Di luce non ce n’è mai abbastanza. Anzi, di luci non ne ho mai abbastanza. Negli anni ne ho accumulate di ogni tipo, provando anche diversi brand. La mia opinione sui prodotti Godox non era delle migliori, all’inizio, ma quando li ho visti nel mio negozio di fiducia Cine Sud Megastore con garanzia italiana, mi sono ammorbidito. Così ho provato il primo flash portatile, un AD200, a cui presto ne ho aggiunto un secondo. Occupandomi anche di video uso spesso luci continue, sia COB che pannelli, e mentre tenevo d’occhio le numerose presentazioni di Godox la mia attenzione è stata catturata dal faretto S30.
Più che di una luce si può parlare di un vero e proprio sistema di illuminazione, poiché la forza di questo prodotto è in parte dovuta ai suoi accessori. Non a caso esiste un kit davvero interessante in cui si trovano tre S30 con altrettanti stativi ed una quantità sterminata di modificatori, tutti riposti in una comoda borsa. Non avendo certezza della resa io ho iniziato con un singolo S30. Ma come si sa, l’appetito vien mangiando. Nel corso dei primi mesi di utilizzo ho acquistato diversi accessori e, più di recente, un secondo faretto.
Il Godox S30 arriva in una confezione di cartone compatta, curata nell’aspetto e con una rassicurante garanzia di 3 anni (2+1 dopo la registrazione). La dotazione di serie è già molto interessante e ci consente di essere produttivi fin da subito in modo piuttosto versatile. Troviamo infatti l’S30 con la sua staffa regolabile, barn door rimovibili, un lungo cavo con alimentatore e diversi accessori per usarlo a batteria.
C’è infatti una piccola piastra compatibile per batterie Sony NP-F, due cavetti con attacco D-TAP di diversa lunghezza ed uno con connettore USB-A (utile per i powerbank).
L’uso in mobilità è uno degli aspetti che mi ha intrigato di più, ma va considerato che se da presa elettrica la resa è per 30W si scende a 10W (quindi 1/3) quando lo si usa a batteria. Infine, non tutte le batterie hanno la tensione sufficiente, per cui vi consiglio di controllare la richiesta energetica prima di acquistarne di nuove.
L’unica cosa di cui si avverte la mancanza è un telecomando che, purtroppo, non esiste neanche come accessorio a parte. La ritengo una delle poche vere negatività del Godox S30, soprattutto perché il pulsante di accensione è digitale, quindi non possiamo lasciarlo acceso e comandarlo dalla presa. La cosa risulta particolarmente fastidiosa su questo tipo di luce dato che non potremo attaccarla in posizioni sopraelevate se di difficile raggiungimento.
Tornando al faretto, la struttura è quasi tutta in plastica dura, molto robusta e adeguatamente rifinita. In alto si notano ampie feritoie per la dissipazione, che viene coadiuvata da due piccole ventole alla base. Queste si accendono all’occorrenza per contenere la temperatura, cosa che succede quasi subito se si porta la luce alla massima intensità. Fortunatamente non si sentono ronzii o sibili, quindi si riescono ad usare nel video senza troppe difficoltà. Certo conviene non posizionare la luce proprio vicino ad un microfono, ma basta un taglio sulle basse frequenze per risolvere.
I controlli sono essenziali e semplici. Sul retro a destra si trova il pulsante di accensione e spegnimento che, come ho detto, è di tipo digitale. Si deve tenere premuto per alcuni secondi affinché abbia effetto e non mantiene memoria del suo stato quando si toglie e rimette la corrente. Sarebbe stato infinitamente più comodo uno switch fisico data l’assenza di un telecomando. Alla sua sinistra si trova una rotella con cui si aziona il movimento meccanico della luce all’interno del faro, così da regolare il diametro del raggio da 6° a 55°.
