quel momento. Vedrete però nel mirino il mondo a colori come prima della modifica. La foto scattata e memorizzata sulla memoria sarà invece infrarosso, come potrete osservare subito dopo lo scatto sul display della vostra fotocamera o sul pc dopo averla scaricata.

Con la modifica FULL SPECTRUM invece sorge qualche problema. In particolare quando viene utilizzata una fotocamera reflex a pentaprisma. Perché?

Semplice, per motivi progettuali. Il pentaprisma lavora in modo che quello che vede l’obiettivo è esattamente quello che vedrete dal mirino ottico (vedi figura qui a sinistra). Quando andrete a montare un filtro IR sulla lente, il mirino ottico sarà inutilizzabile, praticamente nero.

La fotocamera continuerà a mette a fuoco normalmente, perché al sensore arriva comunque l’irradiazione IR, ma sarete costretti a utilizzare il LIVE VIEW per osservare cosa “vede” il “sensore” in quel momento.

Discorso diverso per chi effettua la modifica FULL SPECTRUM su una compatta o una mirrorless, dove il pentaprisma non esiste e dove quello che vedete sul mirino elettronico digitale è esattamente quello che vede il sensore. Quindi potrete comporre lo scatto normalmente guardando nel mirino ottico digitale. Ma andiamo alle pagelline…

PERCHE’ SI

Avrete una macchina fotografica infrarosso a tutti gli effetti e vi divertirete da matti come il sottoscritto.

Scatterete a mano libera con gli stessi tempi, se non migliori, di una fotocamera tradizionale.

Potrete effettuare un corretto bilanciamento del bianco e memorizzarlo sulla fotocamera e utilizzarlo per ogni scatto.

Avrete meno difficoltà in postproduzione, ivi compreso lo Swap Channel.

PERCHE’ NO

Solo per una questione economica. Ai 150 euro circa necessari per la modifica, serve ovviamente una fotocamera da poter modificare. Se non l’avete dovrete procurarvene una nuova o usata e in questo caso partiamo da circa 500/600 euro di spesa. Se invece avete già un secondo corpo macchina in disuso la spesa si limita ai costi di modifica.

RIASSUMENDO

Qualunque tipo di modifica deciderete di effettuare, avrete anche il vantaggio di effettuare la premisurazione del bianco e memorizzarlo sulla fotocamera, in modo da scattare con il corretto bilanciamento e sarà poi possibile effettuare anche una corretta postproduzione (lo vedremo nei prossimi capitoli). Lo Swap Channel per esempio, se non è stato effettuato il corretto bilanciamento del bianco, verrà totalmente sballato.

MODIFICARE UNA FOTOCAMERA (REFLEX, MIRROLESS, COMPATTA…) PER IR

Ma in cosa consiste la modifica? Iniziamo dicendo che le case produttrici inseriscono un vetrino davanti al sensore (vedi figura) che va a eliminare l’infrarosso:

All’estrema destra possiamo osservare il sensore. Al centro invece il vetrino che andrà sostituito con un altro vetrino di diversa natura e funzionalità. Questa operazione di sostituzione viene effettuata da laboratori specializzati, ma non tutti sono all’altezza e vi spiegherò perché.

Molti utenti, tra l’altro, si sono cimentati con il FAI DA TE per effettuare la modifica ma sconsiglio caldamente di provarci. Rischiate di rendere la vostra fotocamera inutilizzabile e/o fare danni alla circuiteria, o nel migliore dei casi far depositare della polvere tra il sensore e il nuovo vetrino, trovandovi dei fastidiosi puntini neri nella foto scattata.

Questi puntini neri non andranno via con la classica pulizia del sensore, ma rimarranno lì a vita, perché sono dei granelli di polvere che si sono depositati tra il sensore e il vetrino durante la modifica FAI DA TE e che non possono essere rimossi se non rismontando la macchina, rieffettuando l’intera procedura. Serve quindi un ambiente protetto e totalmente privo di polvere e particelle nell’aria. Lasciate perdere…

Altro motivo per cui sconsiglio il FAI DA TE è che la modifica implica anche una variazione della messa a fuoco sul piano focale, che in infrarosso è diversa, anche se di poco.

Affidatevi a un centro specializzato che effettuerà la ricalibratura del piano focale, ristabilendo la corretta messa a fuoco.

