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CAPITAN UNCINO – HOOK – “Che cosa sarebbe il mondo senza Capitan Uncino?”

di Rino Giardiello

Lo ammetto, sono uno di quelli che non ha mai amato il personaggio di Peter Pan neanche da bambino nella pur deliziosa versione di Walt Disney. Il ragazzino svolazzante che non vuole diventare adulto era troppo pieno di sé per essermi simpatico (ma lo erano la maggior parte dei personaggi di contorno sui quali la storia si regge per davvero), ma il vero protagonista ed il vero eroe, per me, è sempre stato Capitan Uncino.

Un adulto che, pur nel suo ruolo di “cattivissimo”, deve confrontarsi con tutti i problemi dell’essere adulto, compreso l’essere preso sul serio ed avere un ruolo stimato e rispettato. E poi c’è la nave da tenere in sesto, una ciurma da mantenere ed i brutti sogni che lo attendono ogni notte, per non parlare del coccodrillo che si preannuncia ormai con il riconoscibile tic-tac della sveglia che ha inghiottito.

Il Capitano Giacomo Uncino è un vero eroe a tener duro in una vita del genere, lo percepivo da bambino e l’ho capito del tutto da adulto riguardando il cartone animato di Disney e la produzione di Spielberg che ci mostra come anche Peter Pan possa crescere, dimenticare di essere un bambino felice ed avere i suoi problemi quotidiani: lavoro, famiglia, l’appuntamento col dentista, le tasse, il cellulare che suona in continuazione.

Peter Pan è diventato come uno di noi e forse peggio.

Il film di Spielberg è il riscatto di Capitan Uncino, non per niente il titolo non è “Peter Pan“, ma “Hook” (Capitan Uncino). Impossibile spodestare dal ruolo primario Peter Pan interpretato da un ottimo Robin Williams, ma Capitan Uncino, interpretato da Dustin Hoffman, lo segue a ruota e non ci sono bizzose fatine dalle lunghe gambe (Julia Roberts) che tengano.

Capitan Uncino ancora una volta riscuote tutte le mie simpatie ed adoro i perfezionamenti del personaggio dovuti a Spielberg, la carica di istrionismo e il suo atteggiamento da maniaco depressivo.

Capitan Uncino non è un rozzo pirata, ma si esprime con un linguaggio forbito che il suo assistente Spugna deve tradurre in parole semplici alla ciurma.

Ho avuto l’opportunità, poco prima che arrivasse il Covid e si fermasse tutto, di essere il fotografo di scena ad una nuova versione di Peter Pan con la regia di Giuseppe Di Simone. Una versione musical in cui gli attori cantavano, ballavano e recitavano sul palco e tra il pubblico. Lo stesso Peter Pan, oltre al ruolo che gli compete, fa da cantastorie con la chitarra per spiegare l’inizio ed alcuni punti importanti. Il resto è la storia che ben conosciamo, ma le canzoni ed i balli hanno aggiunto qualcosa in più insieme ai particolari effetti  di luce che mi hanno messo in crisi come fotografo (quando veniva simulata la notte, era quasi del tutto buio, impossibile fotografare).

In teatro si fotografa a luce ambiente – niente flash che ci farebbero perdere l’atmosfera voluta dal regista – e poter salire di sensibilità è fondamentale. Il connubio tra ottiche luminose ed una moderna mirrorless in grado di lavorare senza troppo rumore al di sopra dei 6400 ISO è stato determinante. La grande libertà di movimento di cui ho potuto godere, mi ha permesso di fare inquadrature che altrimenti non avrei potuto, ma non disturbare o distrarre gli attori è fondamentale e, con l’esperienza, ho imparato a rendermi “invisibile”. Assistere alle prove è stato altrettanto importante per conoscere i momenti importanti: prevedere e anticipare le azioni deve essere una dote del fotografo, ma se si conoscono in anticipo è senz’altro più facile.

Peter Pan è un cartone animato molto colorato ed anche il film di Spielberg lo è, ma questa volta ho preferito dare maggior risalto ai volti degli attori, alle loro espressioni ed ai movimenti, scegliendo un contrastato bianconero simile a quello della pellicola. Un bianconero senza età per una storia senza età. Come risponde Peter Pan a Wendy nel finale, “Vivere può essere un’avventura straordinaria”.

Rino Giardiello © 04/2021
Riproduzione Riservata

Tutte le foto sono state scattate durante il musical “Peter Pan” diretto da Giuseppe Di Simone con Alessandro Parente nel ruolo di Capitan Uncino e Pietro Cerritelli in quello di Peter Pan.

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