La luce emessa è molto uniforme, con una caduta morbida in prossimità dei bordi. La temperatura colore è fissa a 5600K, quindi luce fredda, con una variabilità di +/- 145K. La regolazione dell’intensità si effettua tramite una ghiera sul fianco sinistro, vicina all’ampio display. Display in cui le uniche info rilevanti sono la potenza impostata e l’eventuale residuo di batteria se non si collega alla corrente elettrica. Segnala anche i gradi kelvin ma è del tutto inutile visto che non sono modificabili. Forse hanno pensato di farlo così per avere la possibilità in futuro di realizzare una variante bicolor senza riprogettare il case.
Una cosa che non mi fa impazzire è che il primo scalino d’intensità parte già dal 10%. Non che sia già tanto forte, anzi, ma dipende da come e dove si usa. Mi è capitato di adoperarla come backlight in un ambiente scuro ed era già troppo, se invece la si usa come keylight anche il 100% può essere insufficiente. Nel secondo caso non c’è molto da fare, dopotutto è sempre un faretto da 30W, comunque l’impiego più interessante che gli ho trovato è quello creativo.
Nella parte frontale del Godox S30 si trova un innesto proprietario, cosa che non fa mai piacere a chi possiede già molti modificatori standard. Tuttavia, le sue ridotte dimensioni mal si sarebbero adattate ad un innesto Bowens. Il sistema ideato da Godox è semplice quanto ingegnoso, seppur non privo di criticità. Di fronte alla bocca del faretto ci sono 4 ganci, 3 dei quali sono fissi mentre quello superiore si può sollevare e ruotare.
Quindi se prendiamo ad esempio le barndoor in dotazione, basta spostare il gancio in alto per inserirle e poi rimetterlo sopra per bloccarle. Tutto molto semplice.
Le barndoor sono utili per indirizzare il fascio di luce e in questo accessorio due delle alette si chiudono a ventaglio, diventando più sottili, così possiamo trasformare il cerchio in un rettangolo o ancora in una sottile striscia di luce.
Già solo questo effetto può essere molto utile per dare un tocco in più al set, simulando un raggio di luce oppure creando delle decorazioni luminose di background.
Ma come ho detto, il Godox S30 è un vero è proprio sistema in cui i modificatori non mancano affatto e sfruttano tutti il loro aggancio proprietario. Per fortuna l’azienda applica dei prezzi ragionevoli, per cui si è abbastanza invogliati a provarne altri.
Una delle prime cose che ho preso sono le gelatine colorate, presenti in due kit differenti: SA-11C include colori intensi e creativi mentre in SA-11T si trovano i correttori di temperatura standard. I foglietti quadrati si inseriscono come tutti gli altri accessori e se ne possono anche associare più d’uno se necessario.
Personalmente non ho preso nessun softbox ma sono presenti anche quelli, sia il SA-30 da 30cm che il SA-20 da 20cm, entrambi con nido d’ape incluso. Il primo accessorio serio che ho voluto prendere è stato il proiettore SA-P insieme alla lente standard SA-01 da 85mm.
Arriva fornito di una sacca protettiva morbida e si può posizionare in un attimo sul frontale utilizzando il medesimo meccanismo. Grazie allo spostamento longitudinale all’obiettivo da 85mm, che si blocca a mano con una semplice vite, riusciamo a mettere a fuoco ottenendo un contorno netto per il circolo luminoso.
Insieme allo spostamento interno dei LED, questo accessorio ci dà la possibilità di personalizzare molto la dimensione e lo stile del cono di luce. Volendo si può anche sostituire l’obiettivo con un 60mm (SA-02) o un 150mm (SA-03), da valutare in base alla distanza di illuminazione ed il risultato che si vuole ottenere.
Il proiettore, però, non si limita solo a questo. Nell’area tra la lente posteriore e l’obiettivo frontale si trova una zona aperta che può ospitare diversi inserti.
