La storia di uno scambio alla pari, dove un maestro della fotografia mette la sua arte a disposizione della tendenza estroversa verso il gioco e l’invenzione dei bambini, facendosi guidare e sorprendere dalla loro forza immaginativa e dalla purezza del loro sguardo. Chiavi di accesso allo stupore del mondo vengono svelate attraverso l’uso di semplici tecniche fotografiche, attraverso l’esperienza del corpo, basilare per la crescita dei bambini, mostrando come in ognuno di loro ci sia naturalmente un inventore, un costruttore, un artista, un fotografo, un poeta.
Un esperimento riuscito, in cui un grande artista insegna a non separare la luce dal buio. Migliori sembra suggerire: ”la luce non cancella il buio; il buio non sopprime la luce. La luce è nel buio e il buio è nella luce”. E i bambini lo comprendono: “per fare una foto non serve una macchinetta, servono la luce, la carta e Nino” (Gabriele 4 anni).
Le sperimentazioni si sono basate sulle tecniche delle ossidazioni, dei cellogrammi (inventati da Migliori tra la fine degli anni quaranta e la metà degli anni cinquanta) dei polarigrammi (anni settanta), dei lucigrammi e dei fotogrammi. L’obiettivo era quello di instaurare un processo di alfabetizzazione per sviluppare un linguaggio e permettere di esprimersi attraverso l’uso del mezzo fotografico. La peculiarità di questo esperimento, unico anche per Migliori, nonostante la sua quarantennale esperienza didattica, è stata la durata. Le docenti hanno documentato i vari iter del processo formativo e due equipe televisive si sono alternate nelle riprese delle discussioni tra i bambini da cui sono scaturite molte riflessioni interessanti.
In un’epoca in cui la realtà la si guarda spesso in modo passivo, insegnare alle generazioni future la consapevolezza della libertà di espressione, di poter superare certi schemi, è un tesoro che va preservato e che possibilmente andrebbe messo a disposizione di più persone possibili, specie nella scuola pubblica. Quando un maestro di creatività e coerenza, con abilità e generosità, mette a disposizione di bambini tra i 3 e i 5 anni quegli stessi principi che ha perseguito nella sua lunga vita e carriera, non resta che esprimere ammirazione e interesse.
Il libro, pubblicato con il contributo della Fondazione MAST di Bologna e del MAXXI, Museo Nazionale delle Arti, è facilmente reperibile nelle librerie di diversi musei e sul sito di Corraini Edizioni ed è davvero tutto da scoprire.
Massimo Mastrorillo
(citazioni da Massimo Recalcati e Nino Migliori)
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Massimo Mastrorillo
Ha lavorato a progetti a lungo termine concentrandosi sulle profonde conseguenze di conflitti e disastri naturali sulla società.
Ha ricevuto diversi premi, tra cui il World Press Photo, il Picture of the Year International (Magazine Photographer of the Year, terzo premio), il Best of Photojournalism (Magazine Photographer of the Year, terzo premio), il PDN Photo Annual, il Fnac Attenzione Talento Fotografico, l’International Photography Award, l’International Photographer of the Year al 5° Lucie Awards e il Sony World Photography Awards. E’ stato finalista all’Aftermath Grant 2011. Ha ricevuto la nomination per il Prix Pictet 2009 “Earth” e 2015 “Disorder”. Il suo progetto “Il Mare siamo Noi” è stato selezionato per il Vevey Images Grant 2015 e 2017.
E’ stato Leica Ambassador e Talent Manager dell’agenzia LUZ una delle più importanti agenzie fotografiche italiane.
Da anni è impegnato nella didattica con esperienza pluriennale presso la Scuola Romana di Fotografia, la Leica Akademie, la REA e la D.O.O.R. Akademy.
È uno dei membri e fondatori di D.O.O.R., una factory romana che si occupa di fotografia, talent scouting e publishing.
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