HOW TO FRAME A LIFE
Sentirci immortali è il meccanismo di difesa che ci permette di vivere come viviamo. Affermare spesso e con forza la nostra esistenza ne diventa gesto imprescindibile.
La fotografia, per propria indole, si pone in al primo posto tra i congegni che marciano contro natura, poiché impossibile da sperimentare nella nostra vita reale, fluida, libera e unidirezionale, mai uguale all’istante precedente. Proprio in questo blocco e congelamento dello spazio e del tempo sta uno dei fondamentali sostegni a favore della fotografia, che permette ed illude di avere il controllo sulla caducità del tempo, dominio sul caos e freno sulla violenza.
“How to frame a life” indaga su come la dichiarazione di sè sposi irrinunciabilmente l’elemento fotografico e su come il suo utilizzo compulsivo conduca alla fine ad un effetto contrario e paradossale: fotografia come sostituto dell’assente, come tentativo di incastrare la vita per sottrarla alla morte, ma che finisce poi, mediante questa negazione, per evocare la morte stessa.
La realtà fotografata assume subito un carattere nostalgico e commemorativo, di gioia fuggita sull’ala del tempo. E la vita che viviamo per fotografarla è già in partenza commemorazione di se stessa.
Note tecniche: Ersilia Tarullo ha realizzato il suo lavoro con attrezzatura Canon.
Ersilia Tarullo è una studentessa dell’ISFCI di Roma.
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