Però attenzione, alcuni centri specializzati si limitano a cambiare il vetrino senza effettuare la ricalibrazione o effettuandola solo per determinate focali, invitandovi a chiudere il diaframma almeno da F8 in poi per essere sicuri che la foto sia correttamente a fuoco. Evitate questi centri come la peste, perché non hanno la giusta attrezzatura per la corretta ritaratura della vostra fotocamera.

Personalmente mi sono rivolto sempre a Zoom Service di Bologna con cui siamo convenzionati, dove viene effettuata l’operazione di sostituzione del vetrino con una corretta e precisa ricalibrazione della macchina su tutte le focali. Vi lascio qui i link di contatto: http://bit.ly/zoom-service

OTTICHE COMPATIBILI PER INFRAROSSO

Veniamo alle note dolenti. All’inizio vi ho parlato delle problematiche che possono generare alcune ottiche in infrarosso. Perché succede questo?

Le ottiche in commercio sono sviluppate per funzionare correttamente nello spettro visibile e spesso hanno dei trattamenti particolari sui vetri di cui sono composti. Questi trattamenti possono generare problemi come anche la costruzione, posizionamento e distribuzione dei vari vetri all’interno dell’ottica.

Ma cosa succede esattamente? Purtroppo possono generarsi degli hotspot al centro della foto o strani aloni intorno, ma non è detto che tutte le ottiche possano generare sempre e comunque questi problemi. Molto dipende anche dalla posizione del sole, dall’ora in cui scattate insomma.

Alcuni effetti indesiderati possono verificarsi in maniera random per noi, ma che invece sono legati a fattori fisici e ambientali, altre volte no, sempre utilizzando la stessa ottica. Utilizzando focali grandangolari non succede, ma succede con focali tele e viceversa, è davvero un terno al lotto ma non disperate.

A me è successo qualche volta, anche se di rado. In questi casi c’è poco da fare. Gli hotspot centrali possiamo risolverli in postproduzione. Nel caso invece di strani aloni, la cosa diventa molto ma molto più complicata.

Alcuni siti web hanno pubblicato un elenco di ottiche che vanno bene per infrarosso e altre meno. Queste informazioni sono da prendere con le pinze, perché anche le ottiche che dovrebbero andare bene possono generare problemi e quelle che secondo loro non vanno bene magari a noi funzionano senza problemi.

Qui di seguito vi posto due link dove sono presenti alcuni obiettivi della varie case produttrici che sono stati testati positivamente per l’infrarosso: https://kolarivision.com/articles/lens-hotspot-list/ https://www.lifepixel.com/lens-considerations/lens-hot-spot-testing-database

Ecco un classico esempio di hotspot:

In questo caso si tratta di un hotspot centrale che può essere recuperato con la funzione brucia di Photoshop.

Questo fastidioso effetto mi si è presentato però in modalità grandangolo, alla minima focale, aumentando di soli 2mm la focale o chiudendo maggiormente il diaframma, l’effetto spariva del tutto.

La cosa antipatica è che spesso ci accorgiamo di questi effetti indesiderati quando siamo già a casa, dopo aver scaricato le foto.

Sono difficilmente individuabili anche sul display se non veramente grossolani. In questo esempio ho volutamente drammatizzato il problema, aumentando la saturazione per renderlo più visibile, ma vi assicuro che era quasi invisibile prima, sia sul mirino, che sul display della fotocamera. Il mio consiglio? Scattate a diverse aperture e diverse focali le prime volte, in modo da capire come si comportano le vostre ottiche e nel futuro evitare quelle determinate focali e aperture che generano effetti indesiderati.

CONSIGLI UTILI PER SCATTARE CORRETTAMENTE

La fotografia infrarosso si avvicina molto alla fotografia tradizionale e rispetta gli stessi canoni e le stesse regole, sia in ambito tecnico che compositivo, con alcune peculiarità da tenere sempre a mente che vi spiegherò in seguito.

Il più grande errore che viene commesso all’inizio è quello di concentrarsi sulla vegetazione, proprio perché in infrarosso assume colori biancastri e surreali, rendendo lo scatto davvero particolare, onirico e fiabesco.