Il più interessante, per quanto mi riguarda, è l’holder di GOBO SA-10. Si tratta di un anello nero che si svita e al cui interno si possono inserire alcune maschere per proiettare varie forme e disegni. Ne esistono diversi set, ognuno con 6 dischi, le cui sigle iniziano con SA09. Personalmente ho scelto quelli geometrici (SA09-004) per simulare finestre e tapparelle, ma le possibilità creative sono infinite.
Nello stesso spazio si possono anche inserire i quattro elementi del Framing Sutter (SA-07), grazie ai quali possiamo sagomare la luce in modo molto preciso.
Si può fare vagamente la stessa cosa con le barndoor ma in quel caso ci si limita a bloccare lo spill di luce mentre con gli otturatori ed il proiettore otteniamo contorni netti e molto più controllo. Quindi possiamo disegnare rettangoli, rombi, diamanti, ecc…
Allo stesso modo ho trovato utile il diaframma SA-06, che ci consente di ridurre il circolo luminoso fino ad un punto piccolissimo. L’ho usato per accentuare dei dettagli microscopici in alcune foto ed è molto più preciso di uno snoot.
Infine, ricordate il problema della regolazione che non scende sotto il 10%? Per ridurre ulteriormente l’intensità si possono usare diffusori generici o della banale carta forno, ma c’è anche un kit interessante che include alcuni attenuatori di luce.
Nel kit SA-05 si trovano 5 dischi di metallo con differenti maglie all’interno per bloccare la luce. Si inseriscono subito davanti alla lente e se ne possono anche sovrapporre due o tre (a seconda se poi si usano anche le barndoor). Due elementi riducono la luce in modo uniforme, altri due solo per metà e l’ultimo crea una sfumatura. In pratica si comportano un po’ come filtri ND. Vi avviso però che l’effetto non è chiaramente visibile come si potrebbe immaginare, nel senso che nei dischi con il taglio netto si vedrà comunque un passaggio molto sfumato. Se si vuole vedere con più precisione si deve montare anche il proiettore e usare l’obiettivo per mettere a fuoco. Comunque, la riduzione di luce è efficace anche senza ed è la cosa più importante.
Il sistema creato da Godox intorno alle luci S30 è uno dei più interessanti che io abbia trovato. Uno migliore e ancora più completo è quello di Broncolor, ma lì parliamo di costi radicalmente diversi. Io alla fine ne ho comprati due per usarli in modo differente ed ho anche acquistato diversi modificatori, al punto che la spesa complessiva si è avvicinata a quella del kit completo. Vero che ci sono arrivato a piccoli passi e solo dopo aver verificato la validità del prodotto, ma potrebbe essere una buona idea valutare fin da principio il bundle con codice S30-D. Tuttavia, non le vedo adatte per gestire l’illuminazione di un intero set, nel senso che i 30W possono essere piuttosto riduttivi per una keylight. L’utilizzo più interessante che ho trovato è proprio quello dei punti luce molto piccoli e precisi, oppure decorazioni creative o ancora il classico faretto circolare con ombre dure. Per cui di solito basterà un solo faretto a cui aggiungere gli accessori che si ritengono più importanti. Nella lista dei desideri per il futuro ci metterei sicuramente una versione con telecomando remoto e magari con luce regolabile da 2700K a 6700K, per il resto lo ritengo un prodotto molto riuscito che può dare un tocco in più nel video così come nelle foto.
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Maurizio Natali
Sono in rete da quando non c’era, avendo creato un BBS in casa a 10 anni, facendo installare una rete ISDN dedicata. Grazie a mio padre ed alla sua passione per l’informatica, sono cresciuto circondato da computer di ogni genere fin dalla tenera età. Ho visto gli schermi passare dal testo a fosfori verdi al colore e infine alla grafica. A 8 bit, ovviamente. Ed è stato questo percorso ad avvicinarmi al mondo della “creatività”. Ho iniziato… Leggi tutto
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