
Tra i circoli fotografici dell’area metropolitana milanese un posto d’onore è occupato dal circolo Cizanum del comune di Cesano Boscone, un centro a ovest della città capoluogo lombarda e ad essa adiacente. Con una storia che lo scorso anno ha segnato il mezzo secolo dalla sua fondazione il circolo si è sempre distinto per la sua attività che non è mai stata strettamente autoreferenziale, nel senso di fungere come cassa di risonanza delle produzioni interne per ovvi motivi di gratificazione dei soci, ma è sempre stato attento a invitare, per conferenze ed esposizioni, autori consolidati, dimostrando una grande attenzione verso gli aspetti culturali del pianeta fotografia.
Con la mostra in corso, Giuseppe Monga, fotografo per passione, rende omaggio a un fotografo recentemente scomparso, che, pur residente nel vicino comune di Rozzano, ha sempre frequentato le iniziative del Cizanum.

Monga è il classico esempio di fotografo non professionista che però aveva acquisito elementi importanti della ricerca fotografica contemporanea e li sapeva riproporre in una forma personale di ottimo livello espressivo.
Persona schiva e discreta, ho avuto modo di conoscerlo da moltissimi anni e con piacere ho accettato l’invito degli amici del Cizanum a scrivere una nota di presentazione del suo lavoro di cui riporto di seguito una parte.

Monga prediligeva il paesaggio pur non disdegnando, soprattutto nel primo periodo della sua attività fotografica, alcuni aspetti di vita sociale legati soprattutto al territorio in cui ha vissuto.
Attento e bravo operatore degli aspetti tecnici del procedimento fotografico, dalla ripresa alla stampa, era tuttavia molto attento agli aspetti culturali dei linguaggi fotografici che seguiva con la dovuta attenzione: lo ricordo quasi sempre presente, da attento osservatore, alle mostre, sia quelle di autori importanti che quelle di giovani o autori meno noti.
Con questa giusta predisposizione umana e culturale affrontava e realizzava le sue fotografie, conscio delle sue potenzialità e dei riferimenti ad alcuni grandi autori da lui ben conosciuti e apprezzati.

Se possiamo dare una indicazione stilistica al corpus complessivo del suo lavoro fotografico direi che il suo è un linguaggio classico, che, nel bianco e nero, guardava ai grandi nomi della metà del Novecento, da Edward Weston ad Ansel Adams a Minor White, mentre nel colore sentiva le suggestioni cromatiche di autori come Franco Fontana senza disdegnare alcune sperimentazioni con chiari riferimenti ad alcuni movimenti artistici degli anni Sessanta e Settanta.
In queste sue esperienze sperimentali, dove l’immagine si sgretola, si frantuma in particelle di sapore impressionista fino a sfiorare quasi l’astrazione, risiede forse il suo tentativo di sfuggire alla perfezione dell’impostazione classica che lui aveva tanto amato e praticato.
Una fotografia, la sua, profondamente attenta e rispettosa della natura e del paesaggio, realizzata con la compostezza che è stata caratteristica dominate del suo carattere e nello stesso tempo capace di mettere in discussione con altrettanto garbo e ironia le visioni tradizionali.
Giuseppe Monga, fotografo per passione
Fino al 19 giugno 2022
Spazio espositivo di Villa Marazzi Via Dante, 47 – Cesano Boscone (MI)
Orari: venerdì dalle 17.00 alle 19.00 – sabato e domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 17.00 alle 19.00.
Info: www.cizanum.it – cizanum@gmail.com
Tel. 3391392457
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Nato nel 1950 nel Salento, Pio Tarantini ha compiuto studi classici a Lecce e poi Scienze Politiche all’Università Statale di Milano, dove vive dal 1973. Esponente della fotografia italiana contemporanea in quanto autore e studioso ha realizzato in quasi cinquanta anni un corpus molto ricco di lavori fotografici esposti in molte sedi italiane pubbliche e private.
La sua ricerca di fotografo eclettico si è estesa in diversi ambiti, superando i vecchi schemi dei generi fotografici a partire dal reportage, al paesaggio, al concettuale… Leggi tutto
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