Brindisi e Taranto tra industria e turismo.
Testi di Pio Tarantini, Ettore Bambi, Paolo Marcesini.
Nota dell’autore Pio Tarantini:
Ho realizzato questo lavoro nell’estate del 2017 su un progetto del curatore salentino Ettore Bambi promosso dalla Regione Puglia: il soggetto riguardava le due città marinare di Brindisi e Taranto. Accompagnato dal giornalista Paolo Marcesini e dall’operatore Francesco Pacella ho avuto la possibilità di vedere luoghi nuovi e conoscere persone che si sono rivelate preziose nella conoscenza delle due città. Naturalmente ho evitato di realizzare fotografie di tipo turistico: ho indirizzato l’obiettivo della mia fedele Nikon e la mia attenzione verso inquadrature più documentarie, spesso orientate verso situazioni e luoghi più marginali, nel tentativo di fornire nuove visioni delle due città.

Tra Brindisi e Taranto c’è una “terra di mezzo”, da entrambi i due capoluoghi di provincia prendi la strada dell’incontro, la Taranto-Brindisi o la Brindisi-Taranto a seconda dei casi, 70 km, arteria che altro non è che l’esito pugliese più importante di una delle strade più ‘storiche’ italiane, la Statale 7 Via Appia, tracciato dell’omonima e famosa via consolare romana, strada che parte da Roma per raggiungere proprio Brindisi. Ed è sul tratto che collega il brindisino al tarantino che le province sembrano come abbracciarsi, questa strada unisce e separa il viaggio e il viaggio è il mezzo che abbiamo per conoscere le storie e le storie, si sa esistono solo se le sai raccontare. Questo libro compie proprio questo gesto antico seppur attuale.
Alla fine di questa strada ecco il punto focale del racconto editoriale.
Qui si racconta di BRINDISI e di TARANTO.
Questa storia di fotografie parte da un lavoro di coppia, Pio Tarantini, fotografo e pubblicista, percorre un tratto d’Italia con Paolo Marcesini, direttore della rivista “Memo – Grandi Magazzini Culturali”. Il tratto di strada è quello che unisce Brindisi e Taranto, due realtà marinare pugliesi, per certi versi molto simili e poi totalmente differenti per altri.
Le bellezze dei porti naturali presenti nelle due città è uno degli elementi che spingono alla similitudine, così come il veloce processo di industrializzazione che le ha segnate profondamente e che tutt’ora se ne può sentire la traccia. La storia è differente, il percorso per arrivare al nostro tempo compie giri diversi. Sono due città che restano in bilico tra un carico incredibile di storia e nuove ricerche di sviluppo turistico che trovano sfogo nella capacità imprenditoriali dei pugliesi. C’è molto da raccontare e sopratutto da vedere. Pio Tarantini è fotografo e quindi usa la fotografia come mezzo per comunicare.

È noto che la fotografia abbia svolto, fin dalle sue origini, un importante ruolo di documentazione sviluppata su diversi livelli: da quella più descrittiva del paesaggio all’indagine sociale alla testimonianza storica. La fotografia è stata strumento fondamentale di comunicazione e informazioni visive soprattutto nel periodo antecedente la diffusione di massa di nuovi strumenti come la televisione e, più recentemente, quelli telematici. Tuttavia la fotografia non perde il suo appeal, anzi, per certi aspetti viene paradossalmente rinforzato come conseguenza della diffusione di massa, non solo della tecnologia fotografica, ma anche della cultura fotografica, che in Italia ha subito gravi ritardi rispetto alle altre nazioni capitalisticamente avanzate, oggi si può tranquillamente affermare che la fotografia continua a svolgere un ruolo di primaria importanza nella documentazione del territorio dell’indagine sociale ed è con questo spirito che intere generazioni di fotografi professionisti e amatori attualmente si dedicano alla fotografia vissuta come testimonianza, come strumento di indagine storico sociale.
Pio Tarantini appartiene a questa terra, lo ribadisce più volte e lo si legge e lo si sente, e questi luoghi sono i suoi muscoli e le sue rughe, le vedi dentro le lacrime e nelle suole delle scarpe. Da questi paesaggi è andato via giovane e poi ci ritorna quando piò e questo amore che lega e il distacco reiterato, ci confessa, forse è la misura giusta per costruire una capacità analitica sincera senza limiti troppo romantici.

