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Crushing Destiny – Performance di Andi Kacziba

di PHocus Magazine

La performance Crushing Destiny di Andi Kacziba è il capitolo conclusivo di una serie di atti performativi iniziati dall’artista nel 2018, la cui ricerca è focalizzata sulla percezione del femminile da parte della società, affrontando temi scomodi quali il deterioramento del corpo, l’invecchiamento, la maternità e l’assenza di essa e il valore di una donna-artista secondo la crudele equazione età-carriera. Serie di polaroid hanno fissato e hanno accompagnato nel tempo ognuna delle performance.
Importanti precedenti hanno tracciato quel solco che le artiste contemporanee continuano a segnare con grande coraggio. 

Mary Cassatt, pittrice statunitense del XIX secolo, amica e allieva di Degas, pur dichiarandosi contraria al matrimonio e non diventando madre, fa della maternità il topos centrale della sua ricerca e produzione artistica; Maria Lai, che in merito all’argomento disse: “ sapevo che se avessi avuto dei figli, avrei dovuto tenerli a distanza”, fino alla Grandmother of Performing Art Marina Abramovich, che ha dichiarato più volte ’incompatibilità tra l’essere madre ed essere artista. Ma in realtà Kacziba porta nel suo lavoro una diversa visione: la mancata maternità non è stata una scelta ma una situazione subita che ha comunque provocato dinamiche discriminatorie.
Individuando nella sua stessa figura il soggetto ideale per affrontare la sua ricerca intima e performativa, che risulterà sempre analitica e scevra da militanza, Kacziba compie con Crushing Destiny un atto liberatorio e di guarigione, il cui processo di cicatrizzazione è stato profondo e struggente: ha guarito la sua pelle con l’oro, si è auto inflitta una simbolica isterectomia, si è privata degli organi vitali inscenandone una vendita. Ora, nel finale, venuta meno la necessità di lavorare solo sul suo corpo, Andi deve calpestare e frantumare il suo destino. 

È questo l’atto psicomagico che metterà fine al processo da cui andrà a scaturire l’accettazione di un ciclo della vita che si chiude per permettere realmente al nuovo di arrivare. Cinquant’anni fa Jodorowsky inventò la psicomagia: secondo el viejo l’atto psicomagico, risolve e guarisce. Non è la consapevolezza a porre fine ad un “problema” ma l’azione che trasforma la consapevolezza in un comando rivolto alla parte inconscia. In tale ottica i rituali psicomagici, basati sul linguaggio simbolico, diventano strumenti di guarigione. Per il padre del teatro panico e della terapia panica, il teatro, la performance e l’arte come strumenti di guarigione non solo personale ma collettiva, sono argomenti ben noti. 

Ne emerge dunque la figura dell’artista alchimista, che trasforma in oro il suo dolore e le sue ferite.
                                                                                                                                                                                        Raffaella De Chirico

Crushing Destiny rappresenta il capitolo conclusivo di una lunga riflessione compiuta dall’artista Andi Kacziba riguardo la figura femminile all’interno della società contemporanea. L’artista, accompagnata dal suono cadenzato di un metronomo, camminerà a piedi nudi sopra a 500 gusci riciclati di uova precedentemente riempiti di oro e posti sopra ad una grande tela bianca, compiendo una sorta di pratica rituale e catartica. 

Questa è la quarta e ultima performance con la quale Andi Kacziba termina il ciclo di azioni performative iniziato nel 2018 con la mostra torinese Turning (g)old. Silent Childlessness e Prendi il mio cuore/Take my Heart sono i due atti successivi, avvenuti rispettivamente nel 2019 e nel 2022. All’interno della Sala delle Colonne, inoltre, saranno esposte tredici stampe di 40 x 50 cm, immagini provenienti dalle Polaroid che sono le testimonianze rimanenti dei precedenti tre atti performativi compiuti dall’artista.

Andi Kacziba nasce in Ungheria nel 1974 e giunge in Italia nel 1997 dove completa i suoi studi all’Istituto Europeo di Design di Milano e di Venezia. La sua ricerca artistica è focalizzata sulla condizione femminile, compiendo narrazione sociali, politiche ed economiche. L’artista ha esposto in numerose mostre personali e collettive: all’Accademia d’Ungheria di Roma, allo Studio Museo Francesco Messina di Milano, all’Istituto Italiano di Cultura di Città del Messico e alla Fondation Suisse di Parigi. Collabora con la Galleria Raffaella De Chirico Arte Contemporanea dal 2014.

DIDASCALIE FOTO
1. Andi Kacziba, performance Turning (G)old #1, 2018, polaroid. Courtesy dell’artista
2. Andi Kacziba, performance Turning (G)old #9, 2018, polaroid. Courtesy dell’artista
3. Andi Kacziba, performance Silent Childlessness #1 “Are you sure you would be a good
mother? Not all women are inclined to be.” 2019, polaroid. Courtesy dell’artista
4. Andi Kacziba, performance Silent Childlessness #2 “It’s not easy to find a wife with the right
combination: mother and slut.” 2019, polaroid. Courtesy dell’artista
5. Andi Kacziba, performance Silent Childlessness #8 “Get pregnant by someone out there
and I’ll provide the surname.” 2019, polaroid. Courtesy dell’artista
6. Andi Kacziba, performance Silent Childlessness #9 “Since you don’t even have a boyfriend
and you’re rather old to give birth, you could adopt a baby, so I’ll finally become a
grandmother.” 2019, polaroid. Courtesy dell’artista
7. Andi Kacziba, performance Prendi il mio cuore #1, 2022, polaroid. Courtesy dell’artista
8. Andi Kacziba, performance Prendi il mio cuore #4, 2022, polaroid. Courtesy dell’artista
9. Andi Kacziba, Allegoria della fertilità #2, 2022, polaroid. Courtesy dell’artista
10. Andi Kacziba, Allegoria della fertilità (uova rosse) #1, 2022 polaroid. Courtesy dell’artista
11. Andi Kacziba, Crushing Destiny #1, 2023, polaroid. Courtesy dell’artista
12. Andi Kacziba, Crushing Destiny #5, 2023, polaroid. Courtesy dell’artist

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