Iniziata come un’avventura nel sottosuolo per una sessione fotografica, la documentazione di Ken Karagozian si è trasformata in trent’anni di lavoro: selezionata da oltre 10000 negativi, la serie Deep Connections racconta la costruzione della metropolitana di Los Angeles, in una serie di immagini che affiancano lavoratori, macchinari, scene dal sottosuolo.
Da un giorno a trent’anni
Nel 1985 viene avviata la costruzione della linea metropolitana di Los Angeles (allora sotto l’amministrazione della commissione dei trasporti della contea, e sotto il distretto della Southern California Rapid Transit); Karagozian vede in questi lavori il progetto ideale per il workshop che stava frequentando.
Inizialmente contattate le autorità per un permesso una tantum, Karagozian frequenterà i cantieri della metropolitana per oltre trent’anni, e nelle infinite ore trascorse sottoterra, l’autore si assicura la fiducia dei lavoratori regalando loro le fotografie in cui erano ritratti.
“ I Lavoratori dicono che hanno piacere nel vedere le mie immagini, e quando gliene regalo una stampa, la condividono con famiglia e amici. Giusto qualche giorno fa una lavoratrice mi ha mandato un’immagine di casa sua, con una mia foto appesa al muro” dice Karagozian.
Ancora oggi alcuni lavoratori sono gli stessi di trent’anni fa, e in alcuni casi i figli hanno continuato la tradizione del mestiere.
“Non so mai cosa fotograferò finchè non entro nell’area di costruzione.
Cerco di visitare ogni sito almeno due volte al mese. Sottoterra il lavoro continua a progredire.
La luce può essere molto drammatica nei tunnel, o potresti anche vedere raggi di sole filtrare dal terreno.”
Una nuova visione dei lavori di costruzione
Grazie alle frequenti visite nei cantieri, Karagozian riesce a unirsi ai lavoratori più esperti ed entrare dentro le profondità dei tunnel di Los Angeles, e in questo modo può documentarne da vicino la quotidianità, fatta di lavoro duro e altamente specializzato.
Affinchè possa continuare le spedizioni, l’autore frequenta diverse volte l’anno alcuni corsi sulla sicurezza, ma rimane costantemente all’erta sulle pericolose condizioni ambientali in cui si trova.
Karazian nota anche che i macchinari di costruzione dei tunnel si sono evoluti da quando ha iniziato il suo progetto fotografico, e per quanto anche le fotocamere si siano evolute, preferisce scattare con la sua vecchia Hasselblad 503CX, amando il processo della fotografia analogica in bianco e nero.
L’utilizzo di una vecchia macchina analogica senza automatismi, ma soprattutto senza batterie, consente a Karazian di poter muoversi nei tunnel e scattare in tutta tranquillità, evitando di equipaggiarsi di ingombranti box di sicurezza, come imposto dalle norme antincendio dei cantieri. Pur scattando con una macchina tradizionale, senza flash o aiuti moderni, Karazian è riuscito a realizzare ottime immagini sfruttando i raggi di luce che si infiltravano nei tunnel, i riflessi delle pozzanghere, le luci artificiali del cantiere.
“Spero che grazie alle mie immagini la gente avrà maggior consapevolezza di come avvengono questi lavori, le dure condizioni quotidiane e la forza dei costruttori. Mi piacerebbe anche che una volta ultimata la metropolitana, il pubblico possa salirci a fare un giro e vedere le le interessanti e variegate comunità che caratterizzano Los Angeles”.
A proposito di Ken Karagozian
Studente di fotografia negli anni ’70, Karazian ha avuto modo di conoscere Ansel Adams durante un rientro verso la sua casa e studio. Dopo gli studi ha frequentato un Workshop nella Owens Valley, dove gli istruttori (Uno di questi era John Sexton, assistente di Adams) chiedevano frequentemente di realizzare progetti vicino casa, in modo tale da poter rivisitare gli spazi e acquisirne familiarità, oltre a notarne le variazioni di luce. È proprio da uno di questi compiti per casa che è nato il progetto Deep Connections, esposto ora a Los Angeles.
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