Dove sta l’errore? Sta nello scattare foto senza regole compositive, senza una idea di fondo, senza ispirazione, ma solo perché magari ci piace quell’albero o quella prateria, ignorando totalmente il fatto che la fotografia infrarosso è pur sempre fotografia e come tale va trattata, gestita e rispettata, a partire dalle più elementari regole compositive.

Non dovete pensare che state scattando una “fotografia infrarosso”, dovete pensare che state scattando una “fotografia”. State immortalando un attimo. State cercando di comunicare qualcosa e generare dei sentimenti su chi osserva il vostro scatto.

Ovviamente la vegetazione giocherà a vostro favore, come anche il fatto che la foschia viene quasi totalmente eliminata, in quanto i raggi infrarossi vi passano attraverso senza alcun problema, generando scatti molto definiti e contrastati, anche con teleobiettivi o semplicemente osservando le montagne in lontananza all’interno del vostro scatto.

Quindi i vantaggi della “fotografia infrarosso” devono essere inseriti in un contesto più ampio, ovvero quello scattare una fotografia, come sempre avete fatto.

Chi invece si affaccia per la prima volta nel mondo della fotografia, consigliamo prima di imparare a fotografare. Leggete molti libri di fotografia legati alla tecnica e alla composizione e i principali trucchi del mestiere.

Qui il link dove potete visionare e acquistare i libri più interessanti e utili alla vostra crescita fotografica: http://bit.ly/libri-di-fotografia

Solo dopo avere imparato a “fotografare” potete cimentarvi anche in questo ambito, non fatelo prima, senza le nozioni base non andrete molto lontano.

Inizialmente quasi tutti si macchiano di questo “peccato” ma in seguito, dopo qualche tempo si ritorna ai meccanismi più classici, dell’idea, della composizione e della realizzazione.

Prima ho parlato di alcune peculiarità che si differenziano rispetto alla fotografia tradizionale, in particolare gioca un ruolo molto importale l’esposimetro della vostra fotocamera.

Con la fotografia infrarosso può capitare e anzi vi dico che è capitato anche a me, che l’esposimetro non si comporti in maniera corretta e quindi rischiate di sovraesporre i vostri scatti in particolare il bianco, bruciandolo.

Come risolvere? Personalmente imposto la fotocamera a -0.3 o -0.6 EV in modo da preservare il bianco del fogliame ed evitare di bruciarlo. Molto però dipende dalla luce, dall’ora in cui scattate, dalla presenza o meno di nuvole che vanno a coprire il sole.

Tenete presente che il bianco del fogliame, una volta bruciato, non lo recuperate in nessun modo e la foto risultante è davvero orribile da vedere. Magari a display non lo noterete, ma una volta scaricata la foto, sarà un disastro davanti ai vostri occhi.

Evitate di scattare quando il sole si trova davanti a voi, vengono a crearsi, specialmente in infrarosso, delle rifrazioni terribili nello scatto. Il sole deve stare o sopra di voi o alle vostre spalle, mai frontale e mai laterale, nei limiti del possibile.

Comprendo che in qualche occasione queste regole saranno difficili da rispettare, ma purtroppo il rischio, anzi la certezza, di portare a casa uno scatto da cancellare è veramente altissimo.

Altra regola importantissima è quella di scattare sempre agli ISO più bassi possibili. Se il minimo è 50 mettete 50… se il minimo consentito è 100, mettete 100 e così via. Perché? Perché quando si scatta in infrarosso, l’irradiazione stessa porta maggior rumore rispetto a una fotografia tradizionale, anche con ISO impostati al minimo. Evitate perciò di alzare gli ISO indiscriminatamente per abbassare i tempi di scatto o anche per tentare di scattare a mano libera. Ciò che verrà fuori avrà un rumore ingestibile anche dal miglior programma per il recupero del rumore.

Fa eccezione il caso in cui avete una fotocamera modificata in FULL SPECTRUM e volete utilizzare filtri IR da 850nm o 950nm.

I tempi di scatto purtroppo aumentano considerevolmente e avrete grosse difficoltà a scattare a mano libera e ISO bassi. In questi casi potete spingere il valore ISO anche a 400 (non andate oltre però) se non riuscite a scattare a mano libera, poiché la foto risultante con questi filtri sarà sempre in bianco e nero e il rumore, anche se presente, non disturberà la visione dello scatto, anzi lo renderà più gradevole con la sua granulosità, dando l’impressione di avere davanti una foto scattata a pellicola, molto affascinante.

