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FOTOGRAFIA | REGGIO EMILIA | BENEDETTA CASAGRANDE È LA VINCITRICE DEL PREMIO LUIGI GHIRRI

di PHocus Magazine

A PALAZZO DEI MUSEI DOMENICA 28 APRILE LA PREMIAZIONE: BENEDETTA CASAGRANDE È LA VINCITRICE DEL PREMIO LUIGI GHIRRI
Benedetta Casagrande - Foto Enrico Rossi

A PALAZZO DEI MUSEI DOMENICA 28 APRILE LA  PREMIAZIONE:  BENEDETTA CASAGRANDE È LA VINCITRICE DEL PREMIO LUIGI GHIRRI

Con il suo progetto l’artista milanese si interroga sulle modalità con cui entriamo in relazione con gli altri animali, sullo spazio che essi occupano nel nostro immaginario personale e collettivo e sulla possibilità di costruire nuove forme di parentela e di intimità in un contesto di estinzione di massa.

 

A Claudia Amatruda è stata attribuita la menzione speciale “Nuove Traiettorie. GFI a Stoccolma” promossa dall’Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma

 

La giuria internazionale dell’open-call di GiovaneFotografia Italiana  ha inoltre assegnato alcune residenze e borse di studio promosse in collaborazione con Photoworks con Dalby Forest e  Fotofestiwal Łódź.

A PALAZZO DEI MUSEI DOMENICA 28 APRILE LA PREMIAZIONE: BENEDETTA CASAGRANDE È LA VINCITRICE DEL PREMIO LUIGI GHIRRI
©Casagrande Benedetta_All_things_laid_dormant

Il Premio Giovane Fotografia Italiana | Premio Luigi Ghirri, del valore di 4000 euro, che comprende anche la prestigiosa opportunità di presentare nel corso del 2025 una mostra personale negli spazi di Triennale Milano, è stato assegnato da una giuria composta da Giovanna Calvenzi per Triennale Milano, Alessandro Dandini de Sylva, Paola De Pietri, Adele Ghirri per l’archivio eredi Luigi Ghirri, Luce Lebart, membro della direzione artistica di Fotografia Europea, alla fotografa milanese Benedetta Casagrande, con il progetto “All Things Laid Dormant” con la seguente motivazione: “per l’utilizzo consapevole del linguaggio fotografico, per la scelta di rivolgere lo sguardo verso microcosmi ai quali siamo interconnessi in modo invisibile e spesso inconsapevole. Per aver affrontato l’ambiguità dell’immagine fotografica in modo coerente e poetico”.

Nel suo lavoro Benedetta Casagrande si interroga sulle modalità con cui entriamo in relazione con gli altri animali, sullo spazio che essi occupano nel nostro immaginario personale e collettivo e sulla possibilità di costruire nuove forme di parentela e di intimità in un contesto di estinzione di massa. Articolandosi attraverso una serie di incontri con il mondo non-umano, mediati dall’implicita ambiguità della fotografia come mezzo che simultaneamente agevola e ostacola il contatto, “All Things Laid Dormant” è al contempo un’ode e un lamento, un atto di amore e una espressione di cordoglio che incarna la sofferenza del lutto e il desiderio di ritrovare un luogo e un senso di appartenenza nel contesto fragile del nostro tempo.

Benedetta Casagrande è una fotografa, scrittrice e curatrice che vive a Milano. La sua pratica artistica, curatoriale e di scrittura si dispiega attraverso la slow research (letteralmente tradotta in ricerca lenta, termine coniato da Carolyn F. Strauss); la lentezza come principio di ascolto, di decelerazione e di riposizionamento rispetto al mondo, compresa come metodo per situare l’esperienza umana all’interno di reti di relazioni, spazi e temporalità più ampie. In quanto fondamentalmente basata sull’incontro con il mondo, la fotografia è il suo mezzo prediletto per entrare in relazione con l’ambiente circostante e con i suoi elementi animali, vegetali e oggettuali, attraverso movimenti di prossimità e distanza, presenza e assenza, il contatto e la sua perdita. Il suo lavoro è stato esposto in mostre nazionali e internazionali, tra cui Photo Brussels Festival, 2024; ADI Design Museum, Milano, 2023; 副本INSTANCE, Shanghai, 2021 e Photo Ireland Festival, 2019. Dal 2016 è co-fondatrice e co-direttrice di Ardesia Projects.

La giuria internazionale ha inoltre assegnato menzioni speciali, residenze e borse di studio ai giovani artisti che partecipano alla mostra. Francesco Di Lella, direttore IIC Stoccolma ha assegnato la menzione speciale “Nuove traiettorie. GFI a Stoccolma“, che offre la possibilità a uno tra i finalisti di svolgere una residenza d’artista nella capitale svedese e realizzare una mostra a cura dello stesso Istituto, a Claudia Amatruda e al suo progetto “Good Use Of My Bad Health”  in cui mette al centro il suo corpo e le sue trasformazioni per sfidare le categorie tradizionali e binarie come uomo/donna, naturale/artificiale effettuando una serie di sperimentazioni attraverso lo strumento visuale.

Julia Bunnemann, curatrice Photoworks, Brighton ha attribuito le residenze d’artista immersive ed ecologiche della durata di una settimana nel cuore della Dalby Forest, a Camilla Marrese che ha presentato il progetto dal titolo “Field Notes For Climate Observers” e ad Alessandro Truffa con “Nioko Bokk”.

Krzysztof Candrowicz, direttore artistico Fotofestiwal Łódź. ha assegnato tre borse di studio a Noemi Comi con “Proxidium”, Massimiliano Corteselli con “Contrapasso” e Cinzia Romanin con “Transcendence” grazie alle quali potranno partecipare al programma di letture portfolio Photo-Match nell’ambito di Fotofestiwal Łódź in Polonia. 

La mostra Contaminazioni è visitabile a Palazzo dei Musei dal 30 aprile al 9 giugno: nei seguenti orari: venerdì, sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 20  a ingresso libero.

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