Ecco che la fotografia ci porta nei due mondi intrecciati.
Brindisi. Un porto per l’Oriente, ma non solo.
La leggenda la vuole fondata da Brunto, figlio di Ercole, da cui deriverebbe il nome, ma verosimilmente la sua etimologia è Messapica: il nome della citta’ deriverebbe da Brunda che nella lingua messapica significa Testa di Cervo, dalla conformazione del porto, per questo da sempre considerato tra i più sicuri sul mare Adriatico, e che ha sempre segnato il destino della città. Sin dai tempi più remoti Brindisi si rivelò un posto ideale per l’insediamento umano.
Taranto. Una antica capitale, una città da ritrovare.
La città dei Due Mari fu capitale della Magna Grecia complice una posizione strategica molto particolare, è affacciata sul mare ma al contempo protetta nel golfo omonimo e coccolata dai due mari – Mar Grande e Mar Piccolo – appunto. Taranto fu fondata nell’VIII secolo a.C dagli Spartani con il nome di Taras. E’ una città che si differenzia da tutte le altre città della regione in virtù della sua origine e del fatto di essere stata annessa all’Impero Romano più tardi.

Lo sguardo di Tarantini ci avvolge con le misure del cinema. Il suo narrare arriva orizzontale, come il nostro sguardo con la testa dritta, gli occhi pronti a misurare i lati. E come al cinema ci porta nel campo lungo, paesaggi d’insieme e poi si riposa nei dettagli, si sofferma su angoli cinti da mura deserte e poi lascia entrare le persone, le feste, la vita. Si concede dei ritratti e poi ritorna a formare linee, segni, tracce del suo passaggio e del suo ricordare, sopratutto del desiderio di scoprire, e di farci scoprire.
E’ un bel viaggio tra due città e molti mari.
“Di terra e di mare sull’onda della leggenda tra la testa di cervo e la pioggia c’è il sereno. Una gita all’insegna dell’amicizia e dell’accoglienza per pescatori tra pescatori, tra sirene e delfini di ieri e di oggi, tra greci e romani, tra pellegrini e combattenti. Al crocevia tra Oriente o Occidente.”

Pio Tarantini
Nato nel 1950 a Torchiarolo, nel Salento, ha compiuto studi classici a Lecce e poi Scienze Politiche all’Università Statale di Milano dove si è trasferito nel 1973. La sua prima mostra su temi sociali e ambientali ha luogo a Brindisi nel 1972; a Milano, negli anni settanta, approfondisce i suoi interessi letterari e cinematografici e fotograficamente pratica una ricerca eclettica in cui convivono aspetti più documentari con esperimenti legati alle arti figurative tradizionali. In questo ambito comincia la sua ricerca sul “mosso” in fotografia, che proseguirà lungo tutto il suo percorso artistico.
Nei primi anni ottanta espone i suoi primi lavori a colori su alcuni aspetti artistici, compresi quelli minori, del Salento: una selezione di questi lavori viene pubblicata sul numero di Dicembre 1987 sulla prestigiosa rivista d’arte DU, di Zurigo.
Nel 1985 realizza gran parte del suo importante lavoro sulla memoria e sul tempo Il passato e i pensieri. Ha partecipato al progetto sui beni architettonici e ambientali (Archivio dello Spazio) della Provincia di Milano (1987-1997). Ha collaborato al progetto di Sociologia Visuale Photometropolis presso la Facoltà di Sociologia dell’Università Milano Bicocca. Dal 2003 al 2009 ha collaborato con la Galleria Fotografia Italiana Arte Contemporanea di Milano con cui ha realizzato due mostre personali e numerose collettive e per la quale è stato capo redattore della pubblicazione “Pagine di Fotografia Italiana”. Continua a scrivere articoli di riflessione sulla fotografia e presentazioni di lavori di altri fotografi.
I suoi lavori sono stati esposti dal 1982 in gallerie private e sedi pubbliche in Italia e all’estero e su di essi sono stati scritti saggi e articoli da parte di molti tra i maggiori critici e giornalisti d’arte italiani.
In ambito saggistico ha pubblicato i volumi Fotografia. Elementi fondamentali di linguaggio, storia, stile (2011) e Fotografia araba fenice (2014).
Collabora con molte testate dell’ambito culturale e artistico e dal 2019 al 2021 ha diretto la rivista semestrale FC▪FOTOGRAFIA E[È] CULTURA da lui ideata e prodotta da AFIP International per le Edizioni Oberon Media di Milano.
Nel dicembre del 2020 ha pubblicato il volume BuonaDomenica#. Appunti di un fotografo, perplesso, nel gran circo del mondo, una raccolta dei testi della rubrica, e delle fotografie che li accompagnano, che Tarantini pubblica ogni domenica sul suo profilo Facebook.
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