A meno che non vogliate realizzare sfocature particolari dello sfondo, consiglio caldamente di chiudere il diaframma per almeno il doppio dell’apertura minima dell’obiettivo, per ottenere il massimo dettaglio di ciò che avete messo a fuoco, in particolare se avete un obiettivo la cui apertura minima è F4.5 , dovete almeno chiudere a F9.

Personalmente, anche se posseggo ottiche di pregio con apertura fissa a F2.8 e anche F4.0 chiudo sempre il diaframma tra F10 e F16 (quando c’è tanta luce). In questo modo otterrete il massimo della nitidezza in qualunque occasione. Questo discorso vale sia per le fotocamere modificate che non modificate. Per le fotocamere non modificate purtroppo dovete stare attenti a non chiudere eccessivamente, perché entra meno irradiazione IR e ne viene catturata ancora meno, costringendovi ad allungare i tempi di esposizione e conseguentemente generando maggior rumore nello scatto. Quindi per chi possiede una fotocamera non modificata deve trovare il giusto compromesso ed evitare esposizioni più lunghe di 30 secondi.

BILANCIAMENTO DEL BIANCO

Il bilanciamento del bianco è forse la cosa più importante che ci sia per la fotografia infrarosso. Un corretto bilanciamento del bianco vi consentirà di ottenere delle ottime fotografie e di poterle lavorare facilmente in postproduzione.

Ci sono però diversi ostacoli che dobbiamo affrontare.

In particolare quando scattiamo con una fotocamera non modificata non possiamo effettuare premisurazioni del bianco e siamo costretti a impostare il bilanciamento del bianco sulla macchina in modalità AUTO.

Successivamente, dopo aver caricato il vostro negativo digitale (RAW) sul pc sarà possibile ripristinarlo attraverso la selezione del punto di bianco sulle nuvole o sul fogliame con un programma di postproduzione, per esempio con Photoshop e CameraRaw (vedi figura), scegliendo appunto l’unico bianco di cui abbiamo certezza (foglie o nuvole) e al 99% dei casi andrà a buon fine.

Discorso diverso per chi possiede una fotocamera modificata, che ci consente di effettuare una premisurazione e di memorizzarla tra i bilanciamenti presenti sulla macchina. In questo modo, quando andremo a scegliere il tipo di bilanciamento per i futuri scatti, dovremo scegliere quello premisurato e prememorizzato, ottenendo quindi uno scatto già correttamente bilanciato.

Anche però in questi casi possono nascere dei problemi e in particolare possono verificarsi delle dominanti dovute al “calore” del “colore”, un giro di parole per spiegare che il bilanciamento del bianco cambia con il cambiare delle stagioni.

Se fate una premisurazione in primavera, può ancora valere per l’estate ma essa non varrà sicuramente per l’autunno e peggio ancora per l’inverno.

Alcune fotocamere consentono di memorizzare più premisurazioni, in linea generale dovrebbero consentire di memorizzare almeno 2 premisurazioni. Quindi, il mio consiglio è di memorizzarne due, una per primavera/estate e l’altra per autunno/inverno.

Spesso capita di trovare delle dominanti blu, ve ne accorgerete dopo aver effettuato lo Swap Channel dei vostri scatti, anche se avete effettuato correttamente il bilanciamento del bianco.

Qui un esempio di foto con dominante blu dopo lo Swap Channel e sotto la stessa foto con il corretto bilanciamento del bianco effettuato in CameraRaw:

Bilanciamento corretto:

SWAP CHANNEL

Ora tratteremo il tanto amato e odiato Swap Channel. Amato perché lo praticano tutti e apprezzato da tutti coloro che osservano questo genere di scatti. Odiato perché i puristi preferiscono non farlo e perché molti non apprezzano questi colori che somigliano molto all’effetto SEPPIA.

Chi sono i puristi? Quelli che ritengono che una foto infrarosso non debba essere stravolta e che mantenga lo stesso fascino originale.

Io mi trovo a metà sinceramente, perché io adoro gli scatti in TRUE COLOR, ma anche in FALSE COLOR.

