I quaderni di appunti di Derek Jarman sono dei veri e propri libri d’artista che si possono leggere come lo specchio del suo processo produttivo, come dei paesaggi onirici, degli album sperimentali. Ogni libro era la sua base creativa, un workshop, il materiale grezzo e il seme di quelli che poi sarebbero diventati dei giardini in fiore: i suoi film, le sue opere, i suoi libri.
Ha coltivato per una vita intera l’interesse per la storia e per la letteratura, acquisendo così non solo tanta conoscenza in merito, ma anche un’agilità nel lavorare in maniera molto originale con l’interazione fra immagine e parola; basti pensare, fra le tante, al suo celebre film Blue. Quasi tutti i suoi sketchbook hanno le dimensioni di un album quadrato (30.5×30.5): contengono immagini, idee, calcoli, annotazioni, poesie, collage, fotografie, ritagli di giornale. Alcuni di questi sono rilegati a mano e adornati con oggetti trovati come conchiglie, frammenti di specchio rotti, polaroid. Abbiamo modo così di ripercorrere e trovare le tracce ossessive di un artista che cerca di frasi spazio in un’idea.
1965 “Untitled” (22.9×15.2cm )
Poesia scritta da Jarman dopo il suo viaggio in Nord America. È un tentativo di comprendere l’astrazione e una riflessione sul lavoro del pittore Espressionista Astratto Mark Rothko.
1965 “Untitled” (25.4×15.2cm)
Su questa cartolina dell’attrice Miss Kitty Malone, Jarman traduce la figura della donna in una linea.
1965 “Untitled” (25.4×15.2cm)
Le poesie V e VI e il loro responso visuale. È come se Jarman volesse rispondere alle sue stesse parole utilizzando il collage, cercando così un equivalente visuale del testo. Uno dei vari esempi del modo in cui fa dialogare testo e immagine.
1978 “Jubilee” (30.5×30.5)
Derek e Luciana Martinez; Luciana era un’artista che è apparsa in molti dei Super 8 di Jarman e ha aiutato a fare il casting dei punks apparsi in Jubilee (1978). Il budget per Jubilee era molto basso e non ci si poteva permettere di fare più riprese. Per questo Derek aveva pianificato meticolosamente tutte le angolazioni e posizioni degli attori prima di girarlo. È stato un periodo molto disciplinato e di conseguenza diverso dalla libertà dei film successivi.
1985 “Caravaggio” (30.5×30.5)
Il dipinto di Caravaggio “La morte della Vergine” (1606), che nel film viene mostrata come ispirata da Lena annegata.
Il soprannome della nonna di Jarman era Mimosa. Era il fiore preferito di Jarman e spesso aveva mazzetti di Mimosa che adornavano il suo appartamento. Utilizzava spesso questi mazzetti come segnalibri e a volte li pressava e incorporava nei suoi dipinti.
Sotto: la rosa di Tilda Swinton pressata.
1987 “The Last of England” (30.5×30.5)
Il film è strettamente collegato alla serie di dipinti di Jarman “GBH“, principalmente in nero e oro. Questi, come il film, erano ispirati alle Pitture Nere di Goya viste al Prado nel 1984.
Qui nell’immagine due cartouches con direzioni conematografiche in inchiostro dorato.“Introduce low shot of pavement/etc Two boys smoking/blow backs/ better than a love scene”
“3 minutes to midnight” è un riferimento all’orologio dell’apocalisse, un’iniziativa ideata nel 1947 dagli scienziati della rivista Bulletin of the Atomic Scientists dell’Università di Chicago e consiste in un orologio metaforico che misura il pericolo di un’ipotetica fine del mondo a cui l’umanità è sottoposta. Dal 1984 al 1987 l’orologio era impostato a tre minuti a mezzanotte.
1988 “The Fifth Quarter of the Globe” (30.5×30.5)
“Un giorno Derek mi disse che questi fiori li aveva presi dal funerale del padre” (Keith Collins)
1987 “Borrowed Time” (30.5×30.5)
Frame dal video The Garden; Kevin Collins, Johnny Mills, Jessica Martin, Alex Symons. La chiave di quello che diventò poi il Prospect Cottage di Jarman fu vedere il Tempio Hōkoku-ji a Kamakura, durante un viaggio in Giappone organizzato da Takashi Asai.
1991 “Queer” (30.5×30.5)
Derek era attivo in un gruppo politico queer e non violento chiamato OutRage! Creavano molti adesivi con slogan politici e Derek li incollava anche nei suoi sketchbook.
“In risposta alla richiesta insistente del mio agente di andare a tutte le audizioni senza pensare troppo alla mia adeguatezza al ruolo, Derek mi fece fare un biglietto da visita con scritto: “Kevin Collins, Attore, Sempre Disponibile”. Io ho risposto per gioco facendogliene fare uno con il font Olde English, con una delle frasi che diceva più spesso in riferimento al cibo, “Semplicemente il migliore…di tutta l’Inghilterra”. Così il mio bigliettino recitava: “Derek Jarman, semplicemente il migliore regista di tutta l’Inghilterra“. (Keith Collins)
A destra: una trappola lasciata da un cacciatore nel giardino del Prospect Cottage. Derek le toglieva perché aveva paura che le lepri potessero rimanere intrappolate là.
1989 “Bliss” (15.9×10.5)
«Blu è l’invisibile che diventa visibile». (Yves Klein)
Originariamente il titolo del film Blue era “Bliss”. Questo film è il testamento filmico di Jarman, che reso quasi cieco e in stadio terminale per l’AIDS, vede il mondo esclusivamente in toni di blu. Il film infatti consiste in un unico fotogramma blu, in particolare l’International Klein Blue.
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