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Genova, i caruggi, i travestiti, il porto e la sua umanità, attraverso lo sguardo di una grande fotografa, Lisetta Carmi.

di Mario Laporta

Dirà di lei Umberto Eco, giurato del premio Niepce che Lisetta Carmi vinse presentando le foto che riuscì a scattare, nessuno vi era riuscito fino ad allora, arrivando all’uscio della sua casa segreta del poeta Ezra Pound a Rapallo, accompagnata da un anziano pescatore e inerpicandosi per una ripidissima scalinata, 12 foto in tutto, “le immagini di Pound scattate da Lisetta dicono più di quanto si sia mai scritto su di lui, la sua complessità e natura straordinaria”. Segno che anche quei pochi secondi, intercorsi tra l’apertura della porta e la sua chiusura, che non fu chiusura, ma venne socchiusa, Lisetta Carmi era riuscita a creare e instaurare un rapporto empatico. Riuscì, Lisetta Carmi, a leggerne e riportarne le sensazioni e non un asettico ritratto di un uomo che senza proferire parola, socchiudeva una porta. “Non è la fotografia che mi interessa ma le persone” e già questa affermazione, dovrebbe farci capire l’uso che Lisetta Carmi fa della fotografia. “Non bisogna attaccarsi a niente, sapete. La vita è fatta di esperienze e quando ne hai conclusa una è inutile continuare a guardarsi indietro. Si tagliano i ponti e si va avanti.”  Iniziando nuove vite e facendo nuovi incontri, le vite e gli incontri, l’incontro con un maestro induista e la fondazione di un ashram in Puglia. Poi un re-incontro, il ritorno alla musica: lei suona il pianoforte, questa volta nella dimensione sperimentale. Infine, un ritiro al privato e l’accostamento al vuoto del taoismo, proseguendo una ricerca interiore in nome della libertà. E la fotografia in questi suoi quasi 20 anni guardati attraverso il mirino, la produzione di servizi, libri, mostre, pubblicazioni, Acque di Sicilia, insieme a Leonardo Sciascia, Women con Pietro Lizzardi, e poi La bellezza della verità insieme a Giovanni Battista Martini, che da suo allievo è divenuto il curatore delle sue mostre e del suo archivio; poi L’ombra di un Poeta, dove racconta dell’incontro con Ezra Pound, Ho fotografato per capire, Voci allegre nel buio, Genova 1960/1970 e tanti altri ancora, biografici, dove autori la indagano e ce la presentano o scritti a quattro mani penna e fotografia, dove i due linguaggi si intersecano offrendo una lettura completa dei temi analizzati.

Da Magazzini Fotografici a partire dal 2 dicembre 2021, dalle 14,00 alle 21,00 sarà in esposizione, curata da Giovanni Battista Martini e da Yvonne De Rosa, la mostra  “Genova” 30 scatti in bianco e nero che raccontano, attraverso lo sguardo sincero della fotografa, la Genova del secondo dopoguerra. Una città in piena evoluzione sociale ed economica, dove Lisetta Carmi ci racconta la sua Genova, e quello che sicuramente è stato il suo servizio più dirompente in quegli anni di trasformazione economica e sociale del nostro paese, i Travestiti, scatti che portarono la fotografa ad occuparsi in maniera radicale di identità di genere. Peraltro in un periodo estremamente ostile, queste sono fotografie  che destarono in quegli anni grande scandalo ma che oggi ci restituiscono nelle vibrazioni la forte empatia che la fotografa riuscì ad instaurare con i soggetti fotografati. “Non ho mai cercato dei soggetti (…) mi sono venuti incontro, perché nel momento in cui la mia anima vibra insieme con il soggetto, con la persona che io vedo, allora io scatto. Tutto qui”. Spiegato con una semplicità disarmante, ma che presuppone una sensibilità che Lisetta Carmi traspone per intero nei suoi scatti, difficilmente ritrovabile in altre analoghe ricerche. Al completamento editoriale di questa serie di scatti al tempo rivoluzionari, dissacranti e di rottura con un bigottismo imperante, contribuì anche l’impegno, la stima e l’amicizia di Luciano D’Alessandro, già allora affermato e  impegnato fotografo napoletano, considerato uno dei maestri del fotogiornalismo italiano del quale Lisetta Carmi in un accorato ricordo scrive: “Luciano D’Alessandro è stato per me un uomo speciale, un grande amico dotato di un’intelligenza particolare che lo ha portato a guardare gli esseri umani (in tutte le loro manifestazioni) con una partecipazione rara.

Grazie, Luciano D’Alessandro, per la tua umanità che mi hai anche dimostrato presentandomi al tuo amico Sergio Donnabella: senza di te e senza di lui il mio libro I travestiti non avrebbe trovato un editore aperto e intelligente per essere pubblicato. In tempi in cui l’argomento era tabù e il mio libro veniva tenuto sottobanco in tutte le librerie più importanti.

Io non dimenticherò mai il mio amico e fratello Luciano D’Alessandro, un uomo raro, intelligente e generoso, un grande fotografo.

La mostra si potrà visitare fino al 6 Marzo 2022 e si inserisce nel dialogo portato avanti dall’associazione culturale sul tema intimità e ne definiscono diverse sfumature: “Il giorno che ho incontrato Lisetta Carmi lo conservo tra le esperienze più belle, mi ha accolto affettuosamente nella sua casa essenziale, elegante, di quelle senza troppi oggetti. I ricordi Lisetta Carmi li porta nel cuore.

Appena ci siamo sedute mi ha chiesto di darle la mano, me l’ha tenuta stretta ed ha cominciato a raccontarmi la sua vita…

Riuscire a portare a Magazzini Fotografici una mostra così importante è per me un grande traguardo. Dal giorno della riapertura post pandemia ho deciso che, dopo tanta distanza, sarebbe stato bello raccontare l’intimità, l’incontro con la parte intima degli autori in mostra e Genova di Lisetta Carmi è proprio un viaggio intimo, un incontro con la ‘sua’ Genova: il porto, i travestiti, ogni passo ed ogni luogo vissuto e raccontato dalla Carmi porta con sé la grande umanità di questa esploratrice del mondo e delle sue sfaccettature trascendentali.

Osservando questo spaccato di vita genovese, il visitatore potrà scoprire le non poche analogie che legano la città natale della fotografa alla nostra Napoli. Infatti, Genova, non solo morfologicamente ma anche storicamente, ha un evidente forte legame con la nostra città” come è sottolineato da Yvonne De Rosa, art director dell’APS. E fondatrice di Magazzini Fotografici.

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