Qui di seguito lo scatto postato prima con i colori originali, quindi in TRUE COLOR:

Mettendo da parte i sentimentalismi personali e quelli generali, ora spiegherò come effettuare questa operazione. Ovviamente ogni software ha il suo meccanismo, ma in sostanza si tratta di invertire i canali rosso e blu, in modo che cielo e acqua tornino di colore blu.

Andiamo su Immagine/Regolazioni/Miscelazione Canale:

Dobbiamo portare a zero il valore 100 e a 100 il valore zero del canale rosso, ottenendo questo

Dopo dobbiamo selezionare il canale blu e effettuare la stessa operazione al contrario, ovvero zero deve diventare 100 e 100 deve diventare zero, ottenendo questo:

E infine salvare il tutto premendo OK.

La foto risultante la vedete già sopra. A voi la scelta.

PROFILO COLORE, QUALE USARE

In infrarosso, per una facile e corretta post-produzione della foto, è necessario impostare come profilo colore ADOBE RGB sulla fotocamera e aprire la foto sempre lavorandola in ADOBE RGB, non cambiare mai profilo né lato fotocamera, né lato programma di postproduzione. Dopo aver terminato la postproduzione potete salvare il vostro file per la pubblicazione o la stampa nel formato SRGB.

Perché questo? Perché questo permette sia una corretta gestione dei vari canali e il corretto Swap Channel, leggere variazioni infatti possono inficiare l’inversione dei due canali e anche a portare colorazioni non gradite e surreali alla foto in linea generale.

Qualcuno potrà storcere il naso, ma quello che scrivo è frutto di lunga esperienza in post-produzione infrarosso.

Grazie di avermi letto sin qui. Vi auguro buone foto infrarosso a tutti.

Vi invito a visitare la mia pagina personale qui: https://www.facebook.com/AddottaDomenico

Qui di seguito vi posto due link dove sono presenti alcuni obiettivi della varie case produttrici che sono stati testati positivamente per l’infrarosso:

https://kolarivision.com/articles/lens-hotspot-list/

https://www.lifepixel.com/lens-considerations/lens-hot-spot-testing-database

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Dimmi chi sei e ti dirò che workshop fa per te

Non è facile trovare un buon educatore!
Appartengo ad una generazione che ha dovuto adattarsi alla scarsa offerta dei tempi. Ho avuto un solo tutor, a cui ancora oggi devo molto. Brevi, fugaci ma intensi incontri in cui il sottoscritto, da solo con lui, cercava di prendere nota anche dei respiri e trarre insegnamento da ogni singola parola.
A causa di questa carenza io e i miei coetanei ci siamo dovuti spesso costruire una visione complementare come autori, designers, critici ed insegnanti e questo ci ha aiutato a costruire qualcosa di fondamentale e duraturo.
Per questo motivo con Cine Sud che vanta un’esperienza di oltre 40 anni nel settore della formazione, abbiamo pensato alla possibilità di offrire dei corsi “one to one”, costruiti sulla base delle esigenze individuali e in campi disparati, che vanno dalla tecnica alla ricerca di nuovi linguaggi in fotografia.
Dei corsi molto vicini a quelli che avremmo voluto avere nel passato, se ce ne fosse stata offerta l’opportunità e la parola opportunità non va sottovalutata, perché ha un peso e una sua valenza e non è spesso scontata.
Ognuno sarà libero di scegliere, sulla base dei nostri consigli, un autore o un tecnico, tra quelli offerti come docenti, e intraprendere un corso che gli offra quello di cui realmente ha bisogno e, eventualmente, ripetere questa esperienza in futuro.
Come quando si va da un eccellente sarto a scegliere con cura un vestito, adattandolo perfettamente al corpo, vogliamo fornirvi il corso che meglio si adatta alle vostre, singole e personali esigenze.
Niente nasce dal caso e per poter essere all’altezza di questo compito e potervi fornire un’offerta diversificata e soddisfacente, abbiamo pensato di sottoporvi un questionario tra il serio e lo scherzoso a cui vi preghiamo di rispondere.
Aiutateci a capire le vostre reali esigenze e chi abbiamo difronte, non ve ne pentirete.
Massimo Mastrorillo

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Approfondiamo ! per i più intrepidi
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