
Tutto ha inizio con un certo tipo di sperimentazione artistica degli anni Settanta che trovò nel concettuale − e nei suoi derivati o fenomeni contigui – lo spazio creativo per mettere in discussione molte delle forme precedenti del fare arte, da quelle tendenzialmente mimetiche e figurative a quelle più decisamente astratte e informali.
In questo spazio si inserirono alcuni giovani fotografi che nel corso del tempo avrebbero consolidato la loro ricerca con lavori ormai storicizzati.
Da alcuni di questi fotografi/artisti è partita Annalisa Ferraro, curatrice della mostra Fotogenesi. Il linguaggio fotografico oltre realtà e rappresentazione, attualmente in corso a Verona negli spazi della galleria Habitat Ottantatré, per costruire un percorso espositivo in cui affianca alle opere degli artisti di quella generazione, nata intorno agli anni Cinquanta, quelle di artisti molto più giovani ma che si muovono su una traccia di ricerca simile

Le opere di Pietro Privitera, Silvio Wolf e Sirio Tommasoli – autori che hanno le loro radici creative negli anni Settanta – si incrociano così in questo articolato progetto con quelle dei più giovani Alessandro Valeri, Chiara Arturo, Filippo Tommasoli, J&PEG e Marco Rossetti che, proseguono su questa strada di sperimentazione concettuale dove, tra l’altro, la fotografia si incrocia con altre forme espressive come la grafica o la tridimensionalità delle installazioni.
Con questo progetto viene alla luce una volta di più l’elemento di trasversalità e compenetrazione tra linguaggi diversi che sta caratterizzando buona parte del percorso di ricerca artistica contemporanea in cui anche la fotografia è pienamente coinvolta: se il linguaggio tradizionale della fotografia resta comunque valido in altri ambiti, con un’applicazione più mimetica e documentaria, nell’ambito della ricerca sperimentale e concettuale i percorsi stanno diventando sempre più articolati e complessi.

In questo processo probabilmente anche le nuove tecnologie digitali rivestono una particolare influenza: per limitarci a un esempio presente in questa mostra le due opere presentate da Pietro Privitera, realizzate nel 1981 e nel 2018, sono rispettivamente assemblaggi di fotografie Polaroid la prima e manipolazione digitale la seconda. Al proposito lo stesso autore Privitera parla di transizione iconica: «[…] La trasformazione è avvenuta, la vescichetta liquida della foto immediata si è dissolta in una realtà liquida, dai contorni indefiniti, senza apparente consistenza materica.»
Il ciclo storico della sperimentazione pare dunque inarrestabile nella sua capacità di mutazione: dai primi artigianali fotomontaggi ottocenteschi, alle varie manipolazioni delle Avanguardie storiche, alle tante variabili nate nel dopoguerra fino alla cosiddetta rivoluzione digitale odierna.
In questa chiave il progetto Fotogenesi curato da Annalisa Ferraro si pone come una ulteriore interessante tappa di questo percorso.

Fotogenesi. Il linguaggio fotografico oltre realtà e rappresentazione
Opere di Chiara Arturo, J&PEG, Pietro Privitera, Marco Rossetti, Filippo Tommasoli, Sirio Tommasoli, Alessandro Valeri, Silvio Wolf
A cura di Annalisa Ferraro
Direzione artistica In Habitat aps
Dal 23 aprile al 30 giugno 2022
Habitat Ottantatré
via Mantovana 83/e 38137 Verona (VR)
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Nato nel 1950 nel Salento, Pio Tarantini ha compiuto studi classici a Lecce e poi Scienze Politiche all’Università Statale di Milano, dove vive dal 1973. Esponente della fotografia italiana contemporanea in quanto autore e studioso ha realizzato in quasi cinquanta anni un corpus molto ricco di lavori fotografici esposti in molte sedi italiane pubbliche e private.
La sua ricerca di fotografo eclettico si è estesa in diversi ambiti, superando i vecchi schemi dei generi fotografici a partire dal reportage, al paesaggio, al concettuale… Leggi tutto
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