Ben ritrovati a tutti quanti, oggi vi parlo dei miei fedeli compagni di viaggio per i quali, in un modo o nell’altro, cerco sempre un po’ di spazio nel mio zaino: i miei fedeli Droni.
Come si può intuire dal titolo, da sempre scelgo e acquisto i Droni della casa DJI.
Affidabili e performanti sia per prestazioni di volo, che in termini di qualità di immagine.
Non starò qui ad annoiarvi con tematiche quali “patentino-assicurazione-sicurezza”, per i quali esistono siti specializzati che trattano gli argomenti in maniera molto approfondita e tecnica. No! Oggi vi parlo della mia esperienza d’uso, del mio modo di riprendere con un drone e di quando non bisogna, a parer mio, utilizzare un drone.
Il primo incontro con la DJI fu con la centralina Naza, per un drone auto costruito a 6 rotori con telaio dell’immortale F550.
Successivamente passai ai vari Phantom (3, 4 Pro+, Obsidian), ai Mavic (Pro, Platinum, Air, Pro 2, Mini, Air 2) ed ho anche posseduto un graziosissimo Spark.
Ad oggi, nella mia flotta, fanno parte il Mavic Air 2, ed un Mavic Mini che, ben presto, sarà sostituito dal suo successore: il Mini 2.
La scelta di questi due droni, rispetto al più performante Mavic Pro 2, è dovuta solo ad un discorso di praticità e portabilità non in termini di volo ma fisiche.
Entrambi possono stare nella tasca di una giacca o in un piccolo monospalla, da portarti dietro durante, magari, delle esterne con gli sposi dove, tra stabilizzatori e qualche ottica, avere pure l’impiccio del dove mettere il drone è, dal mio personale punto di vista, poco pratico e controproducente ai fini del servizio. Anche il Mavic Pro 2 è molto portatile ma il suo peso mi ha fatto optare per una versione più piccolina ma altrettanto performante.
Come diceva il caro Leonardo Da Vinci “quando camminerete sulla terra dopo aver volato, guarderete il cielo perché là siete stati e là vorrete tornare”.
Beh, nel mio piccolo oserei dire “dopo aver ripreso una fotocamera in mano, dopo averla fatta volare, è lì che vorresti riposizionarla e tornare a scattare”
Dall’alto vi è una visuale del tutto diversa.
Un atmosfera magica.
Il sentirsi quasi un super eroe che può sfidare le leggi gravitazionali e portare il proprio occhio a decine di metri da dove poggiano i propri piedi.
Ma, come direbbe lo zio Ben del caro Spiderman: “Da grandi poteri derivano grandi responsabilità”
Ho sempre visto il drone come un crane senza limiti. Ogni ripresa che vado a svolgere col drone deve avere un senso: che sia un determinato movimento di camera o una contestualizzazione del luogo dove avviene l’evento per il quale stiamo filmando.
Spesso però si fa un uso sbagliato e scorretto del drone (in termini di ripresa) solo per accontentare il cliente di turno che vuole vedere il giocattolo volare.
Spesso, invece, molti si improvvisano operatori di ripresa, perché bravi piloti di droni.
Saper pilotare un drone non significa saper essere in grado di portare belle immagini a casa. Si, sono un po’ critico su questo argomento poiché ai miei occhi, e anche ai miei hard disk, è spesso capitato di vedere delle oscenità volanti. Dall’alto vediamo tante cose bellissime come scorci, cime, viali alberati, spiagge deserte e tante altre cose che madre natura ci dona. Ma, soprattutto, vediamo anche i difetti: case con tetti in pessime condizioni, spiagge con distese di spazzatura, cavi elettrici nel bel mezzo dell’inquadratura…
Sappiate scegliere quando e come volare e, soprattutto, quando premere REC.
Il mio non vuole assolutamente essere un insegnamento ma uno spassionato consiglio per chi si avvicina al mondo dei droni o per chi vuol migliorare le proprie riprese. O per chi valuta quale pilota di drone ingaggiare.
Sono dell’idea che dovremmo abituarci e far abituare al gusto del “bello”; alla qualità piuttosto che alla quantità delle immagini volanti, in questo caso.
Vi lascio con una raccolta di immagini che negli anni ho realizzato con i miei vari droni e, sperando di aver lasciato qualcosa a qualcuno, vorrei chiedervi:
Quale è il vostro drone preferito della DJI? E, se non lo possedete, quale vorreste avere? Io, da sempre, sogno un giorno di avere tra le mani un DJI Inspire 2!
Una cosa è certa: qualsiasi drone desideriate, da CineSud lo potete trovare!
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…il video di cerimonia. Motore, Ciak, Azione!
Davide Polito
Sono Davide Polito, titolare della Eclipse Cinematic Production e amante della fotografia più o meno da sempre! Figlio d’arte, mi sono ritrovato già in tenera età con una macchina fotografica tra le mani e, successivamente, con una telecamera in spalla. All’età di 16 anni, d’altronde, avevo chiaro poche cose della mia vita ma una cosa era certa: da grande avrei fatto il fotografo!
Beh, 13 anni dopo, non ci sono andato molto lontano. Mi sono specializzato nel videomaking, in cui fondere le mie due grandi passioni: la fotografia e la musica.
Mi occupo principalmente di produzioni di video di cerimonia cercando di narrare, nel modo più trasparente possibile, le emozioni e i ricordi del giorno più importante di una coppia di innamorati, quello del matrimonio.
Mi occupo pure della scrittura e della realizzazione di spot pubblicitari, videoclip musicali e cortometraggi.
Negli anni, ho avuto la fortuna di poter partecipare alla produzione di corti e lungometraggi con produzioni dello spessore di Rai, Mediaset, Tao Due e altro ancora.
In sintesi, concedetemi la citazione: “dove finiscono le mie dita deve, in un modo o nell’altro, iniziare una macchina fotografica! Sia che faccia foto, video o addirittura, voli!“
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