“Leak Out” nasce in occasione della call “Confini 2022” indetta da Phocus Magazine. Il progetto è un’indagine visiva sulla trasformazione del soggetto/oggetto in relazione al suo habitat e viceversa. La pelle o la superficie esterna non rappresenta più, appunto, un confine, ma la frontiera da valicare in favore di un inclusivo superamento degli spazi.
«I corpi sono sempre collettivi e molteplici e operano come ecosistemi, come reti, come allenaze trans-specie, come ambienti e come clima.» (A. Jaque). Se in questo senso il corpo mutante equivale a una forma fluida in costante ridefinizione dei propri confini, allo stesso tempo l’abitazione e il contesto che la ospita non può far a meno delle sue contaminazioni. In quest’ottica la casa, il corpo domestico, diviene un dispositivo vivo, sensibile alle pulsioni trasformative.
Il termine Leak out, in italiano trapelare, trasudare qualcosa che contamina l’interno come l’esterno, si riferisce a quel processo in cui la casa non è più un territorio chiuso in cui costruire il proprio ambiente, piuttosto uno spazio aperto dalle pareti perforate, decadenti e decorticate. Leak inteso come perdita, fuga, quell’assenza che trapelando diviene presenza dell’altro, dell’ospite e dello sconosciuto. In questo lasciarsi lacerare la casa perde il suo confine fra il dentro e il fuori.
Note tecniche: Ivana Sfredda ha realizzato il suo lavoro con obiettivi Sigma 105/2.8 (A) DG DN MACRO Sony E/Mount e 14-24/2.8 (A) DG DN Sony E-Mount.
Ivana Sfredda è una studentessa della scuola CFP Bauer di Milano.
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