
Libri, scatole e musei – Un diverso modo di esporre.
“Questo premio significa molto di più di quanto si possa immaginare. È una conferma del valore del cambiamento che ho cercato di portare in fotografia”.
Il 15 ottobre Dayanita Singh ha ricevuto il Premio Hasselblad 2022 dalla Fondazione Hasselblad. Spesso definito come “il premio Nobel” della fotografia, viene conferito ad artisti che si sono rivelati come pionieri nel campo dell’arte fotografica finendo con l’avere un inevitabile impatto sulla generazioni future. La Fondazione Hasselblad ha voluto mettere in risalto l’incredibile valore del lavoro della Singh, che non solo ha che fare con l’idea tipica della gestione dell’archivio di una grande artista, ma rappresenta anche un modo del tutto nuovo di interagire e sperimentare con l’arte della fotografia.
Questa autrice ha un talento unico nel far risaltare la storia anche di un singolo oggetto. Ad esempio nella serie The Time Measures, immortala una pila di documenti avvolti in un panno rosso. Si tratta di un modo tradizionale di conservare i documenti in India. Il colore rosso è usato per allontanare insetti e roditori. Man mano che i documenti avvolti vengono impilati e il tempo passa, il colore rosso inizia a sbiadire, lasciando segni e impronte che riflettono la storia individuale dei documenti impacchettati.


“Mi concentro su un soggetto, che si tratti di una persona, di un vetro, di una scarpa o di un edificio, e presto la mia attenzione al 100% per ascoltare ciò che sto cercando di fotografare. Per me è importate che si crei una forte connessione con il soggetto, qualunque esso sia. Non riesco a fare foto casuali”.
Ogni immagine racconta una storia, ma il modo in cui la Singh mette in sequenza e mostra le immagini, trasforma spesso una serie di foto in una raaccolta caratterizzata da affascinanti interconnessioni. Dai libri alle scatole fotografiche appese, la Singh ha la capacità di mettere in mostra tanto le immagini singole quanto una collezione di immagini, dando luogo ad una vera e propria esperienza artistica olistica, dove l’insieme assume un valore diverso, universale, grazie alla capacità di creare nuove relazioni e di dare sempre nuove forme al proprio lavoro.
“Penso alla fotografia come ad una materia prima, un punto di partenza, dove le diverse possibilità di diffusione e forma sono le chiavi. A volte può essere un libro, a volte un oggetto o un carrello di libri, altre persino una sorta di museo itinerante. La fotografia è così vasta come potenzialità, concede infinite possibilità”.
La serie Museum Bhavan di Dayanita è un esempio di questa incredibile capacità. Si tratta di una collezione di nove esposizioni a fisarmonica che si aprono per mostrare le immagini. In questo modo le collezioni possono essere portate ed esposte ovunque.
Museum Bhavan è una collezione mobile costituita da strutture modulari in legno con pannelli che si aprono a zig-zag o si dispiegano in modi diversi. Alcune strutture hanno tavoli che si aprono o scaffali al centro, contenenti scatole con altre immagini. La struttura può esporre da 70 a 140 fotografie che l’autrice riorganizza e cura per ogni mostra. Attraverso questa sorta di museo modulare, Dayanita ha creato e cura un archivio interattivo che si modifica e adatta a seconda dello spazio.


Dayanita Singh ha prodotto oltre una dozzina di libri. Molti di essi escludono quasi completamente i testi, con la sola eccezione dei titoli; per lei è fondamentale che le immagini parlino da sole, lasciando spazio a interpretazioni diverse e in continua evoluzione.
Pur avendo una passione per la fotografia d’archivio, Dayanita non è vincolata ad alcuna linea temporale. Museum Bhavan contiene immagini nuove e vecchie, risalenti ai suoi inizi come fotografa. Ama riorganizzare spesso il suo lavoro donando allo spettatore istantanee del tempo, ma divertendosi anche a trovare nuove forme e contesti alle stesse.
Dayanita lavora da anni con la 501C e un obiettivo da 80 mm. Ha iniziato a lavorare in pellicola e successivamente è passata al digitale. “Nessun’altra fotocamera si avvicina a ciò che questa Hasselblad ha significato per me. Spesso tiro fuori la mia 501C solo per sentire la sua forza nelle mie mani. Siamo in perfetta sintonia”. In collaborazione con la Hasselblad Foundation, l’azienda Hasselblad ha regalato alla Singh la nuova fotocamera X2D 100C con un nuovissimo obiettivo XCD 55V, una fotocamera 907X 50C e un dorso digitale CFV II 50C compatibile con la sua fotocamera analogica.
“Ho sempre desiderato organizzare un workshop intitolato Ballare con la mia Hasselblad. Ho fotografato per lo più con la mia 501C che si infilava nella pancia, e il mio busto che fungeva da treppiede. Chiamavo la mia Hasselblad il mio terzo seno. Era diventata parte del mio corpo.”
DAYANITA SINGH
Dayanita Singh, fotografa e autrice di libri fotografici di successo, è nata a Nuova Delhi e usa la Hasselblad dal 1997. Attribuisce il suo stile artistico all’influenza di molti mentori che l’hanno sostenuta nel corso della sua carriera. La Singh ha studiato presso l’Istituto Nazionale di Design di Ahmedabad e ha proseguito i suoi studi all’International Center of Photography di New York. Il suo lavoro è stato esposto presso importanti istituzioni come la Hayward Gallery di Londra, il Museum für Moderne Kunst di Francoforte, l’Art Institute di Chicago e il Kiran Nadar Museum of Art di Nuova Delhi. Ha inoltre pubblicato oltre una dozzina di libri fotografici.
IL PREMIO HASSELBLAD E LA FONDAZIONE HASSELBLAD
Il Premio Hasselblad viene assegnato annualmente a fotografi dal 1980 ed è stato istituito per volontà di Erna e Victor Hasselblad. Ogni anno, il consiglio di amministrazione della Fondazione Hasselblad nomina un comitato di premiazione composto da esperti e studiosi di fotografia di fama internazionale. Il comitato nomina 3-5 candidati, tra i quali il consiglio di amministrazione della Fondazione Hasselblad seleziona un vincitore. Il vincitore riceve 2.000.000 di corone svedesi, una medaglia d’oro e un diploma. In collaborazione con la Fondazione Hasselblad, l’azienda Hasselblad ha regalato a Dayanita Singh due fotocamere digitali, la X2D 100C e la 907X 50C, appena uscite, e un obiettivo XCD 55V.



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