Quattro anni fa ho conosciuto Clelia, mi contattò tramite un nostro amico fotografo perché era affascinata e colpita dai miei lavori fotografici sul mondo della disabilità e delle malattie rare.
Mi chiese di fare un reportage sulla sua vita da modella perché voleva fare un “mea culpa” sulla disabilità che ha nascosto per tanti anni.
A 18 anni è stata colpita da ictus con emiparesi avanzata e ha nascosto questa disabilità per tanti anni, per la paura di perdere il suo lavoro da modella che adora tantissimo.
Durante i mesi di lavoro sulla sua vita, sente di avere qualche problema fisico e decide di fare dei controlli presso l’ospedale Besta di Milano.
Dopo diversi giorni di ricovero in ospedale, scopre di avere la sclerosi multipla e da quel momento le è crollato il mondo addosso.
Ci siamo rivisti e abbiamo parlato del nostro reportage. Che cosa facciamo? Proseguiamo il lavoro o ci fermiamo?
Lei ha deciso di continuare il lavoro per dimostrare che nonostante la malattia non si darà per vinta.
Malattia invisibile dove la gente dice “Non sembri malata”.
Una malattia che ti deteriora dentro, fisicamente ma anche psicologicamente ma lei ha una forza tale che con le foto che faccio cerco di catturare, le sue energie vitali.
Vuole dimostrare che tutto è possibile, superare i pregiudizi, senza mai mollare.
Ha continuato a fare la modella; dice che quando viene fotografata, si sente una persona forte e invicibile.
Lo fa per togliere i pensieri negativi e per continuare con la vita che le è stata donata.
Tutt’ora la storia fotografica prosegue.
La foto copertina
Quel giorno ho fotografato lei mentre era in attesa della seconda infusione sperimentale.
La foto rappresenta lo specchio della radiografia al cervello come senso di attesa e di angoscia per il suo futuro.
Arch. Giacomo Albertini
BIOGRAFIA
Giacomo Albertini è nato nel 1973 a Verona, dove tuttora risiede. A undici anni ha iniziato ad appassionarsi alla fotografia usando la piccola macchina fotografica Ricoh. Si dedica prevalentemente al reportage e alla street photography. Da oltre sei anni è specializzato in fotografia sociale e lavora soprattutto sul tema della disabilità e delle malattie rare.
Il mio scopo è di divulgare il mondo della disabilità e delle malattie rare per farle conoscere a chi non ne ha esperienza diretta.
Mi concentro molto sulla storia delle singole persone, perché penso che nella vita tutto sia possibile e qualsiasi situazione difficile possa essere affrontata e superata: chi meglio di un disabile lo può testimoniare?
Fotografare persone disabili e persone affette da malattie rare mi offre la possibilità di dare loro la dignità che meritano: la mia diretta esperienza mi aiuta a colmare le distanze tra l’ignoranza e la consapevolezza.
Ho imparato che nella vita tutto è possibile e che si possono superare i problemi generati dai pregiudizi. Inoltre l’incontro con le persone con disabilità mi ha fatto comprendere meglio il senso della vita.
Tuttora sto realizzando alcuni progetti a lungo termine, tra cui uno sull’amicizia tra una ragazza sorda con l’impianto cocleare e una ragazza colpita dalla sclerosi multipla e un altro sulla storia di una ragazza disabile che è andata a vivere da sola, solo per citarne alcuni.
Da poco ha vinto la menzione speciale alla lettura portfolio “Non c’è limite al limite 2024” Mantova.
Come una compagna fedele che mi accompagna nei viaggi alla scoperta del mondo della vita dove tutto è possibile. Nikon mi porta tanta sicurezza e idee.
Macchina e obiettivi usati
Nikon d7200, Nikon D90, Nikon 80mm e Nikon 35mm DX.
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