Altravista indaga la possibilità di attingere a nuove visioni maggiormente legate alle nostre emozioni e ai nostri sentimenti.
Nel giorno in cui ho iniziato questo progetto ho sentito il bisogno di conoscere meglio il modo in cui una persona non vedente vive. Ho avuto modo di conoscere delle persone cieche (da cui è nata un’amicizia) che con la loro fiducia mi hanno accolto nelle loro case, senza nemmeno conoscermi. Mi sono reso conto che i ciechi, a differenza dei normovedenti, spesso convergono il concetto di “Vista” compensandolo attraverso vibrazioni, sensi, sentimenti e ricordi, dimostrando un modo più ricco di vedere e di comprendere il mondo, aspetti che non si palesano nelle persone vedenti. Loro mi hanno aiutato a vedere meglio, facendomi capire che la visione è un aspetto intriso di vita ed esperienze personali.
Altravista è un lavoro che incarna la ricchezza della visione, della visione interiore e delle emozioni. Questo progetto studia il concetto di visione durante il “viaggio spirituale” in cui mi imbatto, portandomi non solo a una comprensione più profonda dei miei sentimenti e della mia intimità, ma anche a uno studio del concetto stesso di visione.
Altravista è un percorso che si anima di un senso di frammentazione condiviso tra me e le persone cieche che hanno intrapreso questo viaggio, combinando questi “motivi frammentati” su diversi livelli. Il senso di questo viaggio, per me, è combinare questo senso di “ingabbiamento” e “interruzione” su vie opposte, creando un dialogo tra me, le mie emozioni e loro. Con questo progetto ho creato una sorta di connessione tra i loro bisogni e i miei. È come se questa frammentazione avesse dato vita a un rapporto di dipendenza tra me e le persone cieche con cui interagisco, portandomi a trovare una connessione tra ciò che vedevo dentro di me ma che non riuscivo a esprimere a parole e ciò che i ciechi vedono e percepiscono senza l’uso della vista.
Questo corpus di lavoro consiste nel trovare la ricchezza dall’interno, portandola a “contaminare” il mondo che ci circonda.
Altravista mira a sconvolgere e a cancellare il concetto di confine partendo dall’interiorità per elevare il concetto di visione e di dinamiche della realtà. Con questo progetto è evidente come la realtà intorno a me sia spesso contaminata da un annientamento della stessa, creando un divario tra ciò che “vediamo” e ciò che il nostro spirito vede realmente.
Saremmo in grado di conoscere i segreti del mondo mettendo in discussione l’importanza illusoria che diamo alla vista?
Matteo Ribet è uno studente dello IED di Roma.
Per questo progetto ha usato le seguenti attrezzature: Sandisk sd extreme pro 256GB, RICOH GR IIIx, Canon Eos 5D Mark 4
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