Dopo il successo della mostra del 2023, un evento che unì sorprendentemente il lavoro di Ella Walker e Betty Woodman, il Currier lancia una nuova mostra che evidenzia le affinità elettive tra il maestro italiano del XX secolo, Filippo de Pisis (nato Luigi Filippo Tibertelli) e uno dei più influenti fotografi americani di belle arti della sua generazione, il grande Robert Mapplethorpe.
I due artisti non si sono mai incontrati nella vita reale eppure il loro lavoro rivela sorprendenti somiglianze.
Filippo de Pisis e Robert Mapplethorpe: A Distant Conversation svela per la prima volta queste corrispondenze, offrendo al pubblico l’opportunità di scoprire l’opera di uno degli artisti italiani più prolifici del XX secolo e di rivisitare l’opera fotografica di Mapplethorpe da una nuova prospettiva. Inoltre, questa è la prima mostra retrospettiva di De Pisis negli Stati Uniti.
“Stavo lavorando separatamente su de Pisis e Mapplethorpe quando ho iniziato a rendermi conto che c’erano molte connessioni tra i due”, spiega il curatore della mostra, Lorenzo Fusi. “Credo che queste somiglianze siano radicate nella comunanza dei loro riferimenti storico-artistici e dell’esperienza vissuta del mondo. Come curatore italiano”, continua Fusi, “ho sentito che era mia responsabilità introdurre ad un certo punto del nostro programma il lavoro di un artista italiano spesso trascurato. De Pisis rappresenta l’esempio perfetto di un nome familiare in Italia ma ancora poco riconosciuto all’estero, in particolare negli Stati Uniti. Abbinare il suo lavoro a quello di Mapplethorpe è emozionante, fresco, rilevante e poetico”.
In seguito a questa fortuita scoperta, Fusi frugò per oltre un anno negli archivi e nelle opere dei due artisti, scoprendo infiniti esempi che corroborarono la sua ipotesi iniziale. La mostra al Museo Currier presenta solo una selezione dei tanti abbinamenti ideati nel tempo dal curatore.
Sebbene le fotografie di Mapplethorpe siano state ampiamente esposte negli Stati Uniti e a livello internazionale, questa mostra rappresenta la prima retrospettiva completa del lavoro di de Pisis nelle Americhe. La sua prima e ultima mostra personale negli Stati Uniti ebbe luogo in una galleria di New York City nel 1947. La mostra “Sold Out” si concentrò solo sulle sue vedute parigine en-plein-air. Nel 1949, quattro delle sue opere furono incluse nella fondamentale rassegna intitolata Twentieth Century Italian Art, organizzata dal MoMA e curata da James Thrall Soby e Alfred H. Barr, Jr. Settantacinque anni dopo, il Currier riunisce 42 opere di l’artista, tra dipinti e opere su carta, in quella che è di fatto la più grande mostra di de Pisis mai allestita sul suolo americano. Le sue opere saranno esposte insieme a 38 fotografie di Robert Mapplethorpe prestate direttamente dalla Fondazione dell’artista (mapplethorpe.org) che, insieme all’Associazione per Filippo de Pisis (filippodepisis.org), sostiene questa iniziativa culturale sin dalla sua nascita.
La mostra è organizzata tematicamente, ma l’esposizione segue il ritmo e la logica interna delle immagini, alternando vari generi tra cui nature morte, ritrattistica, nudi, fiori e riferimenti al Classicismo e alla storia dell’arte occidentale. Il programma associato di eventi pubblici ed educativi al Museo Currier si concentrerà sulla pratica in studio e sulla creazione di mondi interiori utilizzando la creazione artistica. I dettagli del programma saranno annunciati sul sito del museo.
Questa mostra è generosamente supportata da Jay Surdukowski. Ulteriore sostegno da parte del Kimon and Anne Zachos Exhibition Fund e speriamo che possa approdare al più presto anche in Italia, sarebbe un evento dovuto ed eccezionale per il nostro territorio e per l’arte italiana.
Filippo de Pisis and Robert Mapplethorpe: A Distant Conversation
April 13 – September 2, 2024
Currier Museum of Art
150 Ash Street
Manchester, New Hampshire 03104
United States
Hours: Wednesday–Sunday 10am–5pm
Acquisto libro:
https://www.dariocimorellieditore.it/libro/9791255610755
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Fotografo ritrattista. Venti anni di esperienza nella fotografia di “people” spaziando dal ritratto per celebrity, beauty, adv e mantenendo sempre uno sguardo al reportage sociale.
Ha coordinato il dipartimento di fotografia dell’Istituto Europeo di Design ed è docente di Educazione al linguaggio fotografico presso la Raffles School, Università di design di Milano.
Il suo portfolio comprende lavori autoriali e commerciali per FIAT, Iveco, Lavazza, Chicco, Oréal e la pubblicazione di quattro libri fotografici: “Ecce Femina” (2000), “99 per Amnesty” (2003),
“La Soglia. Vita, carcere e teatro” (premio reportage Orvieto Prof. Photography Awards 2005),
“Go 4 it/Universiadi 2007”.
Ha curato l’immagine per vari personaggi dello spettacolo, Arturo Brachetti, Luciana Littizzetto, Fernanda Lessa, Antonella Elia, Neja, Eiffel65, Marco Berry, Levante …
Negli ultimi anni ha spostato la sua creatività anche alle riprese video, sia come regista che come direttore della fotografia, uno dei suoi lavori più premiati è il videoclip “Alfonso” della cantautrice Levante (oltre otto milioni di visualizzazioni).
Ha diretto il dipartimento di fotografia dello IED di Torino ed è docente di “Educazione al linguaggio fotografico” presso la RM Moda e design di Milano.
Paolo Ranzani è referente artistico 4k in merito al progetto “TORINO MOSAICO” del collettivo “DeadPhotoWorking”, progetto scelto per inaugurare “Luci d’Artista” a Torino.
E’ stato nominato da Giovanni Gastel presidente AFIP Torino.
Nel 2019 il lavoro fotografico sul teatro in carcere è stato ospite di Matera Capitale della Cultura.
Pubblicati e mostre:
“Ecce Femina” (2000),
“99 per Amnesty” (2003),
“La Soglia. Vita, carcere e teatro” (premio reportage Orvieto Prof. Photography Awards 2005),
“Go 4 you/Universiadi 2007” ,
Premio 2005 per il ciack award fotografo di scena
Premio 2007 fotografia creativa TAU VISUAL
Premio 2009 come miglior fotografo creativo editoriale
Ideatore e organizzatore del concorso fotografico internazionale OPEN PICS per il Salone del Libro di Torino – 2004
Dal 2017 scrive “Ap/Punti di vista” una rubrica bimestrale di fotografia sul magazine Torinerò.
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