Sabato 14 maggio alle ore 11 Francesco Cito – fotoreporter di fama internazionale – sarà ospite di Tank – ciclo di incontri sui linguaggi fotografici, promosso dal Comune di Verona e organizzato dal Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri in collaborazione con Grenze Arsenali Fotografici. L’incontro avrà come tema l’etica della fotografia e sarà moderato da Giusi Pasqualini del Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri.
“La prima cosa che bisogna fare è avere rispetto per i soggetti con cui ti rapporti, che siano camorristi, mafiosi, o guerriglieri, nessuno nasce santo”.
Con queste parole il fotografo napoletano Francesco Cito intende presentare la sua idea di fotografia, fatta di rispetto, documentazione e strumento di comprensione profonda della realtà. Per questo è importante non solo la verità di un’immagine ma anche la sua necessità, la sua urgenza, la sua moralità. Oggi il conflitto è davanti agli obiettivi di amatori e professionisti, fotografi improvvisati e fotografi che sono sul fronte di guerra da sempre. Francesco Cito testimonia una fotografia che non si piega alle logiche della comunicazione veloce né a quale dello storytelling da Social.
L’incontro si terrà sabato 14 maggio alle ore 11, presso la Sala Farinati della Biblioteca Civica di Verona: l’ingresso è gratuito e consentito fino all’esaurimento dei posti disponibili, previa prenotazione all’indirizzo grenze.arsenali.fotografici@
L’autore
Francesco Cito nasce a Napoli nel 1949. Nel 1972 si trasferisce a Londra per dedicarsi alla fotografia: inizia a collaborare con riviste musicali e gira il Regno Unito fotografando artisti e musicisti. Diventato fotografo freelance inizia a collaborare con l’edizione domenicale del prestigioso quotidiano londinese The Times, per il quale segue tematiche sociali (principalmente la camorra ed il contrabbando di sigarette nella sua città natale). La svolta nella carriera di Cito arriva nel 1980 quando i carri armati dell’Armata Rossa invadono l’Afghanistan: il fotografo napoletano è uno dei primi fotoreporter a raggiungere clandestinamente il paese e a seguire i gruppi di guerriglieri che combattono con i sovietici, ottenendo una conoscenza della situazione mediorientale che tradurrà in reportage dalle principali zone di guerra (Libano, Palestina, Siria, Cisgiordania, Arabia Saudita, Marocco ma anche la zona balcanica). Non solo guerra però: nel 1995 ottiene il terzo premio nella categoria “Day in the Life” al World Press Photo Award per la serie “Neapolitan Wedding”, e nell’anno successivo riceve il primo premio del World Press Photo per le foto scattate in occasione del Palio di Siena. Nel 2001 riceve una menzione d’onore al Leica Barnak Award per il reportage sulla Sardegna e nel 2006 la FIAF-Federazione Italiana Associazioni Fotografiche lo nomina “Maestro della Fotografia Italiana”.
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